SPARKLING MENÙ 2019, VINCERE IN FRANCIACORTA

Proclamati i vincitori del XIII concorso enogastronomico Sparkling Menù edizione 2019, in un grande evento stellato presso la tenuta Villa Franciacorta a Monticelli Brusati (Bs). Un territorio che anche Marie-Henri Beyle al secolo Stendhal ebbe occasione di apprezzare, quando ancora diciassettenne giunse a Brescia al seguito delle truppe napoleoniche per rimanervi tre mesi, in anni nei quali il vino rappresentava già un elemento di spicco della zona con quasi 1.000 ettari vitati come ci conferma il Catasto Napoleonico del 1809. Lo scrittore amante dell’Italia descriverà le usanze bresciane, i caffè, i portici, la polenta, rimanendo colpito dall’avvenenza delle donne, a cui si ispirerà nel soprannominare Brescia: “le pays des beaux yeux”, la terra degli occhi belli.

Il Lago d’Iseo a pochi chilometri e le caratteristiche colline moreniche verdissime, disseminate di aziende agricole e pievi e un tempo di abbazie e conventi che furono probabilmente all’origine della viticoltura locale, caratterizzano un’area di origine glaciale dove prosperano 2800 ettari vitati mantenuti in un ordine perfetto, che in occasione del Festival del Franciacorta sono stati anfiteatro naturale per migliaia di wine lovers alla scoperta del famoso metodo classico. Molto attesa la tappa conclusiva dell’annuale Premio Sparkling Menù, un concorso itinerante attraverso diverse città d’Italia, ideato dalla famiglia Bianchi insieme al giornalista Pier Paolo Schieppati presidente della giuria che ogni anno seleziona gli chef che meglio riescono a sposare con la loro cucina il brut Villa Franciacorta nelle sue più diverse espressioni.

Enrico Bartolini

Riso e latte, civet di sottobosco ed emulsione di melograno

Bokè rosè brut 2014

Nel Gala dinner che ha avuto luogo nel borgo storico di Villa Franciacorta, insieme ai patron dell’azienda Roberta Bianchi, Alessandro Bianchi e Paolo Pizziol, sono stati proclamati vincitori assoluti di Sparkling Menù 2019 gli Chef Christian e Massimiliano Minchio del ristorante Villa Goetzen di Dolo (Ve), con la zuppa di pesce del “Paron” Paolo; e lo chef Mauricio Acosta, del ristorante Bora da Besa della famiglia Nirh, a Gentilino (Svizzera), con l’Asado de ternera al chimichurri. Un menù d’eccezione ha deliziato gli ospiti, realizzato a otto mani dai due chef vincitori e dagli chef stellati Enrico Bartolini (due stelle Michelin al Mudec di Milano), e Mauro Elli (una stella Michelin al Cantuccio di Albavilla-Como), che sono intervenuti all’evento su invito della famiglia Bianchi, collaborando con alcune loro creazioni.

Mauricio Acosta

Asado de ternera con chimicurri

Cuvette brut 2012

Un percorso che ha espresso piatti di grande piacevolezza ed è iniziato con il sontuoso Uovo fritto panato in salsa d’acciughe abbinato al Mon Saten Villa di Franciacorta 2015; e la Patata americana cremosa e croccante con verdure all’agro di lime di Mauro Elli, con Extra Blu 2013.

Mauro Elli

Patata americana cremosa e croccante con verdure all’agro di lime

Extra Blu 2013

Paolo e Massimiliano Minchio

Zuppa di pesce del Paron Paolo

Diamant rosè brut 2013

Ed è proseguito con l’ottima Zuppa di pesce del Paron Paolo, di Paolo e Massimiliano Minchio, sposata al Diamant rosè brut 2013. Il Riso e latte, civet di sottobosco ed emulsione di melograno, dai contrappunti lattici e pungenti di Enrico Bartolini, con Bokè rosè brut 2014. L’Asado de ternera con chimicurri, scioglievole e succulento di Mauricio Acosta, bagnato dal Cuvette brut 2012. Per concludere con Interpretazione di piccola pasticceria di Giovanni Cavalleri, abbinata al Briolette rosè demi-sec.

Interpretazione di piccola pasticceria di Giovanni Cavalleri, abbinata al Briolette rosè demi-sec

Enrico Bartolini, che vinse Sparkling Menù nel 2013, con Patata soffice uovo e uova in abbinamento al Villa Franciacorta Emozione Brut Millesimato 2009, ha affermato: “Durante una nottata trascorsa con il mio sommelier ad assaggiare pensando al piatto da portare a questo evento, siamo rimasti sorpresi dalla pulizia che possiedono questi vini e questo territorio. Riso e latte, il piatto che ho scelto racconta la cucina povera. Quando ero piccolo in Toscana conoscevo il riso in bianco ma solo quando stavo male, poi una volta passato il Po’, in Veneto ho imparato a fare i risotti e in seguito ho conosciuto le diverse tipologie di riso, potendolo apprezzare in tutta la sua versatilità. Nel civet che troverete speziato e dolce, finito con una goccia di succo di rabarbaro, ho immaginato di impiegare al posto del sangue delle ricette storiche, il cacao e il cioccolato amaro delle ricette rinascimentali, dove esce la parte piccante senza prevaricare, un pensiero che mi riporta all’incontro con Gianni Frasi, poco prima che scomparisse. L’abbinamento con il rosè dopo le diverse prove mi è venuto naturale, una cuvée che per struttura, pulizia ed equilibrio si è dimostrata ideale compagna a un piatto così ricco e intenso”.

 

villafranciacorta.it

 

 

Photo credits Cintia Soto