NINO FRANCO, L’ARTE DEL PROSECCO SUPERIORE

Prosecco, un nome tanto famoso quanto inflazionato. Eppure nel mare magnum di una produzione enoica che nonostante il successo ostentato da impressionanti volumi produttivi e d’esportazione stenta, troppo spesso, a offrire un’identità vera e una qualità apprezzabile, esempi di virtuosismo ed eccellenza ce ne sono. Uno di questi è senza dubbio la Cantina Nino Franco.

Il brand è di quelli che hanno scritto la storia del Prosecco Superiore, ma, sinceramente, era molto tempo che non avevo avuto il piacere di riassaggiare la qualità indiscutibile di etichette che si distinguono per una personalità e una finezza tali che a volte si fa fatica a pensare che sia Prosecco, dato il panorama generale. E ritengo che Primo Franco si arrabbierà moltissimo a leggere questa riflessione, perché per lui, il Prosecco Superiore, è un’arte che va difesa e tutelata.

Ecco spiegato il motivo di un piacevolissimo pranzo a Torino, in occasione di Artissima all’OVAL, i primi di novembre. Ci sono andato volentieri più per conoscere e guardare negli occhi Primo Franco, che per riassaporare il valore delle sue bottiglie di cui ero già consapevole. Primo ha Valdobbiadene nel sangue, si percepisce a ogni parola, e la sua sensibilità umana ed artistica, che l’ha portato a sposare la più prestigiosa fiera d’arte contemporanea in Italia, lo testimonia.

D’altronde il motivo della sua presenza a Torino è stato di semplice lettura: rendere luminosi l’amore per una terra e la sapienza nel trasformare l’uva in un’esperienza sensoriale, che evoca immagini e suscita emozioni. In una parola, arte.

Ad accompagnare il piacevole convivio la creatività di Mariangela Susigan, chef stellata del Gardenia di Caluso, che ha studiato un menù in omaggio alla tradizione piemontese, attraverso i piatti di una cucina “concreta e comprensibile”, fondata su materie prime eccellenti della tradizione e sull’utilizzo sapiente e inedito delle erbe. Un assaggio lo ricorderemo per molto tempo, quella zuppa Francigena frutto di un lungo studio fatto da Mariangela sulla storia e l’origine degli ingredienti. Il piatto, che dopo Artissima è entrato anche nel menù del Gardenia a Caluso, è una zuppa creata partendo da una ricetta medievale. Niente patate e ortaggi arrivati in Italia solo dopo la scoperta dell’America, la Francigena è composta esclusivamente da ingredienti che erano presenti in Piemonte nel 1500, come la borraggine, il sorgo e l’ortica, fave, radici e fagioli. Il risultato semplicemente strepitoso, in merito sia al valore culturale che culinario.

I protagonisti di Nino Franco erano il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG “Vigneto della Riva di San Floriano 2016”, un vino di impressionate finezza, pulizia e franchezza, e il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG “Brut” che ha allietato i visitatori di Artissima anche con un “brindisi itinerante”. Un classico carretto dei gelati, trasformato in “buvette-bicicletta”, ha viaggiato, infatti, all’interno della fiera.

 

LA CANTINA NINO FRANCO

Mani che lavorano la terra con passione e menti aperte verso nuovi orizzonti anche quando l’export era solo un suono lontano. Tutto questo è Nino Franco, una cantina che ha saputo portare nel mondo la cultura enologica del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, trasmettendo un messaggio chiaro: per far crescere il settore bisogna partire dalle proprie radici, valorizzare il territorio, la sua unicità, rendere riconoscibile un vino prodotto a pochi km da Venezia e da un altro luogo unico, le Dolomiti. Una sapienza nata dall’esperienza e dalla sensibilità di una famiglia di commercianti, capace di interpretare le esigenze e le trasformazioni di un mercato fatto di persone, gusti, visioni.

