GIACOMO FENOCCHIO, BAROLO INTEGRALE

E’ una storia di integrità produttiva e di sacro rispetto per il territorio, quella della cantina Giacomo Fenocchio di Monforte d’Alba. Da oltre cinque generazioni questa famiglia di viticoltori mantiene nel proprio DNA la tradizione dei barolisti più puri, di quelli che non seguono le mode o svendono la propria filosofia alle logiche del mercato. Dieci ettari nel cuore del Barolo allevati, oggi, con cura paterna da Claudio Fenocchio, viticoltore autentico, che entra in vigna ogni sacrosanto giorno che Dio manda in terra.

Conosce ogni zolla dei suoi vigneti Claudio, intercettando nei suoi vini le sfumature, che le singole percentuali di sabbia, calcare o argilla sanno creare. “Devo tutto a mio padre Giacomo, che mi ha tramandato la sua conoscenza e la passione per le vigne e la terra” ci spiega Claudio con un sorriso che si illumina, quando cita il nome paterno. Quattro Cru con caratteristiche geologiche differenti: c’è il Cannubi, con terreni marnosi e una cospicua presenza di sabbia; il Villero, ricco di ferro, con sedimenti calcarei e argillosi; il Castellero, simile al Cannubi con una prevalenza di sabbie gialle, e il Bussia, che ha presenza calcarea e di tufacei bluastri. “Il mio Barolo preferito? Non dovrei dirlo” dice Claudio “perché sono tutti come figli, ma amo il Bussia, per complessità e potenzialità evolutiva”.

In casa Fenocchio non sono ammesse scorciatoie nella produzione dei Barolo, con un lavoro selettivo che parte dalla vigna per andare in cantina con fermentazioni completamente naturali, lieviti indigeni e temperature, che si mantengono costanti solo con i rimontaggi giornalieri. Anche l’uso dei legni è misurato, senza fare sconti al tempo di affinamento attraverso l’uso furbo delle barrique, tanto amate da certi produttori dell’ultima ora.

I Barolo Fenocchio, al contrario, si fanno attendere, crescono in maniera millimetrica, ma costante, con un’invidiabile potenzialità evolutiva nel tempo. “I nostri Barolo restano cinque mesi in tini di acciaio inox e due anni in botti di rovere di Slavonia di grandi capacità (fino a 50 hl, ndr) per poi essere affinati in bottiglia per un anno. Si evitano i passaggi in barrique che sarebbero eccessivamente aromatizzanti, per mantenere il più possibile il carattere unico di questo vino”. Vini integrali, che parlano piemontese stretto, per farsi capire nel calice con onestà cristallina. Nessuna deroga alla tradizione, la serietà qui si chiama Fenocchio.

Barolo Cannubi 2014

Rubino tendente al granato. Naso floreale (viola, garofano), e piccoli frutti rossi, su trama speziata. In bocca entra dritto con tannino croccante.

Barolo Castellero 2014

Granato. Aromi fruttati e floreali con elegante speziatura di pepe bianco e leggera vaniglia. Al sorso conferma il proprio carattere con una presenza tannica decisa, ma elegante. Chiusura speziata.

Barolo Villero 2014

Granato luminoso. Immediati soffi balsamici, che si integrano armoniosamente alle note di confettura di frutti rossi e alle spezie. Bocca complessa, con tannini avvolgenti. Elegante.

Barolo Bussia 2014

Granato netto e luminoso. Naso complesso di note speziate, ricordi di incenso, pot-pourri di fiori e confettura di prugne. Sorso carico di fragranza, con tannino ben integrato. Lungo ed elegante.

Barolo Bussia 90 Dì Riserva 2012

Questo Barolo prende il nome dall’antica tecnica di sommersione del tappo fino a 90 giorni, che permette il conferimento al vino di elementi nobili provenienti dalle bucce. Bel colore granato intenso. Aromi di confettura, spezie, karkadè e tabacco dolce. Il sorso è sontuoso, mantenendo una buona freschezza e un tannino vellutato.

Barolo Bussia Riserva 2004

Tendente all’aranciato. Un grande Barolo che si esprime al naso con un avvolgente floreale di rose appassite, spezie dolci e lontani ricordi di rooibos. In bocca è elegante, con tannino ancora deciso. Grande serbevolezza in prospettiva.

 

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