AMARSI. L’AMORE NELL’ARTE DA TIZIANO A BANKSY

Amarsi. L’Amore nell’Arte da Tiziano a Banksy è il titolo della mostra appena inaugurata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni presso Palazzo Montani Leoni a Terni. È l’Amore, quello con la A maiuscola, il fil rouge che collega tutte le opere d’arte che spaziano da artisti come Tintoretto fino a Banksy. Si parte dall’amore più puro, come quello di una madre per il proprio figlio, all’amore seducente, in cui per secoli Venere e Cupido hanno sedotto e condannato i cuori di uomini e donne, fino alle relazioni più problematiche e ambigue descritte dagli artisti del Novecento. Un percorso ricco di storie ed emozioni in cui il visitatore s’immerge camminando nelle sale del prestigioso palazzo dove sono esposti circa 40 capolavori dedicati all’Amore, provenienti dai maggiori musei italiani come la Galleria degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e la Pinacoteca Ambrosiana.

Tiziano Vecellio (bottega di), Venere e Adone (metà del XVI secolo). Olio su tela, 172,5 x 207,5 cm

Novità assoluta la presenza della tela “Venere e Adone”, nata dalla bottega di Tiziano Vecellio sotto la supervisione del maestro veneziano, per la prima volta esposta al pubblico e ultima acquisizione della Collezione d’Arte della Fondazione Carit. Nella scena, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, il giovane Adone abbandona la dea Venere che si torce disperata nel tentativo di trattenerlo. Il richiamo della caccia è più forte dell’Amore che dorme placidamente sullo sfondo, sotto un albero. È l’alba, ma il cielo nuvoloso sembra presagire il dramma che tra poco avverrà: Adone verrà ucciso da un cinghiale, dal suo sangue nascerà il fiore dell’anemone. La metamorfosi dell’Amore parte dalla mitologia greca e romana, attraverso le icone dell’amore spirituale medioevale, fino all’epoca Rinascimentale con il recupero dell’antico, la sua trasformazione nel Barocco e lo sguardo nostalgico nell’Ottocento, fino al Novecento in cui una serie di immagini e storie vengono messe in discussione.

Antonio Canova, Venere con Amore (1798-1799 circa). Olio su tela, 73 x 85 cm (inv. 46)

Il percorso espositivo si apre con un omaggio a San Valentino, protettore degli innamorati e patrono di Terni, che compare nel dipinto attribuito a Giambattista Volpato raffigurante San Valentino che battezza Santa Lucilla (Museo Civico, Bassano del Grappa), copia della grande opera di Jacopo Bassano, nel quale il giovane sacerdote restituisce la vista alla ragazza, a seguito della sua conversione al Cristianesimo. In ordine cronologico troviamo nella sezione archeologica i due protagonisti principali dell’Amore pagano: Venere e Cupido.

Bernardino Di Betto detto il Pintoricchio, Madonna con il Bambino e san Giovannino (post 1490 – ante 1495). Olio e tempera su tavola, 54 x 41 cm

La scuola umbra è rappresentata da Pinturicchio con la Madonna con bambino della Fondazione Perugia, che si confronta con il raffinato fronte di cassone nuziale istoriato in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia e con una delicata e intima Vergine con bambino di stampo raffaellesco. Fino al celebre dipinto del Guercino, Cupido, Venere e Marte, in arrivo dalla Galleria Estense di Modena, in cui l’invenzione del gesto di Cupido, che punta la freccia verso lo spettatore, rappresenta uno dei primi tentativi di ridurre in modo esplicito la distanza tra lo spettatore e le figure rappresentate, in un dialogo inedito, che trasforma noi spettatori nelle vittime prescelte dal dio dell’Amore.

Francesco Hayez, Il bacio (post 1859). Acquerello su carta, 26,2 x 22,1 cm

L’Amore, con il rigore neoclassico, si trasforma in un personaggio più calmo ed equilibrato, quasi dolce nella sua innocenza, come figura nelle tele di Antonio Canova, in cui Venere e Cupido si scambiano teneri gesti d’affetto, proprio come quelli tra una madre e un figlio (Museo Canova, Busseto). Questa è una delle ultime scene mitologiche della mostra, che con l’Ottocento si immerge nell’immaginario romantico di Francesco Hayez, con cui l’Amore diventa un sentimento intrecciato con le istanze patriottiche del Risorgimento. Come nel famoso Bacio, di cui a Terni è esposto il bozzetto ad acquerello (Pinacoteca Ambrosiana) e lo studio dei Vespri siciliani (BNL), in cui l’Amore ispira gesti di grande impegno civile per la libertà.

Giorgio De Chirico, Ettore e Andromaca (1931). Olio su tela, 60 x 50 cm

Nell’ultima parte della mostra, dedicata al XX° e XXI° secolo, vengono messi in discussione tutti i principi d’Amore raccontati in precedenza, il Novecento trascina l’Amore in una dimensione sempre più problematica, riflettendo anche in questo sentimento le inquietudini dell’epoca. Dallo sguardo interrogativo della moglie di Giacomo Balla, ritratta dal marito nel Dubbio (Galleria Comunale d’Arte Moderna, Roma) all’abbraccio d’addio di due enigmatici manichini che Giorgio De Chirico identifica come Ettore e Andromaca (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea).

Fino a Banksy con la sua Balloon Girl, con lo sguardo indifeso di una bimba a cui il vento ha sottratto il palloncino, sicuramente un’immagine controversa che chiude la mostra e che invita a trovare la forma più adatta a ciascuno di noi per amarsi.

 

AMARSI

L’AMORE NELL’ARTE DA TIZIANO A BANKSY

7 DICEMBRE 2023 / 7 APRILE 2024

 

a cura di Costantino D’Orazio

con la co-curatela e direzione di Anna Ciccarelli e la collaborazione di Federica Zalabra

 

Palazzo Montani Leoni

Corso Cornelio Tacito 49

Terni

 

open

martedì/mercoledì 15:30/19:30

giovedì/domenica 9:00/13: 00, 15:30/19:30

 

FondazioneCarit.it

 

Cover: Banksy, Girl with balloon (2023/11/09). Stencil spray su cartone, 30 x 21,5 cm. Edizione 39/50