L’ART INFORMEL: IL SEGNO E IL GESTO. 1950 – 1970
Per concludere il suo programma del 2023, Opera Gallery è entusiasta di presentare L’Art Informel: il segno e il gesto – 1950-1970 dal 19 ottobre al 28 novembre 2023, una mostra-evento curata dalla storica dell’arte e critica, Lydia Harambourg. Questo movimento artistico, nato negli anni ‘40, non solo ha prosperato in Francia e in Europa, ma ha anche trovato il suo cammino in Giappone e negli Stati Uniti. Concentrandosi sul periodo storico del movimento, questa mostra esplora l’evoluzione di questa forma d’arte post-bellica e la sua influenza sull’arte contemporanea. I visitatori avranno l’opportunità di ammirare – e persino acquisire – circa quaranta opere di questo periodo, realizzate da rinomati artisti come Karel Appel, Jean-Michel Atlan, Hans Hartung, Georges Mathieu, Jean Paul Riopelle, Antonio Saura e Pierre Soulages, che mettono in mostra la ricchezza delle proposte plastiche di questi artisti.
Grande libertà di interpretazioni
L’Art Informel comprende una ricchezza di interpretazioni, attingendo dalle tendenze principali dell’astrazione lirica, del movimento Gutai, del materismo e dello spazialismo. Il termine art informel fu coniato nel marzo 1951 dal critico d’arte Michel Tapié durante la mostra Véhémences confrontées presso la Galleria Nina Dausset, incentrata sulle Tendenze estreme nella pittura non figurativa. Questa mostra presentava opere di artisti noti come Camille Bryen, Giuseppe Capogrossi, Willem de Kooning, Hans Hartung, Georges Mathieu, Jackson Pollock, Jean Paul Riopelle, John Peter Russel e Wols (Wolfgang Schulze). L’anno successivo, nel 1952, Tapié considerò l’art informel come rappresentante di un’arte diversa.
L’Art Informel funge da canale per esprimere sentimenti e impressioni, offrendo una vasta libertà di interpretazioni alimentata da diverse tecniche astratte o gestuali spontanee, materiali e mezzi utilizzati dagli artisti uniti sotto questa bandiera. Il termine art informel è emerso rapidamente per abbracciare opere d’arte create in modo soggettivo ed espressivo, in netto contrasto con le composizioni intellettuali del Cubismo geometrico o dell’Arte Astratta geometrica. Gli artisti, desiderosi di esplorare ogni via dell’espressione attraverso la materia, hanno deliberatamente evitato la figurazione per enfatizzare segni, macchie, tracce o gocciolamenti di vernice su tele. Da un punto di vista semantico, sarebbe appropriato considerare l’art informel come l’arte dell’informe, un concetto che potrebbe essere stato chiamato l’arte del rifiuto in un contesto diverso. Alla luce di ciò, come autrice e curatrice di questa mostra, Lydia Harambourg, giustamente si chiede nella prefazione del catalogo: “Come certe parole hanno contribuito all’istruzione della storia dell’arte?”. Riflette ulteriormente sulla questione, affermando: “Lirismo, Informel, Tachisme, ‘Art autre’ e Action painting sono termini utilizzati per definire un’arte che ogni individuo abbraccia secondo le proprie convinzioni pittoriche e le fluttuazioni temporali legate agli eventi attuali. […]”. Con questo invito, Opera Gallery incoraggia il pubblico a interagire con le opere selezionate, a connettersi con le proprie emozioni e a sviluppare la propria definizione personale di questa forma d’arte conosciuta come informel.
I Grandi protagonisti dell’Art Informel
Da Karel Appel a Pierre Soulages, passando per Antonio Saura, Jean-Michel Atlan e Jean Paul Riopelle, Opera Gallery esporrà e offrirà in vendita opere eccezionali di questi grandi artisti che incarnano l’art informel, ognuno a modo suo.
