DUNE MOSSE E CUCINA GOURMAND AL BOCA

Ci sono anche le dune di sabbia al Boca Barranca, ma non è una spiaggia dei tropici, è Romagna. Un tratto di costa e pineta ancora incontaminate, accanto alla foce del fiume Lamone nel ravennate, che fin dalla Prima Guerra Mondiale erano stati presidio militare, poco lontano da Porto Corsini e dall’aeroporto Caproni da cui decollavano gli idrovolanti. Una spiaggia che a metà degli anni Cinquanta vedrà sorgere il ristorante “Il cacciatore e pescatore”, un locale tipico che contribuirà ad animare quel tratto di costa, mentre il turismo comincia a scoprire quei litorali e quelle spiagge bianchissime. Nei primi anni Novanta l’insegna muta in “Corto Maltese”, un pub ancora ricordato per le suggestive atmosfere dell’alter ego letterario nato dalla matita di Hugo Pratt, fino al 2001 quando il locale diventa il “Boca Barranca” ispirandosi a una celeberrima spiaggia del Costa Rica. Poi nel 2006, arrivano Francesca ed Eugenio a guidare le sorti del locale ravennate, conosciuto ormai da tutti come “Boca”.

Francesca ed Eugenio

Apparentemente è solo uno stabilimento balneare con ristorante e pizzeria, ma gradualmente si evolve acquistando personalità grazie agli amabili gestori e alle modifiche strutturali che rendono gli spazi più ampi e confortevoli. Anno dopo anno la spiaggia ben tenuta, le dune di sabbia, i lettini distanziati e le vele si coniugano a una ristorazione che vira verso una cucina gourmand sempre più autoriale e nel 2020 si smette la pizzeria, mentre l’ambiente si connota per uno stile country chic marinaro, molto personale, con elementi d’arredo e oggetti mai uno uguale all’altro, scelti da Francesca ed Eugenio nei loro viaggi.

Irvin Zannoni

Sonorità lounge e un grande bancone in legno, una vecchia scala, gli scuri di una casa colonica diventati specchi, lampade, tavoli in legno antico riadattato e oggetti che arrivano dalle campagne romagnole, oppure dall’Arabia, dalla Turchia, da Bali e una volta restaurati vivono una seconda vita. “Quando abbiamo rilevato il locale, gli spazi sono stati ripensati, ampliati e arredati con mobili in legno di recupero che ci rappresentano e raccontano le nostre radici o viceversa i viaggi, i luoghi e i popoli che abbiamo incontrato. È un modo per condividere intimamente le nostre passioni con chi viene qui” ci conferma Francesca, a cui si deve il tocco raffinato dato agli ambienti. È uno dei pochissimi stabilimenti balneari di Marina Romea aperti per dieci mesi all’anno, dove andare per scoprire la cucina dello chef Irvin Zannoni, che da gennaio 2020 è in forza al Boca: “Erano state create le condizioni per una svolta alla filosofia del locale, che accogliesse naturalmente la cucina creativa e di ricerca che caratterizza il lavoro di Irvin” afferma Eugenio. Uno chef autodidatta che inizia ancora adolescente in un ristorante di Cesenatico dove rimane per 17 anni e apprende i ritmi e le basi, senza smettere di porsi nuovi obiettivi, collaborando per sette stagioni invernali con Giancarlo Perbellini, da cui apprende fondi, demi-glace, bisque, salse, così importanti nella cucina odierna. Seguiranno sei anni importanti che definiscono la sua filosofia alla guida della cucina della Capannina di Casalborsetti, per poi approdare nel gennaio 2020 al Boca.

