MAISON DRAPPIER ALLA WINE CUBE BOLOGNA: LE RADICI DELLO CHAMPAGNE
Conclusa con successo la quarta edizione di “Wine Cube – A Great Experience”. Un grande appuntamento itinerante organizzato da Partesa per operatori di settore, gourmand e giornalisti, per la prima volta a Bologna, ai padiglioni di Grand Tour Italia, dove l’esperienza del vino è stata declinata tra degustazioni, formazione e comunicazione, con produttori di rilievo e grandi nomi del vino italiano e internazionale. Oltre 400 vini di 79 produttori da tutta Italia, Europa e Stati Uniti, in mescita nei qualificati banchi d’assaggio, insieme a momenti di formazione e consulenza specializzata con i Wine Specialist ed esperti Partesa. Attesissime le due masterclass internazionali andate sold-out in pochi giorni, ideate da Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa: una dedicata agli Champagne della prestigiosa Maison Drappier, con la partecipazione di Vania Valentini, Vice-Curatore della Guida Grandi Champagne, Hugo Drappier, titolare della Maison ed Eros Teboni; la seconda dedicata ai grandi vini americani, insieme a Charlie Arturaola, tra i 10 migliori palati dell’American Sommelier Association, Eros Teboni, Best Sommelier of the World WSA 2018, Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e fondatore di Famiglia Cotarella e dell’omonima Fondazione, Renzo Cotarella, Amministratore Delegato della Marchesi Antinori S.p.A., e, per la prima volta in collegamento in diretta dagli USA, Sarah Vandendriessche, enologa di Elizabeth Spencer, Lisa Togni, titolare di Philip Togni Winery, e Nate Weis, VP of Winegrowing di Silver Oak. Una vera e propria immersione nella Côte des Bar, la verticale di Champagne Drappier, un evento unico poter assaggiare cuvée ancora non distribuite e liqueur d’expedition rari, che rappresentano la firma della maison, grazie all’esperienza di Vania Valentini, Monsieur Hugo Drappier ed Eros Teboni.
La maison Drappier nasce nel villaggio di Urville nella Côte des Bar, una regione con una tradizione viticola antica, densa di Vigneron e Maison, non distante dalla Borgogna, ma fino a pochi anni fa pressoché sconosciuta, chiamata così dalle due località che la cingono, a sud la Bar-sur-Seine, a est la Bar-sur-Aube. Un paradiso per gli amanti dei più raffinati champagne, da scoprire percorrendo da Troyes a Clairvaux, la strada dello champagne, punteggiata di cantine, vigneti, grandi laghi, boschi, borghi storici, chiese incantevoli dalle travature lignee. Luoghi che hanno una storia antica, tutti da scoprire. Montgueux, un balcone panoramico straordinario su Troyes, sulla collina e sui vigneti, nel territorio preferito dallo Chardonnay. Troyes, antica capitale della provincia della Champagne con la stupenda cattedrale di Saint-Pierre-et-Saint-Paul, tra le più affascinanti di Francia, con le sue vetrate classificate Monumenti storici, il dipartimento dell’Aube è ritenuto la capitale europea delle vetrate. Fouchères, con lo Château de Vaux, un suggestivo maniero immerso nella natura e un’architettura grandiosa dove venne progettato il colpo di stato di Napoleone III. Gyé-sur-Seine, dove si trova Le Garde Champêtre, una locanda atipica realizzata in un antico deposito dei treni, regno del bio e della cucina tipica. Courteron, con le sue “cadoles champenoises”, casette con pietre a secco tipiche dei vigneti della Côte des Bar, usate dai viticoltori per mettersi al riparo in caso di intemperie, visitabili in un percorso dedicato. Les Riceys, caratteristico borgo attraversato dal fiume Laignes, con edifici in pietra che risalgono al Rinascimento, chiese classificate monumenti storici, castelli, cappelle e lavatoi storici, in una località che ha la più estesa superficie viticola di tutta la Champagne, con 866 ettari di vigne. Essoyes, dove visse il pittore Renoir a partire dal 1896, insieme alla moglie Aline Charigot, da riscoprire visitando la residenza, il giardino, il laboratorio del pittore, ammirando i suoi lavori, nella mostra permanente a lui dedicata. Bar-sur-Aube, la città medievale, con il mercato coperto, il ponte dell’Aube, la chiesa di Saint-Pierre, il municipio. Colombey-les-deux-Églises, dal 1946 residenza del Generale De Gaulle, con una mostra permanente che ripercorre la carriera e la vita del ‘Grand Homme’. Bayel, con il Musée du Cristal e il laboratorio del vetro, un eco-museo, per scoprire modellini, creazioni straordinarie e documenti antichi, conoscendo il soffio a bocca, il taglio manuale, l’incisione con la sabbia. Ville-sous-la-Ferté, sede dell’affascinante Abbazia di Clairvaux, con le cantine storiche, un luogo di culto cistercense del XII secolo, ricostruito nel XVIII secolo e trasformato in prigione nel XIX secolo da Napoleone.
