Teo KayKay, when street art meets champagne
Teo KayKay proviene dal mondo patinato della moda. Poi un giorno ha scelto di percorrere un’altra strada, assecondando la sua passione per la street art. Non si conosce il suo vero nome, e neppure il suo volto: “Stay focused on my art and not on my face” sostiene. E’ europeo, influenzato dagli ambienti artistici urbani di New York e Los Angeles. E ama dipingere bottiglie di Champagne.
Arte e Champagne si sono spesso incrociati nel corso della storia, basti pensare agli anemoni profilati d’oro della bottiglia di Perrier-Jouët del 1902 disegnati da Émile Gallé. Ma se l’arte è l’interprete privilegiato della bellezza di ogni epoca ecco che dall’Art Nouveau arriviamo ai nostri giorni, dove molti artisti elaborano attraverso la propria sensibilità un concetto di perfezione assoluta come lo champagne.
Ruinart è senza dubbio la Maison più vicina all’arte contemporanea, con molti progetti che negli ultimi anni hanno “ufficialmente” coinvolto celebri artisti. Ma ti può anche capitare di imbatterti in un artista molto poco “ufficiale”, che un giorno ti invia una mail, che vuole far conoscere il suo lavoro. Un artista che si muove nel buio, che probabilmente non parla italiano, ma che legge James, che conosce il nostro percorso esistenziale, costruito quotidianamente celebrando la bellezza.
Leggo le sue parole, osservo le foto che mi ha inviato. Una bottiglia di Ruinart Rosé diventa il muro di una periferia urbana dove Teo incide segni, colori e forme. Il diamante è il simbolo egemonico di una realtà transculturale, l’apologia di una visione che rende concreto il concetto di mito, sublimando la nobiltà attraverso una lente stravagante e realistica.
Ha fatto bene Teo a mandarmi quella mail. Lui ama customizzare singole bottiglie di Champagne. Noi amiamo l’arte e ogni sua forma che possa rendere unico un oggetto già di per sé incomparabile.
Non so se avrò la possibilità, un giorno, di conoscere di persona Teo. Osservarlo tra pitture fluo, vernici spray e pennarelli acrilici mentre dà vita a ciò che sogna ogni notte. “My project”, così chiama il suo processo artistico. Per ora si limita a spedire i suoi lavori a quei clienti che non hanno il privilegio, ma solo la curiosità, di conoscere il mittente.
E’ il mistero che rende visibile ciò che spesso ignoriamo.
E’ giusto che continui così.