PRINCIPI CERAMI, HERITAGE E AVANGUARDIA FINE DINING
Con l’avvento di marzo, l’ospitalità del San Domenico Palace, a Four Seasons Hotel, ha inaugurato anche il nuovo corso del ristorante stella Michelin Principe Cerami, enclave fine dining che affianca un’offerta ristorativa capace di soddisfare ogni esigenza dell’eclettica clientela internazionale. Quella di Massimo Mantarro è una visione dell’alta cucina, sofisticata nelle partiture ma nitida ed evoluta stilisticamente nella vivacità compositiva alla luce della nutraceutica: legumi, ortaggi di stagione, carni bianche, il pescato magnificato dal minimalismo di elaborazione, senza trascurare i primi piatti italiani che narrano l’assoluto dei crostacei siciliani o che simboleggiano il percorso professionale dell’Executive Chef.
Cinematograficamente, le armonie degli abbinamenti definiscono i sapori delle memorie siciliane con eleganza cosmopolita. Estetica-etica senza soluzione di continuità al gusto, caratterizzano un’esposizione artistica che divulga bellezza. La bellezza che dipinge Massimo Mantarro è una grazia: nitida, inclusiva e glorificante, nutre attraverso accenti di croccantezze, legami armonici di salse e compendi, identità di tessiture degli ingredienti che accarezzano sempre con brio e ispirazione. Gusto che attraverso la luminosità artistica si fa gioia spirituale, arrivando a trascendere la perfezione formale e tecnica, toccando i vertici di quell’ospitalità sofisticata che è orchestrata dalla personalità di ciascuno chef di cucina: Francesco Gambacorta, Samuele Messina e Vincenzo Abagnale, executive pastry chef dalla rara intelligenza creativa.
Biodiversità siciliana, stagionalità e sostenibilità sono mantra a cui l’Executive Chef dedica estrema cura, dotando la cucina di elementi che ne ottimizzino efficienza e organizzazione, come Winnow, tecnologia che controlla gli sprechi alimentari e che misura la quantità di ogni singolo ingrediente impiegato nelle preparazioni, prevedendo così i fabbisogni di materie prime da acquistare. In sala Irene Cassaniti divulga i significativi componenti delle opere di cucina, dando anima al palcoscenico che si affaccia sulla baia di Naxos, attraverso l’universalità di un’eleganza ricamata di stile, modulata da una ritmica espositiva che si sincronizza coi battiti del cuore dell’ospite internazionale. Alessandro Malfitana, head sommelier, formula le proposte di abbinamento attraverso un lirismo narrativo che spazia dei microcosmi enologici etnei ai vitigni internazionali, stilando una carta improntata sulla ricerca e sui significanti stilistici, intrattenendo ad arte anche attraverso le sinergie mixology di Juri Romano e Dario Sgroi.
Nuovo spazio ai crudi di mare tra le proposte d’ingresso del menù à la carte, ricciola alle primizie dell’orto e scampo alla mela Cola dell’Etna, a seguire Calamaro come fosse un risotto, la riedizione di un piatto che Mantarro presentò nella stagione 2010-2011, che portò l’anno successivo all’indimenticata seconda stella Michelin. Crema di riso al basilico, mirepoix di mollusco tornito come chicchi di riso, salsa al nero di seppia dalla piccantezza salmastra e foglia d’argento, da scoprire nell’armonia che rivelano all’assaggio.
Tra i nuovi secondi, rombo e carciofo elevano le loro caratteristiche minerali nella trilogia con le olive nere dell’Etna. Un fondo bruno vegetale allo Champagne a dare profondità, dove si specchia il polifonico rivelarsi dell’eleganza tannica e della sontuosa texture del rombo e della purée di carciofo.
La sontuosa antologia dei dessert merita un approfondimento introduttivo sulla genialità di Vincenzo Abagnale, per la devozione espressiva e la libertà stilistica che idealmente lo affiancano nell’intesa professionale a Massimo Mantarro. Nessun dogma nella rilettura di ogni ingrediente, ortaggi e frutti acquisiscono nelle sottrazioni zuccherine la valenza inedita di opere prime, svelandosi al palato come assoluti. Agrumi come accenti e cremosi che si affrancano dagli emulsionanti animali, laminari liturgie. Sudachi, nasturzio, mela verde e zenzero, nell’atomizzazione pralinata che scandisce la lunghezza al palato. Anche il classicismo del Tiramisù trova nuovi orizzonti: gelato al caffè bianco, etereo mascarpone, nocciole e kumquat del giardino del monastero armonizzano la più estatica promessa di tornare presto al Principe Cerami.
Taormina è tornata ad essere la meta ambita dai viaggiatori del Grand Tour d’Italia e per la stagione in divenire, l’ospitalità firmata Four Seasons amplia l’offerta di esperienze inedite focalizzandosi sulla scoperta del territorio. Sarà possibile visitare in elicottero il vulcano Etna: partendo da Taormina, gli ospiti potranno sorvolare i crateri, atterrando in una delle tenute vitivinicole, per un aperitivo tra le vigne e una cena in cantina.
Il 2024 segna anche il ritorno a Taormina del Four Seasons Private Jet Experience, con l’itinerario di agosto Ancient Explorer. Itinerari che rappresentano l’esperienza più esclusiva dei tour proposti, conducendo gli ospiti del Four Seasons Private Jet Experience tra le destinazioni più ricercate dei continenti. A maggio Massimo Mantarro aprirà la sua cucina ad uno degli chef più celebri del panorama gastronomico francese, Jean-François Piège, per un evento a quattro mani. Jean-François Piège, oggi alla guida di nove ristoranti con espressioni gastronomiche complementari, autore di molte pubblicazioni editoriali e dotato di una rilevante immagine mediatica, affiancherà Mantarro per un certamen gastronomico, nell’idillio di Taormina. “I nostri servizi hanno un’anima e un carattere che non possono essere replicati“, afferma Lorenzo Maraviglia, arrivato come direttore generale al San Domenico mentre la storica proprietà era nel pieno di una globale e radicale ristrutturazione per il suo debutto come terzo indirizzo italiano di Four Seasons. “La proprietà è intrisa di secoli e secoli di storia, ma è un hotel nuovissimo e tecnologico con una fresca energia e tutti i dettagli desiderati dai viaggiatori contemporanei. È tipicamente italiano, ma anche autenticamente internazionale”.