Firenze, Gucci, Bottura e cosmopolitismo

Foto by Lido Vannucchi

 

Firenze sta vivendo un momento di vitalità dal punto di vista enogastronomico che le dà un respiro decisamente più internazionale. Ovvio che una delle capitali mondiali dell’arte e della cultura richiami flussi quotidiani di visitatori sempre più esigenti anche dal punto di vista culinario, ed è per questo che finalmente si registra un innalzamento della qualità ristorativa.

Cosmopolitismo è la parola d’ordine e varie realtà fiorentine stanno rispondendo felicemente. È il caso del SE.STO on Arno, il ristorante al sesto piano del Westin Excelsior, da due anni saldamente guidato dallo chef Matteo Lorenzini, che dopo il decennio francese nelle corti di Ducasse e Philippe Mille, è oggi interprete della più magnificente cucina classica francese, che si intreccia a una profonda ricerca sulla cucina rinascimentale italiana. Ma è anche il caso di Momio, un interessante locale nel quartiere di San Frediano che conserva ancora le atmosfere descritte da Vasco Pratolini nella sua trilogia – aperto da pochi mesi grazie a una giovane coppia che dopo anni trascorsi a Londra nei ristoranti di Nobu e Blumenthal, ha deciso di ripartire da Firenze, con un’offerta ristorativa che va dal brunch mattutino alla cena, con vari intermezzi pomeridiani a base di tè e cocktail accurati. E anche il buon bere ha un indirizzo che merita la menzione, nel caso della bella Enoteca Fiorentina che con la sua ampia cantina di vini naturali e biodinamici da tutto il mondo, si è conquistata i 3 Bicchieri per la guida del Gambero Rosso di quest’anno.

A suggello di tale fermento, il 9 gennaio ha aperto i battenti il Museo Gucci in piazza della Signoria, nell’antico Palazzo della Mercanzia, un progetto colossale voluto dal direttore creativo della maison, Alessandro Michele, che raccoglie tutti i memorabilia che hanno reso celebre la casa di moda.

Al piano terra, a fianco della Gucci Galleria, l’ad Marco Bizzarri ha chiamato a bordo il vecchio compagno di scuola Massimo Bottura affidandogli lo spazio riservato alla ristorazione. Uniti dallo stesso ideale di guardare al passato in chiave nostalgica, prendendone il meglio e riattualizzandolo in chiave contemporanea, Bottura ha allestito l’Osteria Gucci Garden con 35 coperti e una cucina che parte da un territorio – quello emiliano, of course – alla scoperta di un ventaglio di linguaggi che fa il giro del mondo.

Ana Karime Lopez Kondo

A orchestrare questa babele culinaria, ai fornelli c’è Ana Karime Lopez Kondo, una giovane chef messicana arrivata appositamente dal Perù dove ha lavorato per anni come braccio destro di Virgilio Martinez al Central di Lima, e dopo aver lavorato al Pujol di Città del Messico. Il matrimonio professionale è stato però preceduto da un altro matrimonio, quello con Taka Kondo, storico sous chef di Bottura alla Francescana, conosciuto proprio al Central e suggellato lo scorso anno, dopo mesi di amore pendolare consumato in infiniti weekend tra Perù e Italia.

E la cucina sancisce quindi un legame affettivo che fa il giro del mondo, partendo dall’Italia per poi riapprodarvi, una cucina aperta alle 12 alle 22 no stop, pronta a soddisfare ogni palato. Si parte dall’Emilia, con culatello, mortadella e parmigiano, ma anche i celeberrimi tortellini in crema di parmigiano e l’Emilia burger, con la sua salsa verde e maionese balsamica, fotografia botturiana della storia di un territorio. L’Oriente si avvicina con lo sgombro con salsa ponzu, perfetto nella consistenza e lieve piastratura e soprattutto nell’abbinamento con la salsa in cui l’aceto di riso, il succo di limone, il dashi e la salsa di soia racchiudono la sintesi dei sapori, l’umami. La palamita marinata con tostada messicana, profumata e citrica, ci porta in Sud America, in una elegante tortilla croccante dal linguaggio semplificato e accessibile a tutti, ma soprattutto decisamente goloso. I panini cotti al vapore, in versione Veggie con le melanzane e in versione carnivora con pancia di maiale: sono i Taka bun, creati da Taka e dedicati all’Oriente, tutti serviti rigorosamente su porcellane Ginori dal design inconfondibile.

Un viaggio tra i sapori dal costo decisamente cheap, che offre la possibilità a tutti di poter gustare anche piatti che sono in carta alla Francescana e che qui spaziano dai 15 ai 30 euro massimo, in un ambiente d’eccezione qual è l’eleganza rinascimentale del palazzo fiorentino – suggellata dai versi della Canzona de’ Sette Pianeti di Lorenzo de’ Medici, che incorniciano il soffitto della sala.

La conferma che ancora una volta la cucina può azzerare – o amplificare con gioia e stupore – le distanze di spazio e tempo e donare un’emozione alla portata di tutti.

 

 

Gucci Osteria by Massimo Bottura

Piazza della Signoria, 10

Firenze

Sito web: www.gucci.com/it/it/store/osteria-bottura

Tel. +39.055.75927038