Kettmeir, vini in Alto Adige dal 1919

Kettmeir da anni s’impegna a rilanciare e favorire la crescita delle bollicine delle Dolomiti, attraverso la riscoperta della breve, ma interessante, tradizione alto atesina nella spumantistica, avviata ai primi del Novecento ma subito interrotta.

Fondata nel 1919, Kettmeir è entrata a far parte di Santa Margherita Gruppo Vinicolo nel 1986, ma già nel 1965 aveva scritto una pagina importate presentando alla Mostra dei Vini di Bolzano il primo spumante altoatesino “della rinascita”: la Grande Cuvée di Pinot Bianco, realizzata col procedimento dello Charmat lungo (una innovazione per quei tempi). Un successo immediato e duraturo nel tempo (è prodotto ancora oggi) che confermò le potenzialità dell’Alto Adige come terra produttrice non soltanto di vini fermi di qualità, ma anche di bollicine di valore.

A Kettmeir si sono via via affiancati sempre più produttori altoatesini, dando sostanza e numeri ad una passione e ad una intuizione sorta nella storica cantina di Caldaro. E proprio dalle bollicine, in questo caso Metodo Classico, nasce la nuova mission di Kettmeir che punta a diventare un punto di riferimento della rinascita della spumantistica in Alto Adige.

Kettmeir è sempre stata in prima fila anche nel più complessivo impegno dei produttori altoatesini verso una sostenibilità nei vigneti e ha introdotto da diversi anni protocolli produttivi particolarmente rigidi. Questo, però, senza trascurare il ruolo “sociale” che questa Cantina ha avuto in un secolo di storia garantendo a non poche famiglie di agricoltori e conferitori di crescere professionalmente, di mantenere la propria attività viticola e, di conseguenza, garantire un controllo ed una salvaguardia del territorio e del paesaggio che altrimenti avrebbero potuto essere abbandonati. Così anche i vigneti di più difficile conduzione – come Maso Ebnicher che si spinge sino a 800 metri sul livello del mare a Soprabolzano – sono diventati culla di eccellenze e di presidio del territorio.

Se la Cantina di Kettmeir è rimasta fedelmente quella costruita negli Anni Trenta, senza alcuna concessione alla nouvelle vague architettonica che ha cambiato parte del paesaggio alto atesino, la sua componente tecnologica è invece completamente rinnovata, grazie a quasi 1,5 milioni di euro investiti nel 2016 per il potenziamento dell’area di spumantizzazione e per il progetto geotermico.

1919 Riserva Extra Brut

Questo Metodo Classico arriva a distanza di vent’anni dal primo Metodo Classico di Kettmeir ed è frutto della vendemmia 2011, quindi la maturazione sui lieviti è durata ben 58 mesi (36 sono quelli obbligatori per definire uno spumante “riserva”).

Tecnicamente, si tratta di una Cuvée composta da Pinot Nero (al 40%) e da Chardonnay (60%). Un terzo dello Chardonnay vinifica in barrique dove svolge anche la fermentazione malolattica.

Il “tiraggio” è avvenuto nell’aprile del 2012 e la sboccatura nello scorso mese di febbraio. I vigneti da cui provengono le uve sono il “Castelvecchio” (620-750 metri s.l.m.) e il “Pochi di Salorno” (360-400 metri s.l.m.) particolarmente vocati per la coltivazione di queste uve.

Gli obiettivi di questa Riserva 1919 sono ambiziosi: diventare un termine di paragone della spumantistica italiana e confermare le potenzialità degli spumanti delle Dolomiti, oltre a valorizzare il savoir-faire della tenuta ed il suo ruolo guida.

 

Info

www.kettmeir.com