BAU. CONTENITORE DI CULTURA CONTEMPORANEA 2004-2020

Fino al 7 giugno 2020, al piano zero del CAMeC saranno esposte le oltre mille opere contenute nei sedici numeri della rivista sperimentale “BAU”, tra le più originali e significative pubblicazioni d’artista attive oggi in Italia.

Veduta mostra BAU. Sala 1 (Photo credits Gabriele Menconi)

Con sede a Viareggio (LU), la redazione “BAU” – composta attualmente da Antonino Bove, Luca Brocchini, Giuseppe Calandriello, Gabriele Menconi, Guido Peruz e Tommaso Vassalle – realizza ogni anno un contenitore, in edizione limitata (generalmente 150 copie), con lo scopo di relazionare tra loro le più varie esperienze creative, promuovendole liberamente e autonomamente, senza nessuna finalità di lucro e in completo autofinanziamento.

Il nome “BAU”, quasi verso canino di presenza e richiesta di attenzione, ma anche termine antiretorico e di gusto dadaista, è nella lingua tedesca radice del verbo “costruire” ed evoca la prestigiosa Bauhaus.

“BAU” non è una rivista nel senso tradizionale del termine, ma un “Contenitore di cultura contemporanea”, un cofanetto a tiratura limitata che trova precedenti internazionali fra le riviste “ad assemblaggio”. È una scatola che contiene 60, 70, anche 100 contributi “sciolti” di altrettanti autori storici e di rilevanza mondiale: non solo poeti e artisti visivi, ma anche operatori attivi in ogni genere di altra disciplina, in un’ottica di inclusività.

Gruppo artisti (Photo credits Gabriele Menconi)

Hanno preso parte al progetto, tra i tanti, Vincenzo Agnetti, Alain Arias-Misson, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Irma Blank, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Giuseppe Chiari, Philip Corner, Claudio Costa, Corrado Costa, Vanni Cuoghi, Gillo Dorfles, Geoffrey Hendricks, Maurice Henry, Emilio Isgrò, Richard Kostelanetz, Arrigo Lora-Totino, Gualtiero Marchesi, Giò Marconi, Maria Mulas, Ben Patterson, Lamberto Pignotti, Sarenco, Arturo Schwarz, Paolo Scirpa, Gianni Emilio Simonetti, Adriano Spatola, Aldo Spoldi, Grazia Varisco, Ben Vautier, Sandro Veronesi, Emilio Villa, William Xerra.

Come spiega, infatti, la curatrice “la rivista – progettata inizialmente da Carlo Battisti, quindi da Gumdesign (Gabriele Pardi e Laura Fiaschi) e da Gabriele Menconi – ha contatti nazionali e internazionali che spaziano fra le correnti sperimentali dell’arte contemporanea, da Fluxus alla Poesia Visiva, dalla Patafisica alla Mail Art fino alle ricerche sulle percezioni allargate, ai rapporti fra arte, musica, informatica, moda, cucina e molto altro”.

Se in quel mese di novembre del 2003, nel cominciare a spedire gli inviti agli autori scelti per partecipare al numero 0 del Contenitore di Cultura Contemporanea “BAU” ci avessero detto che saremmo giunti al numero 16” dichiarano i responsabili della redazione “non ci avremmo creduto. Invece, eccoci a tracciare una storia di oltre tre lustri di intensa attività, di idee, progetti, incontri, conoscenze di persone sparse nei diversi angoli del mondo, tra le più varie esperienze e culture. Questi contatti ci permettono di assaporare le possibilità infinite e imprevedibili della comunicazione, del desiderio di parlarsi, confrontarsi e scambiare informazioni”.

Veduta mostra BAU. Sala 2 (Photo credits Gabriele Menconi)

Il percorso espositivo, che conta oltre mille lavori tra disegni, collage, micro sculture, fotografie, racconti, video, composizioni sonore, oggetti simbolici ed evocativi, realizzati da altrettanti autori provenienti da trentacinque nazioni, rivela che la contemporaneità è un mosaico di esperienze e invenzioni ibride, un caleidoscopio in continuo roteare.