“Sono onorato e orgoglioso delle mie origini” ci dice Primo Francoil nostro successo nasce dalla capacità di metterci la faccia, di credere nel nostro territorio e in un vino che oggi si esporta in 80 Paesi ma che allora (e forse purtroppo ancora oggi) era sottovalutato”. La tenacia di Primo, che oggi guida l’azienda insieme a sua figlia Silvia, è quella di una generazione di uomini del vino che hanno contribuito a cambiare la storia di questo angolo del Veneto ma anche dell’Italia.

Primo, inizialmente col padre Nino e successivamente da solo, dà alla cantina un’impostazione moderna. Al diploma alla Scuola di Enologia di Conegliano si aggiunge una vivacità intellettuale che ha dato vita a una rivoluzione culturale capace di travalicare i campanilismi e le logiche provinciali. Sin da giovane Primo viaggia, visita altre realtà, impara, coglie, mette a frutto e getta le basi per un nuovo corso. “Devo ringraziare mio padre per avermi lasciato sperimentare e per essersi fidato del mio intuito. Da sempre ho creduto che il vino non sia una semplice trasformazione di materie prime, è un’arte, un’idea, una filosofia, un sogno, un’ipotesi che nasce nella mente e poi arriva in bottiglia. Allo stesso tempo è amore per la natura, etica e tutela dell’ambiente”.

A rendere la cantina Nino Franco leader nel settore sono gli stessi valori che la caratterizzano sin dalla sua fondazione. “Raccontiamo il nostro vino e la nostra storia di persona, visitiamo i nostri importatori e i clienti, viaggiando per il mondo per gran parte dell’anno” prosegue Primo Franco “questo fa la differenza. Tra le attività più importanti ci sono Wine – maker Dinners e staff training. Quest’ultima azione è fondamentale perché insegna agli operatori come servire il nostro prodotto e come valorizzarlo al meglio”.

Fare del vino un’emozione da condividere è stata una delle chiavi del successo, anche per l’export (oggi il 70% del mercato è rappresentato dalle vendite oltre confine). Con la stessa determinazione e passione di sempre, la famiglia Franco continua a raccontare la propria storia e il suo territorio in tante lingue diverse. È il sogno di Primo fatto realtà. “Le nostre vendite fuori dall’Italia hanno un andamento positivo, senza oscillazioni e il nostro primo mercato è rappresentato da Stati Uniti e Nord America. I consumatori esteri hanno preso come riferimento il nostro stile di vita: l’interesse per l’Italia e per le sue eccellenze è sempre molto alto. All’estero bere un bicchiere di Prosecco Docg non significa solo degustare un calice di vino ma concedersi un momento di italian style, immergersi nella nostra cultura, alla ricerca della qualità e dello stare insieme, una personificazione dell’italian way of life.

Una visione condivisa con la figlia Silvia, giovane imprenditrice che ha portato la cantina a compire una svolta ulteriore nel segno della modernità, mantenendo fede alla vocazione alla qualità che da sempre accompagna questa realtà. “Con il mio ingresso l’azienda ha accolto la quarta generazione, che ancora oggi si confronta e collabora con la terza” afferma Silvia Franco “la condivisione della filosofia di lavoro e di vita e la stessa visione di questo progetto hanno permesso una continuità che orgogliosamente porto avanti. Le relazioni dirette coi nostri clienti nel mondo, attraverso i nostri viaggi, o i loro nella nostra terra, sono ancora la chiave del successo per mantenere ciò che è stato costruito negli anni e promuovere questo prodotto unico”.

L’azienda si presenta oggi come una realtà tutta da scoprire che ha affiancato alla produzione di vino, la residenza Villa Barberina, nata dal restauro di una settecentesca villa veneta. Una dimora dotata di cinque eleganti suite e ambienti arredati con gusto e raffinatezza che si sposa perfettamente con la bellezza armoniosa del paesaggio circostante.