Una cucina local di grande piacevolezza, che non si pone confini, dove i piatti della tradizione marinara vengono ripensati con tecniche contemporanee senza rinnegare le cotture classiche: il pesce arriva dall’Adriatico, tranne pochissime eccezioni fornito dal mercato di Rimini, Goro e Gorino, mentre le verdure e le erbe giungono da una filiera corta selezionata dalla vicina pineta e dalle valli. Cefali, sgombri, razze, mazzancolle, spigole, ricciole, che ogni anno diventano materia di 4 menù stagionali pensati per valorizzare il territorio ed esprimere piatti freschi e appaganti dalle delicate concentrazioni, raccolti in una carta ampia e in due menù degustazione a mano libera.

Castrato crudo

Amatriciana d’anguilla

Il Rombo

Lo Scalogno

Una dimensione espressiva fatta di memoria e capacità tecniche densa di contrappunti coinvolgenti, un lavoro profondo, attento, certosino nell’ideazione del piatto che non manca mai della giusta dose di ironia, con proposte che creano da subito consonanza con lo chef. Ecco dunque l’Amatriciana d’anguilla, dove il piatto viene interamente ripensato alla luce delle materie ravennate, preferendo al guanciale l’anguilla nostrana verde, ben sgrassata e affumicata, condita con pomodoro giallo, salsa di pecorino affumicato e polvere di cipolla. Il Castrato crudo, un rombo pulito e tagliato a tartare, condito con sale, pepe, olio alla cenere, insieme a un contorno di salsa di pomodori bruciati grigliati e il grasso del castrato fuso che conferisce quell’afrore e quella particolare intensità. La cucina di casa ritorna con i Rigatoni seppie e piselli, mantecati con brodo di fegati, ispirato ai monfettini tradizionali. Il Cefalo (nostrano da circa 3 kg. non d’allevamento), servito con salsa di finocchietto selvatico, colto sulle rive dei canali della zona, ottenuta per estrazione a freddo, insieme a una riduzione di mapo e bottarga di uova di cefalo home made. Ancora il Rombo sfilettato da crudo, passato in padella con burro chiarificato, salsa di porri stufati e ostriche aggiunte alla fine, con polpettina di cartilagini, gel di limone per contrasto e foglia d’ostrica. Infine Lo scalogno, che spariglia le carte mettendo in discussione la memoria palatale di ognuno ed esprime un geniale e goloso dessert dove lo scalogno incontra con successo la glassa di caramello salato, il cioccolato fondente e un’efficace e suadente riduzione di ananas caramellato.

Arianna Camilla

La sala è in ottime mani, sorvegliata da Arianna Camilla (maître e sommelier) piemontese, figlia di ristoratori, ma residente a Bertinoro, arrivata in Romagna per motivi di studio e per amore. A lei l’onere e l’onore di curare una cantina dalla marcata identità nazionale, che racconta anche il territorio grazie a una selezione dei più interessanti Albana e Trebbiani romagnoli, senza dimenticare la Francia. Oltre 100 etichette scelte con un’idea precisa, aderire alla cucina sognatrice dello chef, in una visione globale del piatto che deve essere esperienza, piacevolezza ed armonia.

Si viene al Boca per lasciarsi guidare da Francesca ed Eugenio insieme a chef Irvin, vivendo la spiaggia con i suoi ritmi, il relax della battigia, la tintarella, ogni tanto un tuffo, alternando momenti gourmet con la sfiziosa colazione del mattino, il lunch fresco ed appagante, le merende, i cocktail, gli aperitivi, fino alla cena gourmand della sera. “Il Boca era il locale che volevamo” concludono Francesca ed Eugenio “un ambiente con più anime unite da una medesima filosofia che in questi anni ci ha premiato, ogni tanto eventi di grosso cabotaggio ma soprattutto cene intime e curate vista mare. Puntiamo da sempre a un’idea di locale che rispetta i prodotti, la location e le persone e da sempre cerchiamo di realizzare ciò che grazie anche a Irvin il Boca è diventato, un ambiente dove stai bene, stai largo, sei off, vieni seguito nelle tue esigenze senza eccessive interazioni con il mondo social”.

 

 

bocabarranca.it

Photo credits Lorenzo Moreni