PISCO, CUCINA DI MARE CON STILE
Il silenzio di una piazza rinnovata e ritrovata, i ritmi cadenzati, la linea degustativa, l’elegante informalità della location: Pisco, affacciato sul milanesissimo e simbolico Arco della Pace, è pesce, è l’incontro di culture gastronomiche diverse ma mai opposte, semmai complici in incastri talmente personali da diventare identità a partire dal nome, che rimanda all’acquavite messicana e peruviana. La cucina del Pisco, profondamente ibridata, si muove tra Mediterraneo, Sudamerica e cultura gastronomica giapponese, in un gioco di assonanze e contrasti indovinati e mai scontati; è la tradizione che incontra la contemporaneità, per proposte che seguono sempre la stagione e ciò che i mari propongono.
In inverno il Mediterraneo offre ricciole e tonni per tartare e piatti preparati con verdure di stagione quali cime di rapa e carciofi. E ancora ricci di mare e crostacei dalla Sicilia, serviti al naturale, in primi piatti o in accompagnamento a una maionese leggermente piccante. In estate lo sguardo si rivolge altrove, al Cantabrico, alle Asturie, alla Normandia, dove i frutti di mare esaltano le proprie caratteristiche grazie alle correnti fredde del Nord.
Sono, tutte, proposte essenziali e difficilmente replicabili altrove che non scivolano mai in scontati formalismi, la materia prima non viene sovrastata né svilita; semmai, condimenti e spezie sono appositamente pensati per enfatizzare i sapori del pescato, dei crostacei, delle ostriche. Il fil rouge di eleganza e gusto al palato è comune e accompagna ogni proposta in un’armonia costante, dalle entrée fino ai dessert.
Coerenza, identità, rigore, atout presenti anche nella carta dei vini, che privilegia etichette biologiche e biodinamiche appositamente scelte per sposarsi perfettamente con la gastronomia di Pisco, né possono mancare spirits e vini passiti, distillati e amari di alta gamma, anch’essi pensati per abbinamenti ideali con i fine pasto proposti. L’idea di Pisco, o meglio ancora il format, è unico anche per gli occhi: l’atmosfera ricorda la tipica trattoria della costiera amalfitana, senza però mai scivolare nella banalità di un’immagine tipicamente turistica.
La location è accogliente e invita a una convivialità mai sopra le righe, la mise en place è garbata, i colori sono quelli delle calde tonalità di legno di tavoli, sedie e pavimenti; le due originalissime pareti di fondo delle sale, in realtà gigantesche lavagne che ricoprono tutta la superficie decorate a gessetto, sono divise dalla cucina a vista, caratterizzata dalle panelle bianche tipiche delle pescherie, rese originali da un mosaico coloratissimo di piastrelle di Vietri.
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