FRANCIACORTA: “TERRA, RADICI, CULTURA”

Terra, radici, cultura: sostantivi ed elementi chiave del lungo talk svoltosi lunedì 11 settembre al Teatro Gerolamo, a Milano, voluto dal Consorzio Franciacorta, da tre anni Destination Partner della Guida Michelin Italia, al quale hanno partecipato chef stellati e personaggi di primissimo piano in ambito culturale ed enogastronomico. Un dibattito sull’importanza di cibo e vino come elementi chiave della cultura italiana, che rientra nel ricco palinsesto di eventi per Bergamo Brescia 2023 Capitale Italiana della Cultura, assegnato per la prima volta a due città italiane, entrambe dall’importante tradizione enogastronomica.

Confrontarsi sul gusto e la tradizione culinaria di una terra ricca di eccellenze, storia e sapori straordinari come quelli della Franciacorta, ma come del resto le storie e i sapori di tutta Italia, partendo proprio dalla parola cultura, la cui etimologia non lascia dubbi, dal latino còlere “coltivare”, si sviscerano, abbracciando vari ambiti, le scelte su come ognuno di noi consuma ogni giorno. Franciacorta, un luogo dalle molteplici anime, un’eccellenza italiana dalla storia antica e coinvolgente, in cui il vino e il cibo sono da sempre grandi protagonisti. Zona collinare situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo, Franciacürta in dialetto bresciano, il suolo da sempre in Franciacorta rappresenta un’importante riserva di biodiversità. E su questa consapevolezza che il Consorzio Franciacorta ogni giorno si impegna a dare vita a una produzione vitivinicola capace di tendere all’equilibrio con l’ambiente. “Siamo assuefatti dalla bellezza, storica e culturale, del nostro Paese al punto tale che spesso non sappiamo darle valore: siamo tutti cresciuti con cose “buone” e conoscere e apprezzare la nostra cultura ci porta a creare prodotti che vengono riconosciuti e premiati in tutto il mondo, valorizzando ancora di più la cucina italiana” afferma il Presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Brescianini.

La Franciacorta ha saputo andare oltre, innalzando cibo e vino a elementi chiave della cultura italiana, che affondano le proprie radici nel territorio – e nella terra – e che ne esprimono ideali, identità e stili di vita. Riccardo Scalvinoni, Il Colmetto, parla della Franciacorta, con i suoi prodotti e i suoi vini, di “un posto incredibile, visitato per mille motivi dai turisti di tutto il mondo”. “Non abbiamo la terra in eredità dai padri, ma in prestito dai figli, ed è responsabilità di tutta la filiera prendersene cura”, Nadia Santini, Dal Pescatore, che porta l’attenzione sulla terra, madre generatrice, ma senza trascurare quella che lei definisce cucina umanistica.

Ma tutta la tradizione enogastronomica italiana è un lustro, un vanto, un’eccellenza che ogni giorno il mondo ci riconosce, sostiene Matteo Zoppas, Presidente ICE: “da sempre, essere italiani e diffondere il Made in Italy all’estero significa portare con sé il gusto, la passione e la tradizione culinaria di una terra ricca di storia e sapori straordinari”. Maddalena Fossati, La Cucina Italiana, ha mostrato tutto l’orgoglio e la speranza legati alla candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’UNESCO: “la parte più difficile l’abbiamo fatta. Ora si tratta di lavorare insieme seguendo la stessa narrativa e identificare un concetto comune di cucina italiana. E sento che ce la faremo”.

Passando agli chef presenti al dibattito, Davide Oldani, ipersostenitore da sempre della stagionalità dei prodotti, ammette di essersi aperto a un concerto di modernità, che include anche “la coltivazione idroponica e aeroponica”, e sottolinea quanto sia importante “tornare a un concetto di human sustainability, con una gestione corretta dell’ambiente ma anche del capitale umano”. Lui, in primis, mette in pratica questo concetto grazie “alla costanza nell’essere presente con i ragazzi che frequentano la mia scuola”. Stefano Cerveni tiene invece molto al tema della collaborazione nella sostenibilità: “bisogna creare una grande squadra di tutta la filiera che collabori affinché tutti possano trarvi beneficio”, sottolineando quanto “anche un piatto semplice ma fatto con amore è impossibile che non venga percepito dall’ospite”. Enrico Bartolini pone l’accento sul compito degli chef, al di là del saper cucinare, ma nel dover “essere ambasciatori e persone per bene. Nel concetto del buon servizio c’è anche l’accogliere i ragazzi più giovani e rassicurarli sul futuro”. L’importanza delle tradizioni è invece il focus di Andrea Berton, che spiega quanto “anche il passato sia molto importante, perché racchiude la conoscenza per sviluppare concetti diretti verso il futuro”.

