Un’azienda familiare dall’anima artigianale: ecco Mongarda, cantina situata a Col San Martino, tra le colline più vocate del Conegliano Valdobbiadene, la cui cifra stilistica è proprio il “fatto a mano”.

 

 

È nel vigneto di famiglia in località Mongarda, da cui prende il nome l’azienda, che Bruno Tormena sin da piccolo impara ad amare le vigne, seguendo il nonno nel lavoro tra i filari. Una passione cresciuta di giorno in giorno, tanto da decidere di frequentare la Scuola Enologica. Nel 1978 la svolta: Bruno, affiancato dalla moglie Marinella, decide di dedicarsi completamente al lavoro di vignaiolo, seguendo un’idea precisa: il rispetto per la natura e la materia. Un tema, quello della sensibilità ambientale e della naturalità, che negli anni ’70 era poco sentito, ma che Mongarda ha da sempre nel proprio DNA. “In quel periodo il nostro mercato era prevalentemente locale – ricorda Bruno – il Prosecco si consumava per lo più in provincia di Treviso e le cantine erano molto piccole”.

Oggi Bruno e Marinella conducono l’azienda insieme ai figli Martino, che si occupa in prima persona della produzione e della gestione dei vigneti ed Anna, che segue la comunicazione. Francesca invece aiuta Marinella con la gestione. Dopo il diploma alla Scuola Enologica e la laurea in Agraria, Martino entra a tempo pieno in azienda apportando nuove idee e conoscenze da mettere al servizio della filosofia di famiglia. Una scelta che, nel 2013, ha portato Mongarda ad aderire alla FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – associazione di piccoli viticoltori che intende promuovere la qualità del vino italiano.

Negli ultimi anni in cantina sono stati completamente rinnovati gli impianti tecnologici e sono state ridotte il più possibile le sostanze utilizzate nella vinificazione per avvicinarsi sempre più alla naturalità e alla spiccata personalità del prodotto. Sempre nel rispetto dell’ecosistema, in vigneto non viene effettuato nessun diserbo e la concimazione prevede l’utilizzo di compost autoprodotto naturalmente dai tralci di vite, vinacce esauste e letame proveniente da animali nutriti solamente con fieno e in allevamenti non intensivi. In vendemmia, invece, l’obiettivo è mantenere elevata la qualità dell’uva e per questo si utilizzano solo piccole casse, trasferite subito in cantina per preservare i grappoli durante il trasporto. In questo modo le uve si mantengono integre fino alla pressatura, che avviene entro brevissimo tempo dalla raccolta.

 

TERRA

Sono indubbiamente i vigneti il grande valore di Mongarda. Ubicati in differenti località dell’area del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, rappresentano altrettante espressioni del territorio che solo un’innata sensibilità ed un lavoro condotto con attenzione riescono a trasformare in vini coerenti e puliti, frutto di esperienza e rispetto per la terra. Situati in alta collina, tra i 220 e i 420 mt s.l.m., questi terreni riportano per Mongarda ad un valore affettivo, perché “vendere una vigna non è cosa facile… ci si lascia sempre un pezzo di cuore”.

Le vigne impiantate sono molto vecchie e, per tradizione, Mongarda vinifica tutte le varietà tipiche dell’area, che l’azienda preserva e valorizza. Accanto alla Glera, quindi, Bianchetta, Perera e Verdiso trovano così il proprio posto nei diversi filari, affondando le loro radici in pochi centimetri di terra fertile, per poi penetrare con forza nella sottostante roccia conglomerata che caratterizza gli scoscesi versanti della denominazione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Una scelta, quella di utilizzare varietà minori, che tutela la biodiversità, consentendo inoltre di produrre un vino unico e decisamente personale.

In cantina Mongarda persegue il miglioramento della longevità dei vini, che devono mantenersi nel tempo con il minor apporto di solfiti possibile. Le vigne vecchie, in questo senso, danno vini più longevi e lo dimostrano alcune sperimentazioni fatte su bottiglie lasciate invecchiare fino a 12 anni, che risultano ancora interessanti. In questa direzione va anche l’inserimento del millesimo in etichetta, che Mongarda interpreta come comunicazione del potenziale di invecchiamento dei propri vini. Inoltre, in fase di prima fermentazione del vino base, Mongarda utilizza lieviti indigeni. Ogni vigna viene vinificata separatamente, perché le differenze di suolo, esposizione e microclima danno espressioni differenti, e quindi sarà poi destinata ad un vino in particolare (es. vigneto Rive Alte per l’Extra Dry e vigneto San Gallo per il Brut).

Vino simbolo della produzione Mongarda è il Colfondo, un prodotto storico di queste colline. Oggi la sfida della famiglia Tormena è ridare al Colfondo l’attenzione che merita, attuando una produzione con solfiti molto bassi ed il più naturale possibile, che restituisca nel calice la tipicità e la freschezza di questa tipologia. Il Colfondo storicamente nasce quando le autoclavi, utilizzate per la spumantizzazione del Prosecco, ancora non esistevano. La fermentazione con lieviti indigeni si fermava spontaneamente con il calo delle temperature nella stagione fredda ma il vino veniva comunque imbottigliato, generalmente nel periodo di Pasqua. Nei mesi successivi, con l’arrivo della primavera e di temperature più miti, i lieviti contenuti nella bottiglia facevano ripartire la fermentazione fino a che gli zuccheri residui non venivano completamente utilizzati, creando le tipiche bollicine del Prosecco. Era, quindi, una rifermentazione in bottiglia senza la sboccatura, ed i lieviti restanti nel fondo aiutavano il vino a mantenersi vivo più a lungo nel tempo. Ancor oggi questo vino viene prodotto adeguando la vinificazione al cambiamento climatico. Ora le vendemmie sono anticipate e quindi i lieviti in prima fermentazione hanno modo di esaurire tutti gli zuccheri prima dell’arrivo della stagione fredda. La particolarità del Col Fondo Mongarda è che per la rifermentazione non vengono impiegati zuccheri esogeni ma unicamente mosto fresco prodotto in vendemmia e appositamente conservato. Un’attenzione, questa, alla naturalità del prodotto che conferisce ai vini ancor più personalità e purezza.

Un Prosecco particolare, che sorprende per le bollicine setose e il carattere asciutto, che conquista grazie alla sua vivacità e freschezza.