Ma c’è anche un po’ di Italia in quella regione di grandissimi vini, a meno di un paio di ore di auto dal villaggio di Urville, si può visitare il cimitero militare di Bligny, nei pressi di Reims. Accoglie le tombe di 3.453 soldati italiani, caduti durante la seconda battaglia della Marna, nel luglio 1918. E’ il più grande cimitero militare italiano della Grande Guerra in Francia a cui si aggiunge quello più piccolo di Soupir, dove riposano i resti di 594 soldati italiani, caduti sul fronte dello Chemin des Dames e nella liberazione del villaggio di Soupir, sempre nel ‘18. Nel 1808 l’Europa è in subbuglio. Le Marche entrano a far parte del Regno d’Italia, la Toscana viene annessa all’Impero; nella penisola Iberica la popolazione si ribella contro Napoleone e i Francesi; i russi conquistano la fortezza di Sveaborg e occupano Helsinki; Napoleone al culmine del suo potere crea l’Università come istituzione di Stato, mentre nella Champagne del sud, presso il villaggio di Urville, nel dipartimento dell’Aube, nasce Drappier, tra le più note maison della Champagne, sempre guidata dalla medesima famiglia, oggi con possedimenti che superano i 100 ettari di vigneti, di cui 53 di proprietà, in buona parte certificati biologico e in fase di conversione. Orgogliosamente viticoltori da sempre impegnati nella conduzione, a partire da André Drappier, nume tutelare della maison; a Michel Drappier il maestro di cantina; fino a sua moglie Sylvie, ai figli Charline, Hugo e Antoine, tutti disposti nei ruoli chiave dell’azienda per contribuire con le proprie capacità, senza mai dimenticare la propria identità e i propri valori. L’impegno della famiglia nel rispettare l’ecosistema, lasciando il territorio un po’ migliore di come è stato trovato, a vantaggio delle generazioni future, è il primo dei dogmi che caratterizzano lo stile Drappier, evitando diserbanti, affidandosi a pratiche che rispettano il vigneto e l’ambiente, con la sarchiatura a mano, l’inerbimento parziale e l’aratura a cavallo, per coltivare in modo sano e preservare la biodiversità del territorio. In oltre due secoli ogni componente della famiglia ha saputo infondere qualcosa alla dinastia. Nel 1930 il nonno di Michel Drappier andando contro al pensare comune, comincia ad impiantare Pinot Nero, una visione lungimirante che si dimostrerà avveduta, oggi il Pinot nero rappresenta il 70% della produzione Drappier.
Tra le cuvée memorabili di Drappier, senz’altro la Carte d’Or Brut del 1952, ideata da André Drappier, un blend di uve Pinot Noir all’80%, complesso, aromatico, fruttato, precursore del ‘gusto Drappier’, che fornirà impulso alla crescita della maison. Michel Drappier, che ha studiato Enologia a Bordeaux e ha ricevuto le redini dell’azienda nel 1979, è stato un precursore con il suo celeberrimo champagne a dosaggio zero, molto prima che i non dosati prendessero piede tra gli appassionati. Un 100% Pinot Nero senza l’aggiunta della liqueur, minerale, cremoso, straordinario. Ogni cuvée ha una sua precisa personalità. Come la cuvée Charles De Gaulle, a base di Pinot Nero biologico, Pinot Meunier, Chardonnay e Pinot Bianco, dedicata al generale de Gaulle, cliente storico di Drappier, che se lo faceva recapitare nelle occasioni più private, un assemblaggio parzialmente invecchiato in botti di rovere, profondo, complesso, lungo, persistente. O la cuvée Grande Sendrée, con 55% Pinot Noir e 45% Chardonnay, maturata per un periodo in botti di rovere, ottenuta con un liqueur de tirage invecchiato in botte per oltre 15 anni, imbottigliata nella replica di una bottiglia del XVIII secolo rinvenuta nelle cantine di Urville. Tra i meriti di Michel, l’aver saputo dedicare tempo ed energie alla sperimentazione, lavorando su liqueur ottenute da vecchie annate, sul recupero di vecchi vitigni dimenticati e sul ritorno all’impiego del rovere nella vinificazione.