Nel mondo tutto è possibile, basta crederci sostiene Carlo Cracco, che sottolinea l’importanza di avere un briciolo di follia. Allo stesso modo un dialogo continuo tra le parti chef, produttori e imbottigliatori diviene valore inestimabile del poter dialogare direttamente, afferma Edoardo Monti, Palazzo Monti, che, ospitando artisti sempre diversi, resta “affascinato nel vedere come la terra di origine di ognuno influenzi la cucina quotidiana e contamini in qualche modo quella degli altri”. Enrico Cerea pone l’attenzione sulla fortuna che hanno gli chef che lavorano in Italia, spiegando che “siamo proprio nati nel paese giusto” e sull’orgoglio di riuscire a fidelizzare i clienti “che a volte diventano anche amici» al proprio ristorante”. Chiara Maci, blogger e scrittrice, sottolinea quanto sia indispensabile il web come mezzo per veicolare temi legati alla cucina.

Ma non si è parlato solo di passato e presente: durante il dibattito è stato anche presentato il prossimo Festival Franciacorta in Cantina, in programma il 16 e 17 settembre, che vede coinvolte più di 60 cantine aperte e oltre 170 eventi distribuiti in 19 comuni. Tra le iniziative proposte ci sono anche visite in cantina con degustazione, cene di gala, pic-nic nelle vigne e degustazioni di Franciacorta di annata. Il palato sarà soddisfatto anche grazie ai deliziosi itinerari gastronomici proposti dai ristoratori franciacortini, a base di prodotti tipici del territorio accompagnati dai Franciacorta nelle loro diverse tipologie ed espressioni.

Svelate anche la data e la location della presentazione della Guida Michelin 2024: si svolgerà il 14 novembre presso il Teatro Grande di Brescia, occasione nella quale sarà rivelato anche il vincitore del premio speciale Michelin Sommelier 2024 che sarà offerto dal Consorzio Franciacorta. Un’occasione da non perdere per conoscere le eccellenze del nostro Paese, che in quanto a “cultura”, non solo enogastronomica, ha sempre avuto un ruolo di primissimo piano. E la scelta di Brescia, non è certo occasionale: qui e soprattutto in Franciacorta la cultura del mangiare e del bere bene è di casa, tra viti e vitigni di grande pregio, mastri distillatori e una ricca e varia produzione di salumi, pasta artigianale, oli e formaggi. E grazie all’operosità dei suoi abitanti, questa provincia che si snoda tra pianura e collina offre alcuni tra i migliori prodotti in tutti i settori enogastronomici d’eccellenza. “La Guida Michelin mantiene oggi, come all’inizio della sua storia, immutata la sua missione: accompagnare il viaggiatore rendendo la sua esperienza sempre migliore”, ha dichiarato Marco Do. “Per questo gli ispettori della Guida Michelin ogni anno percorrono il territorio di tutta la penisola e delle isole alla ricerca delle migliori proposte gastronomiche da consigliare ai viaggiatori”.

Siamo lieti di aver stimolato, ancora una volta, un dibattito su temi così importanti, come alimentazione, cultura e stili di vita”, chiosa Silvano Brescianini, Presidente del Consorzio Franciacorta. “Queste sono aree da sempre molto amate e frequentate dal punto di vista turistico, italiano e non, perché qui i viaggiatori, anche i più esigenti, non trovano solo una ricca varietà di paesaggi – dai laghi alle colline, passando per pianure e montagne – che accontentano tutti i gusti, ma anche sapori autentici legati all’enogastronomia locale, che presenta diverse eccellenze e peculiarità. Inoltre, la presentazione della nuova Guida Michelin a Brescia è volta a ribadire, ancora una volta, l’importanza di questa città nel panorama enogastronomico nazionale e globale”.

 

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