In occasione della mostra viene presentato al CAMeC “BAU 16” (2019), “Snapshot”, nella sua scatola nero mat. “L’ultimo nato” scrive Mara Borzone “costituisce un’istantanea, coglie l’attimo, testimonia la ricerca artistica attuale, è un confronto inevitabile fra culture mondiali che non possono e non devono stare separate, un’ibridazione dell’arte nei social, un nuovo stadio evolutivo della modernità, che deve registrarne la disgregazione, l’inconsistenza, il venir meno del coordinamento di senso. “BAU” predilige dunque i grandi numeri e non si lascia intimorire dalle sfide: esporre tutti i Contenitori e i loro contenuti alla Spezia, al CAMeC, è una di queste”.

 

BAU

Gruppo componenti BAU (Photo credits Gabriele Menconi)

L’Associazione Culturale “BAU” nasce nel 2004 a Viareggio ad opera di un gruppo di autori con esperienze decennali quali operatori nell’ambito della ricerca artistica e attenti ai multiformi aspetti della cultura del nostro tempo. In ambito locale e mediante collaborazioni nazionali e internazionali, il progetto si è rapidamente segnalato come vivace punto d’incontro per attivare dialoghi, confronti e scambi ad ampio raggio tra le più varie discipline espressive. “BAU” assembla ogni anno l’omonimo “Contenitore di Cultura Contemporanea”, un cofanetto in tiratura limitata che racchiude opere originali di numerosi autori. La pubblicazione raccoglie l’eredità delle riviste d’artista e “ad assemblaggio” degli anni Settanta-Ottanta (tra cui “Aspen” di Phyllis Johnson, “Geiger” di Adriano Spatola, “Tèchne” di Eugenio Miccini, “Assembling” di Richard Kostelanetz, le riviste ad assemblaggio di Fluxus – “Fluxs Yearbooks” e “Fluxus Kits” – e della mail art “Commonpress”, “Le Point d’Ironie”, “Karimbada”, “Arte Postale” ecc.), aggiungendo una originale dimensione di lavoro di gruppo e di condivisione progettuale e di idee, che si esplica anche nell’organizzazione di mostre, convegni ed eventi. In sedici anni di attività, dal numero 0 al numero 16 della rivista-laboratorio, la ‘rete’ di “BAU” ha coinvolto oltre mille autori da trentacinque nazioni.

Veduta mostra BAU. Sala 2 (Photo credits Gabriele Menconi)

Il cofanetto “BAU” è presente in importanti musei, archivi, fondazioni e collezioni, come il Centre Pompidou di Parigi, il MaRT di Rovereto, la Tate Modern Library di Londra, il Museo del Novecento e la Triennale di Milano, il Museo di Arte Moderna di Miami, la Beinecke Rare Book & Manuscript Library della Yale University del New Haven in Connecticut ed altre importanti sedi. Dal 2014, un Comitato scientifico in progress, composto da qualificati operatori, si affianca al lavoro della Redazione nel ricercare nuovi contatti da coinvolgere nella rivista e nell’identificare situazioni ed eventi capaci di amplificare il raggio d’azione del progetto. Fanno parte del Comitato: Paolo Bolpagni, Viana Conti, Paolo Credi, Valerio Dehò, Andrea Del Guercio, Paolo Della Grazia, Duccio Dogheria, Caterina Gualco, Alessandro Ludovico, Enrico Mattei, Carlo Palli, Guido Peruz, Antonello Pesenti, Patrizio Peterlini, Marco Pierini, Sandro Ricaldone, Giandomenico Semeraro, Marvin A. Sackner, Maurizio Vanni, Alessandro Vezzosi. 

Veduta mostra BAU. Sala 3 (Photo credits Gabriele Menconi)

L’esposizione è visitabile fino al 7 giugno 2020, da martedì a domenica dalle 11:00 alle 18:00, chiuso il lunedì (eccetto Lunedì di Pasqua). In seguito a disposizioni della Regione Liguria (ord. 1/2020), il CAMeC resterà chiuso al pubblico dal 24 febbraio al 1° marzo 2020. Ingresso intero € 5, ridotto € 4, ridotto speciale € 3,50. Per informazioni: tel. +39.0187.727530, camec@comune.sp.it, camec.museilaspezia.it.

 

 

 

BAU

CONTENITORE DI CULTURA CONTEMPORANEA 2004-2020

 

21 febbraio/7 giugno 2020

 

cura di Mara Borzone

 

 

CAMeC

Centro Arte Moderna e Contemporanea

Piazza Cesare Battisti 1

La Spezia

 

 

camec.museilaspezia.it

 

Cover: Veduta mostra BAU. Sala 3 (photo credits Gabriele Menconi)