DIVISIONISMO. LA RIVOLUZIONE DELLA LUCE
Rompe con la tradizione accademica e rivoluziona l’arte moderna, grazie a una nutrita avanguardia di artisti che ne fanno il loro credo: è il “Divisionismo, La rivoluzione della luce”, come si intitola la mostra che lo omaggia fino al 5 aprile 2020 presso il Castello Visconteo Sforzesco di Novara. L’esposizione, curata dalla storica dell’arte Annie-Paule Quinsac, si incentra soprattutto sul Divisionismo lombardo-piemontese (non a caso è stata scelta Novara per raccontarlo). La tecnica dei trattini, lunghi, corti, addirittura filamentosi, nasce a Milano e si sviluppa in particolare nel Nord Italia. Strizza l’occhio al Pointellisme, il Neo-Impressionisme francese, ma non ne è direttamente influenzato.

Vittore Grubicy, Quando gli uccelletti vanno a dormire (1891, 1903). Olio su tela, in comodato presso il Divisionismo, Pinacoteca di Tortona

Plinio Nomellini, Baci di sole (1908). Olio su tela, Galleria d’Arte Moderna Paolo e Adele Giannoni, Novara

Giovanni Sottocornola, Fuori Porta (1891). Olio su tela, Collezione privata

Carlo Fornara, Fontanalba (non datato, probabilmente 1904-1906). Olio su tela, collezione privata
Quale è l’idea di fondo? Le nuove conoscenze e lo studio dei trattati d’ottica che, rivoluzionando il concetto di colore, permettono al pittore di agire con una tecnica moderna. Un personaggio importante per tutto questo è Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il fratello Alberto gestisce, a partire del 1876, una galleria d’arte a Milano. È convinto, infatti, che sia necessaria la sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Il colore, da dato chimico, diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello spettatore può ricomporre le sue pennellate “staccate”, divise appunto, in una sintesi di toni che regala al dipinto una maggior luminosità. La convinzione di Vittore è profonda e riesce a catturare in questo gli artisti della sua scuderia. E l’interesse da Milano e Lombardia passa anche al Piemonte, dove la pennellata divisa si trasforma in una nuova visione della natura e in uno strumento importante per raccontare certe tematiche sociali, come fecero Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo (probabilmente i nomi più noti del movimento pittorico) senza dimenticare però visioni simboliche con un’interpretazione visionaria della storia e dell’iconografia cristiana, come accade per Gaetano Previati.

Cesare Maggi, La slitta (1905). Olio su tela, Collezione privata

Giovanni Segantini, Dopo il temporale (non datato, probabilmente 1883-1885). Olio e tempera su tela, Collezione privata

Angelo Morbelli, Meditazione (1913). Olio su tela, Collezione privata
L’esposizione al Castello Visconteo Sforzesco è ordinata in otto sezioni tematiche, che narrano in settanta opere, provenienti da importanti musei, istituzioni pubbliche e collezioni private, l’avventura del Divisionismo, in un percorso di grande fascino, con tutte le sfumature che lo caratterizzarono.

Emilio Longoni, Riflessioni di un affamato, Contrasti sociali (1894). Olio su tela, Museo del Territorio Biellese, Biella

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Mediatore (1891). Olio su tela, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Milano
Si va dalla Sala 1 e 2, con una panoramica sui futuri divisionisti, e la I Triennale di Brera, cioè l’uscita ufficiale del Divisionismo italiano, alla Sala 3 che testimonia il suo affermarsi. La 4 è tutta dedicata a Pellizza da Volpedo; nella 5 è il “colore della neve” il primo attore; nella 6 ci sono Previati e il suo simbolismo; nella 7 sette magnifici disegni di Segantini. Infine, nella Sala 8 si mostrano le opere dei primi decenni del nuovo secolo, il 1900.

Gaetano Previati, Maternità (1890-1891). Olio su tela, Banco BPM
La stagione divisionista si esaurisce tra il 1919 e il 1920, anno in cui scompaiono Gaetano Previati e Vittore Grubicy, l’artefice massimo, si può dire, di questa corrente. Ma già se n’erano andati i protagonisti dei primi tempi, Giovanni Segantini a quarantun anni nel settembre 1899; Giuseppe Pellizza da Volpedo a trentanove, suicida il 28 luglio 1907.
DIVISIONISMO
LA RIVOLUZIONE DELLA LUCE
23 novembre 2019/5 aprile 2020
a cura di Annie-Paule Quinsac
Castello Visconteo Sforzesco
Piazza Martiri della Libertà 3
Novara
open
martedì/domenica 10:00/19:00
ilcastellodinovara.it
Cover: Gaetano Previati, Maternità (1890-1891). Olio su tela, Banco BPM