La visione di Ciro

Al decimo motorino abbandonato e mutilato a bordo strada, ho smesso di contarli. Quei corpi meccanici, amputati dal tempo e dall’incuria, sono disseminati con ossessiva puntualità qui nel Rione Sanità di Napoli. E’ una prova di coraggio passeggiare tra questi vicoli, osservare palazzi maestosi escoriati e feriti, entrare nell’androne della casa natale di Totò e non trovarci nulla, solo solitudine e disillusione.

Eppure questo non è un teatro di guerra, desolato e malinconico. E’ un Rione scoppiettante, vitale, dai colori cinematografici. Negozi a cielo aperto contornano le arterie principali, nei vicoli più nascosi la gente vive e condivide la propria esistenza in una sorta di famiglia globale: tutti si conoscono, tutti si salutano con affetto. C’è una colonna sonora incessante, fatta di grida gioviali, rombi di motore, urla di bambini che giocano, capannelli di anziani che si formano e si disfano di continuo in una piccola piazza, davanti all’entrata di un bar.

Ho passeggiato per un paio d’ore per le strade di questa parte di Napoli caotica e imbrattata di vita, chiedendomi come si possa vivere in un “basso”, domandandomi perché i suoi abitanti non decidano di ripulirla, da soli, portando via i cumuli d’immondizie e i materassi squarciati, invece di aspettare, non so neppure io che cosa.

Aspettare è sinonimo di fermarsi. Socialmente è la sciagura peggiore per una comunità. Ma c’è chi ha deciso di non farlo.

Ciro Oliva è un pizzaiolo famoso. Poco più che ventenne. Un ragazzo di successo. Ha preso le redini di un locale storico del Rione Sanità di Napoli e l’ha trasformato in una delle Pizzerie migliori di Napoli (e, di conseguenza, del mondo).

Oggi i grandi pizzaioli hanno eliminato il gap celebrativo che li differenziava dagli Chef tradizionali. Interviste, comparsate in televisione, eventi, e, dopo il successo, succursali aperte un po’ ovunque. Sono diventate delle star, hanno elevato la loro professione al rango di grande cucina.

Sicuramente Ciro Oliva è una stella, al pari di molti suoi famosi colleghi. Rappresenta la quarta generazione che gestisce un locale nato nel 1951 grazie a Concettina Flessigno, moglie del calzolaio Antonio Oliva, che cominciò nel dopoguerra a fare le pizze a credito (“ogge a otto”, ovvero “consumi oggi e paghi a otto giorni”) fuori dal suo basso. Pizze fritte a regola d’arte: leggere, ricche di condimento e alla portata di tutti. Con il successo e qualche risparmio la decisione di allargarsi e aprire la pizzeria nell’identico posto dove è oggi.

Antonio Oliva, il papà di Ciro, ci osserva da dietro un angolo. Riflette e guarda quel gruppo di giornalisti golosi e indisciplinati, intenti ad addentare una successione infinita di ghiottonerie. A ogni assaggio un abbinamento. Indaga con stupore il rutilante e incessante via vai di bottiglie, bicchieri, piatti e posate. Non sembra stupirsi più di tanto. Sa bene che lo stile scarno ed essenziale della sua pizzeria è un lontano ricordo, oramai “Da Concettina” vive di una luce nuova, di un bagliore stellare. Ma sa anche che l’anima popolare della sua pizzeria non è cambiata affatto. Nonostante tutto, nonostante un servizio di alto livello, sempre pizze qui si fanno, nel cuore del Rione Sanità, e non altrove.

Perché Ciro Oliva non è andato via? Perché un ragazzo di straordinario talento, agguantata la fama e all’apice della sua avventura professionale, non ha deciso di andarsene in altre zone di Napoli, più ricche e nobili della Sanità?

Basta parlare qualche minuto con Ciro per capirlo. Lui è un concentrato d’istinto, purezza d’animo, limpidezza intellettuale e naturalezza. Non ne sarebbe capace.

Non è un Santo, il nostro Ciro. I Santi sono effigi sbiadite a cui ci si raccomanda, nella speranza (spesso vana) di un cambiamento. Ciro è un uomo vero, un ragazzo della Sanità che ha capito prima degli altri che fermarsi è uguale a morire. La sua impulsività e la sua indole straordinaria l’hanno portato con facilità estrema a prendere decisioni che si sono rivelate vincenti, sotto ogni punto di vista.

Inutile raccontarvi della straordinaria fragranza delle sue pizze, della maestria degli impasti e della lievitazione, della mirabolante qualità delle materie prime utilizzate, tutte di produttori locali. Guide, blog, social media e riviste di ogni genere vi daranno resoconti più dettagliati dei miei, con nomi, consigli e suggerimenti.

Quello che forse alcuni non vi racconteranno è che Ciro Oliva è sì innamorato del suo lavoro, ma questa è una conseguenza fatale di un amore ancora più grande, quello per il suo Rione. E’ nato qui Ciro, a 12 anni ha iniziato a lavorare, a 24 vive ancora qui e continuerà a farlo. E non gli basta fare ottime pizze.

All’entrata della Casa dei Cristallini Ciro si ferma sulle scale d’ingresso. Si percepisce che quello è un momento importante della nostra passeggiata nel Rione. Prende fiato, un filo d’emozione traspare dai suoi occhi, poi inizia un discorso appassionato. Se non ti ci portano alla Casa dei Cristallini certo non la noti. Un portone come tanti in fondo ad una viuzza buia, una lunga arrampicata di gradini ben tenuti.

Poi accedi in un locale ampio e solare, colorato e pieno di vita. E di bambini. I figli della Sanità.

Il progetto nasce nel 2002 per dare la possibilità ai piccoli abitanti di età compresa tra i cinque e i dieci anni di avere un posto, un ritrovo alternativo alla strada, dove poter giocare, condividere esperienze, imparare, studiare una lingua, conoscere la storia, vivere di cultura.

Ciro sovvenziona la Casa dei Cristallini con i proventi che gli derivano da essere un uomo di successo, testimonial di grandi brand. Poteva tenersi quei soldi in tasca, non l’ha fatto. Non è marketing, non se ne vanta, è spontaneo. Ha capito che il progresso culturale e il riscatto sociale devono essere supportati e alimentati da chi ha la possibilità di farlo. Non gli basta il trionfo personale, costruire una carriera edificandola sulle fragili fondamenta dell’egoismo non avrebbe senso per lui.

I ragazzi che crescono al Rione Sanità hanno una chance in più grazie a Ciro, che per fortuna non è l’unico a tenere in piedi l’attività della Casa dei Cristallini. Poi magari, e sono tanti, quei ragazzi, una volta cresciuti, vanno anche a lavorare con Ciro, ricevendo in cambio uno stipendio, uno stile di vita, esperienza, entusiasmo e una formazione che non troverebbero altrove. E soprattutto un futuro assicurato fatto di certezze, umane e professionali.

Da Concettina Ai Tre Santi, Rione Sanità, i piatti su cui si servono le pizze sono stati disegnati dai bambini della Casa dei Cristallini. E sono bellissimi.

Ciro e Antonio Oliva
Da Concettina Ai Tre Santi
I Tre Santi
Casa natale di Totò
Pizza Margherita
I Ragazzi della Sanità
La Visione di Ciro

Pizzeria Da Concettina Ai Tre Santi
Via Arena alla Sanità 7 bis
80137 Napoli
Tel: +39.081.290037
www.concettinaaitresanti.com