JACKIE O’, DAGLI ANNI ’80 CON AMORE

Tra le vie della Dolce Vita romana, nel quartier generale dell’alta borghesia capitolina, punto di ritrovo per intellettuali e celebrità della Roma notturna del tempo, ha inizio il nuovo corso di Jackie O’. Il club, nato nel 1972 dalla volontà di Gilberto Iannozzi e della moglie Beatrice, è stato un punto di riferimento per gli appassionati del piano bar e gli amanti della buona tavola. In una traversa di Via Veneto, Jackie O’ è un chiaro omaggio all’icona di Jacqueline Kennedy Onassis voluto da Gil Cagnè che all’epoca curava le pubbliche relazioni, e si conferma un locale senza tempo: di classe, esclusivo e originale, questo luogo elitario continua a essere unico nel suo genere.

Il progetto di restyling, a cura dello studio di Fabrizia Frezza, ha reso ancora più ricercati gli ambienti grazie agli arredi di design e modernariato, con sedute di pelle e poltroncine di velluto, e ha donato l’atmosfera intima e sofisticata allo spazio che oggi ospita una cucina altrettanto speciale e di respiro internazionale. E’ un vero tuffo nel passato: varcando l’ingresso del Jackie O’, si viene accolti da luci soffuse, circondati da specchi e vetrine che custodiscono bottiglie di liquori, una tappezzeria da collezione e l’immancabile sottofondo musicale. E’ uno spazio intimo e poliedrico, perfetto per sorseggiare squisiti e sofisticati cocktail, ideale per coloro che vogliono trascorrere una serata non banale in un ambiente curato nei minimi particolari.

Il nuovo ristorante offre un’esperienza unica costruita su misura dell’ospite: in cucina una coppia affiatata di giovani chef, Federico Sparaco e Stiven Toro, pronti a soddisfare i palati di un pubblico variegato ed esigente, con un richiamo ai ruggenti anni ’80. La mise en place curata al dettaglio e il servizio puntuale e preciso, avvalorano un menù elaborato e versatile.

Il vitello tonnato

Decisamente nostalgico e per questo delizioso il menù degustazione Dolce Vita, un chiaro richiamo agli anni ’80. Non solo provoca un piacevole tuffo al cuore (e successivamente allo stomaco), ma è anche eseguito magistralmente e servito a regola d’arte. Si parte con un vitello tonnato, di cui le fettine sottili che sembrano petali, ricoperti di salsa come rugiada, si sciolgono in bocca. Subito dopo arriva una coppa piena di cocktail di gamberi. Salsa rosa piccantina, crostacei polposi, insalatina croccante: chi non ha mai assaggiato questo classico e soprattutto, chi non l’ha mai amato?

Il risotto al salto

Il primo piatto è un riso al salto, riportato di recente in voga da Cracco. Croccantissimo, sottile, innaffiato con una saporita salsa bruna, è una ode agli anni della Dolce Vita, dorata, bellissima, sfarzosa e sfacciata.
Un filet mignon con salsa Rossini, un altro grande classico che regala tanta gioia al palato. Per concludere, un sempreverde tiramisù, leggero ma consistente.
Per chi volesse un brivido di nostalgia in più, ci sono alcuni piatti da cucinare direttamente davanti al cliente. Una tartare impeccabile, mescolata in una ciotola sul ghiaccio, aggiungendo molteplici ingredienti, rigorosamente a richiesta, ad uno ad uno. Gamberi al curry, che solo al vederli, viene voglia di riassaggiarli subito, e poi le Crêpes Suzette, il vero simbolo della cucina d’antan.

La carbonara al tartufo

Anche per chi avesse voglia di gustare i piatti contemporanei, c’è una buona scelta: moscardini in tempura e carpaccio di gambero rosso di Mazara, un’ottima carbonara al tartufo nero (omaggio alla capitale) o linguine all’astice, una costata di manzo alla brace (che si trova in bella vista appena fuori dalla sala del ristorante) o una tagliata di tonno in crosta.

Filet mignon

Per tutto il mese di dicembre è disponibile anche uno speciale menù di Natale, che fa anche esso l’occhiolino agli anni ’80: fritto di verdure e cremino di besciamella, tortellini di mortadella in brodo, bollito misto con tris di salse e panettone di Niko Romito con crema al mascarpone.

Crepe Suzette

Raffinata e di buona qualità è la selezione dei vini, serviti con garbo e savoir-faire, per accompagnare la cena al meglio, ma anche una ottima carta dei drink per proseguire la serata al piano bar. A chi non piacerebbe passare una serata nel club dove Liza Minelli cantava al “New York New York”, dove Alain Delon, galante e charmant come non mai, ballava fino alle prime ore del mattino?

Veronica Iannozzi

Jackie O’ è, probabilmente, l’unico locale a Roma che non si è piegato alle mode del momento ed è rimasto fedele al suo stile inconfondibile, tra le note, il cibo e la magia del nuova era, portata avanti da Veronica, nuova generazione Iannozzi.

 

Jackieoroma.com