PEPE ROSA: GIOVANI, CARINI E … APPASSIONATI
Inserito in modo eufonico all’interno del grazioso porticciolo di Capo d’Orlando, il ristorante Pepe Rosa racchiude in sé la grazia gentile, il fascino mitico e il tepore familiare del borgo marinaro messinese. Ad un soffio dalle isole Eolie e lambito dalla brezza del Mar Tirreno, Pepe Rosa non si limita ad essere araldo di ristorazione fine dining ma, ancor di più, un amabile involucro al cui interno dialogano materie prime pregevoli e professionalità attente e dinamiche.
Figlio della verve imprenditoriale di Antonio Magistro, dopo i primi due anni vissuti in centro città, il ristorante Pepe Rosa solca la passerella fronte mare nel giugno 2018, fregiandosi di uno stile moderno e un make-up romantico.
La gestione è ritmica e familiare: accanto a Magistro le sorelle Manuela e Miriam, il fratello Alessio, pastry chef e i cognati Giuseppe Migliazzo e Valerio Pedalino, rispettivamente in cantina e in cucina.
Per tutto il locale aleggia un inno a “la meglio gioventù”, un suono che si fa gioia: c’è passione viva, qui, voglia di fare e fame di “canoscenza”, fuoco fulgido negli occhi di Salvatore, Andrea, Rosario e Nikita, giovani e garbatissime anime della sala.
E poi lui, Domenico Perna, classe ’94, executive chef del ristorante, timoniere del Pepe Rosa da dicembre 2022. Originario di Patti, cittadina del messinese, Perna viaggia per le cucine europee da Londra a Positano, da Ginevra a Lugano, arricchendo il bagaglio di esperienze importanti per tornare, poi, nella sua Sicilia al fianco, dapprima, di Pietro D’Agostino al ristorante La Capinera (1 stella Michelin) di Taormina, e, in seguito, di Giuseppe Biuso al Ristorante Il Cappero (1stella Michelin) del Therasia Resort di Vulcano. Tecnica, essenza e contaminazione sono i tratti salienti della cucina del giovane chef: un orizzonte senza confini, un dialogo di culture, una ricerca fervida e sempre attiva.
Davvero sorprendente l’Anguilla al barbecue con riso al brodo dashi, salsa kabaiaki, invidia belga e aceto di melograno, una fusione equilibrata di tinte giapponesi e sapori mediterranei, con il riso fragrante che saggia la morbidezza dell’anguilla, un pesce dalle carni molto grasse che arriva in bocca in modo pulito, senza invadere il palato, rallegrato sul finale dalla briosa freschezza dell’invidia.
Molto tenera la Ventresca di tonno frollata, servita con una salsa di soia olandese aromatizzata al porro fermentato, un fondo di carruba e nasturzio, un piatto dove acidità e dolcezza camminano a braccetto senza mai farsi lo sgambetto.
Perfetta la cottura dello Spaghetto all’astice, salicornia e polvere di alga nori, con cui olfatto e palato si inebriano di mare, godendo a pieno del piacere sensoriale che la semplicità riesce a donare quando la materia prima è eccellente e declinata ad arte.
Squisito l’Agnello con radicchio al barbecue laccato al miele, yogurt di latte di capra e senape in grani. Un piatto che basta a sé stesso, un alterco equilibrato di toni e consistenze, una suggestione che ammutolisce la bocca e infervora l’animo.
Bravo il pastry chef, Alessio Magistro, la cui trama dolciaria si sviluppa tra contemporaneità e sapori antichi, viaggio e ricordo. È gioco di illusioni il predessert che sembra un tuorlo d’uovo: Granita di albicocca e sciroppo alla menta, semplice, delicato, freschissimo. Una crema pasticcera perfetta farcisce la versione moderna della Torta di mele “della nonna”, per niente stucchevole, guarnita con pasta di mandorla, noci caramellate e una cialda al cacao.
Intrigante la carta dei vini, con un parterre in cantina di circa 450 referenze, selezionate da Migliazzo e Magistro in modo intelligente, tenendo conto dei gusti dell’eterogenea clientela, delle tendenze di mercato, nonché dei capisaldi dalla produzione vinicola siciliana, italiana ed internazionale.
ristorantepeperosa.com