“Quella che si è tenuta durante la WineCube di Bologna, è stata una degustazione unica al mondo. Un momento interessantissimo, non solo per gli addetti ai lavori e un’esperienza che difficilmente potrà ripetersi – ha spiegato Vania Valentini –. Hugo Drappier nella prima parte del tasting ci ha dato la possibilità di assaggiare l’iconico Carte d’Or Drappier in un percorso inedito; stessa parcella, stessa annata, stessa sboccatura ma con quattro dosaggi diversi, in rappresentanza delle ultime quattro generazioni della famiglia Drappier, alla guida della Maison da ben otto generazioni. Quattro diverse interpretazioni della stessa cuvée grazie a differenti dosaggi: la prima, il Carte d’Or con 0 gr/l, non in commercio al momento; la seconda con 5 gr/l; la terza con 10 gr/l e la quarta con 20 gr/l, un omaggio allo stile e al gusto del nonno di Hugo Drappier, papà di Michel. Un’occasione unica per conoscere in profondità questa grande maison e per scoprire quanto possa influire la liqueur d’expedition nella realizzazione di una cuvée; incredibile infatti come, diversi dosaggi, possano dare origine a personalità diverse, andando ad interagire non tanto sulla dolcezza bensì sull’ampiezza, sul movimento al palato, sulla scorrevolezza, sulla generosità nonché sulla finezza e l’espressività. Non sempre, infine, uno champagne dosato risulta più dolce rispetto a uno non dosato; spesso accade proprio il contrario. La degustazione è proseguita con il Brut Drappier Nature Sans Soufre: “uno champagne senza dosaggio e senza solforosa aggiunta (Drappier è stata la prima maison a sperimentare una cuvée senza l’aggiunta di solforosa), che si è rivelato molto interessante ed espressivo, nonché freschissimo, luminoso, senza alcuna traccia di ossidazione. A seguire, la Cuvèe Extra Brut Clarevallis. Uno champagne che rappresenta la nuova generazione della famiglia Drappier, biodinamico al 100% con una componente di pinot bianco, chiaramente percepibile nei suoi profumi di pepe bianco, spezie; davvero notevole. E ancora il Grand Sendree, la Cuvée Prestige qui nell’annata 2012, vinificato parzialmente in legno e con un affinamento di dieci anni sui lieviti. Un’annata incredibile, tra le migliori in Champagne e un grande regalo per chi era presente. Per finire con la vera sorpresa che ci ha riservato Hugo Drappier: una degustazione unica nel suo genere e mai avvenuta prima d’ora. Sono state poste in assaggio, infatti, quattro liqueur d’expredition diverse, scelte nell’enorme ‘biblioteca’ che Drappier conserva nella sua maison, fin dal lontano 1969. Un momento unico nel quale abbiamo potuto annusare e, per chi lo volesse fare, assaggiare, questi liquidi preziosi, vecchi vins de réserve conservati 10 anni in botti di rovere e successivamente conservati in damigiana assieme a zucchero di canna ‘bio’, che caratterizzano la memoria storica e la firma delle cuvée della celebrata maison di Urville”.
Palpabile l’entusiasmo di Eros Teboni: “La degustazione che si è tenuta alla WineCube Bologna è stata epica. Non succede praticamente mai di poter assaggiare le liqueur di una importante maison dello champagne come Drappier. Si tratta della ricetta segreta della casa ed è avvolta da un comprensibile mistero. Quel concentrato di zucchero di canna e vecchie annate, rappresenta la personalità del brand, quanto di più segreto possa esservi, riguardo a procedimenti di vinificazione affinati e migliorati nel corso di secoli. Drappier ci ha preso per mano e ci ha fatto entrare nella cassaforte di famiglia, guidandoci attraverso i secoli e otto generazioni, per farci conoscere un elemento fondamentale della vinificazione come la liqueur d’expedition, senza temere di svelare il suo stile. Prima delle liqueur, abbiamo assaggiato quattro grandi champagne, ma con la Cuvée Grande Sendrèe 2012, è stato particolarmente piacevole, è uno degli champagne che preferisco”.