 

I VINI

La cantina Nino Franco si trova al centro di una delle zone viticole più vocate, nella provincia trevigiana dove nascono le bollicine del Prosecco Superiore. Tale produzione è storicamente sviluppata e migliorata nel tempo grazie alla fondazione della Scuola di Viticoltura ed Enologia e del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano. La denominazione, composta da 15 comuni, prende il nome dalle due “capitali” territoriali: Conegliano, centro culturale, e Valdobbiadene, cuore produttivo di un territorio di singolare bellezza. Il territorio è un luogo affascinante, ideale da visitare in qualsiasi periodo dell’anno. Quest’area unisce tradizione, cultura, arte, enogastronomia e ospitalità. È un paesaggio ricamato da vigneti, incorniciato da versanti scoscesi punteggiati da piccoli borghi da scoprire.

Lungo questi pendii ripidi, che rendono la coltivazione della vite non meccanizzabile, la storia della cantina Nino Franco si intreccia con quella di tanti altri viticoltori, legati dallo stesso senso del dovere e dalla medesima visione della qualità. Una viticoltura fatta a mano da uomini del vino che guardano in una direzione comune.

L’azienda Nino Franco cura direttamente i terreni in cui produce le sue etichette nate da singola vigna come Vigneto della Riva di San Floriano (Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG), Grave di Stecca Brut e Nodi (Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG frutto di un progetto speciale). L’azienda annovera tra le sue produzioni anche Brut (Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG), Primo Franco (Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG), Rustico (Prosecco DOC Treviso) e Faìve (vino spumante prodotto da uve 80% Merlot e 20% Cabernet Franc).

 

VILLA BARBERINA

In questa meravigliosa cornice l’azienda ha affiancato alla produzione di vino la conduzione di Villa Barberina che si erge nel cuore di Valdobbiadene (www.villabarberina.it). Annoverata tra le residenze d’epoca in Veneto, la dimora, edificata nella seconda metà del ‘700 per conto della famiglia trevigiana Sarri-Dall’Armi, è una casa-museo ricca di storia e oggetti d’arte. Agli inizi del ‘900 la Villa fu acquistata da Celestino Piva per la sorella Barberina (da cui il nome attuale) e rimase di proprietà dei Piva e dei suoi successori fino al 2004, anno in cui fu acquistata dalla famiglia Franco.

La residenza, oggi sapientemente gestita dalla signora Annalisa, moglie di Primo Franco, è stata oggetto di un recente restauro in cui si è voluto mantenere intatto lo stile originale degli arredi. Gli ospiti possono farsi coccolare da un’accoglienza raffinata, regalandosi un soggiorno tra le testimonianze di un patrimonio culturale di dimensioni inestimabili. La Villa, composta da cinque eleganti suite e ambienti arredati con gusto e ricercatezza, contiene al suo interno collezioni di grandissimo pregio come ad esempio volumi antichi e una serie di altri oggetti unici.

Villa Barberina, aperta agli ospiti da marzo a novembre, domina una vista mozzafiato: il suo corpo centrale ha ai lati due barchesse che terminano alle estremità con altrettanti torri (nel passato colombaie), un vero e proprio boutique hotel immerso nel verde delle colline trevigiane. Il paesaggio che circonda questa dimora e dotato di piscina con vista sui vigneti, è scandito da elementi armoniosi che si inseriscono perfettamente nel contesto circostante: pietre, statue e una fontana a cui un tempo attingevano l’acqua gli abitanti del luogo.

Il contesto, il paesaggio, la cultura che si respira in questi luoghi, tutto questo è linfa che da sempre ispira e guida il lavoro di Primo Franco nella creazione dei suoi vini. La cantina stessa è stata restaurata su progetto dell’architetto veneto Tobia Scarpa e in seguito ampliata da Paolo Bornello. Lasala degustazione, a cui si accede passando per lo scenografico magazzino, dove le bottiglie sono adagiate in contenitori d’acciaio come a comporre un’enorme installazione artistica, è contraddistinta da eleganti nuance cromatiche. Alla parete una foto autografa di Ferdinando Scianna che ben simboleggia la passione per l’arte della famiglia Franco. Le etichette delle bottiglie sono anch’esse frutto di un’attenta cura del dettaglio, rese uniche dal tratto artistico di Maurizio di Robilant.