Karel Appel (1921-2006), co-fondatore del movimento CoBrA, ha impostato il tono: voleva che la sua arte fosse esaltante. Dai suoi “sbalorditivi festeggiamenti pittorici” è emerso un primitivismo selvaggio e vulcanico. La sua pittura era sperimentale e andava oltre l’espressionismo per raggiungere la sfera informale. La sua vivace tavolozza era fecondata da una materia spessa per creare forme allusive influenzate dall’arte dei bambini, evitando però l’insidia dell’astrazione. Opera Gallery presenterà Donna e Uccello sulla Spiaggia, un olio su tela del 1956. La galleria ha inoltre selezionato un’altra opera importante di Karel Appel, Le Cri tournant, un olio su tela del 1959, che viene descritta da Lydia Harambourg nel seguente modo: “Questo grido è un tornado di pittura. Il soggetto vorticoso viene risucchiato in questo maelstrom informale di impetuosità vertiginosa, saltando sulla sua incomunicabilità per descrivere e identificare qualsiasi cosa. Segno e mito si fondono nell’identità di Karel Appel, la cui visione del mondo è fratturata e tesa, e dove colore e materia celebrano liberamente un universo crudo di sensibilità traboccante’’.
La drammaturgia della pittura di Antonio Saura (1930-1998) attinge a una tradizione pittorica (Velázquez, Greco, Goya, Picasso) che non ostacola l’invenzione delle sue forme uniche. Queste forme si moltiplicano secondo il principio della metamorfosi per raggiungere un’espressione barocca e l’austerità di una tavolozza limitata al bianco e nero. I corpi femminili di Saura hanno la stranezza di una visione crepuscolare, mistica, temperata dal modo disinvolto con cui l’artista disegna. Nule, un olio su tela del 1958, si erge come perfetta illustrazione di questa tecnica e sarà in mostra.
Pioniere e precursore dell’art informel, Jean-Michel Atlan (1913-1960), con i suoi segni arcaici incorniciati in sontuoso nero, creò una pittura che rianimò i grandi ritmi primitivi. Era aspra e sensuale, e attingeva tanto all’inconscio quanto all’eredità di memoria. La magia dell’ideogramma dell’artista era terrena, mistica e profetica. Prefigurò la pittura gestuale e lo fece diventare il pittore astratto dei grandi geroglifici delle caverne. Ciò è evidente in Composizione, un olio su tela del 1959.
Lo stile gestuale di Jean Paul Riopelle (1923-2002) rifletteva il suo desiderio di trasporre le sue impressioni del mondo e della natura sempre presente. Precursore dell’automatismo e dell’informalismo, Riopelle usava il colore puro applicato direttamente dal tubetto con pennellate impastate o incise con il coltello, intrecciando forme con movimenti circolari e interruzioni simili a un mosaico. Senza titolo (1953) è un’opera eccezionale tipica della tecnica di Riopelle e sarà anche esposta.
Maestro del nero, un colore che contiene tutte le sfumature – ocra, rosso, blu – nella sua monocromia, Pierre Soulages (1919-2022) era attento alle opacità e alle trasparenze dell’olio nelle sue grandi strisce nere, con le quali sperimentava un ritmo dello spazio e della sua frammentazione. La sua astrazione rifiutava qualsiasi riferimento alla natura. Allo stesso tempo universo e linguaggio, il suo lavoro – come si può vedere qui con la sua opera intitolata Peinture 92 x 65 cm, 3 agosto 1954 – privilegia la materia, la cui presenza intensa e violenta contribuisce a una poesia singolare.
Opera Gallery
Situata al 62, rue du Faubourg Saint-Honoré nel Triangolo d’Oro di Parigi, Opera Gallery è una galleria d’arte moderna e contemporanea fondata nel 1994 da Gilles Dyan e attualmente vanta una rete di sedici gallerie in tutto il mondo: Parigi, Londra, Monaco, Ginevra, New York, Miami, Bal Harbour, Aspen, Dubai, Beirut, Singapore, Hong Kong, Seoul. La galleria di Madrid è stata inaugurata il 12 maggio 2023. Sotto la direzione di Marion Petitdidier, la galleria con sede a Parigi offre al suo pubblico, composto da amanti d’arte e collezionisti, una selezione permanente di opere di artisti moderni, d’arte post-bellica e contemporanea, tra cui Pablo Picasso, Jean Dubuffet, Alexander Calder, Pierre Soulages, Manolo Valdés, nonché mostre monografiche, collettive e tematiche.
L’Art Informel: il segno e il gesto
1950 – 1970
19 ottobre /28 novembre 2023
Opera Gallery
62, rue du Faubourg Saint-Honoré
Parigi
operagallery.com
Cover: Antonio Saura, Nule (1958). Olio su tela, 162×130 cm (dettaglio)