WINE FOR ROMAGNA, L’ASTA SOLIDALE
L’esclusivo mondo delle aste è fatto di appassionati come Michel-Jack Chasseuil, il più importante collezionista di vino al mondo, con un museo forte di 50.000 bottiglie, in gran parte etichette da sogno, che qualcuno ha definito il Louvre del Vino, ma anche da importatori, enotecari, négociants, ristoratori, disposti a spendere per una sola bottiglia decine di migliaia di euro e anche molto di più se l’oggetto raro in questione ha una reputazione specchiata e un inattaccabile pedigree.
Un mercato, quello dei fine wines, da sempre appannaggio degli inglesi, con le famose case d’asta londinesi Christies’s fondata nel 1766 e Sotheby’s, aperta nel 1744, entrambe con filiali in tutto il mondo, che sono capofila di un segmento luxury che fa gola al mondo finanziario, da cui transitano praticamente tutte le più grandi etichette del globo, tanto che circa un milione di bottiglie viene negoziato ogni anno nelle oltre 300 aste specializzate, che hanno luogo nei cinque continenti. Oggetti pregiati che hanno una storia e quotazioni straordinarie, in particolare quando sono riconducibili a un evento o a un personaggio, come la bottiglia che si riteneva appartenere a Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, che nel 1985 venne acquistata per 157.000 dollari, rappresentando un record imbattuto per molti anni, ma che dopo una lunga indagine, si scoprirà essere stata clamorosamente contraffatta.
O pezzi rarissimi, come la bottiglia di Musigny Domaine Leroy del 2008, battuta a maggio 2022 dalla casa d’aste Pandolfini alla cifra di 67.375 euro, che ha stabilito il record nazionale per una singola bottiglia da 75 cl di vino. O la Mathusalem di Petrus 2015, aggiudicata per 62.000 euro, che è la bottiglia in formato speciale più costosa del 2022. O ancora la Nabucodonosor di Masseto 2010, certificata da Axel Heinz, con cassa di rovere numerata, fatta a mano da un artigiano di Bolgheri, venduta a 56.250 euro. Un mercato sempre più ghiotto per gli investitori, siano essi esperti ed estimatori di vino oppure no, dove la Borgogna esprime la sua supremazia quasi incontrastata, dimostrandosi, nel 2022, la prima regione in termini di valore e mentre i vini biologici, biodinamici e naturali acquistano sempre più appeal fra i collezionisti, superando per la prima volta la soglia dei 1000 euro; la rarità dell’oggetto, le piccole tenute, le annate introvabili, si dimostrano un elemento fortemente attrattivo, che induce i collezionisti all’acquisto. Un contesto nel quale anche i vini del Belpaese ricoprono un ruolo di primo piano, che cresce ogni anno, i fine wines italiani nel 2022 hanno rappresentato il 61% dei vini non francesi presenti nel catalogo delle vendite di iDealwine, leader mondiale delle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia.
Tuttavia, le aste che hanno più valore sono quelle che scaldano il cuore, quelle fatte per aiutare chi vive una difficoltà, un bisogno, una necessità. Eventi che si sono moltiplicati in queste settimane per aiutare la Romagna. A partire dalla Ferrari di Trento, che ha messo all’asta la F1 Podium Jeroboam, edizione unica personalizzata con il circuito di Imola, autografata da Max Verstappen, Lewis Hamilton, Carlos Sainz, Charles Leclerc e gli altri piloti del Campionato Mondiale 2023 di Formula 1. Oppure l’asta organizzata da Davide Bombardini e Bobo Vieri insieme per l’Emilia-Romagna, che si è tenuta all’Osteria del Corso di Milano in aiuto alle popolazioni alluvionate, aggiudicando al miglior offerente le bottiglie dell’azienda vinicola Ca’ Lunga di Imola, autografate da Bobo Vieri. Come, soprattutto, Wine for Romagna, organizzata da Partesa for Wine lo scorso giugno, al Teatro Verdi di Cesena, insieme al ristorante La Buca di Cesenatico, a cui hanno partecipato i più importanti brand del vino. Nel pomeriggio tre esclusive masterclass: Champagne vs Metodo Classico, guidata da Alessandro Rossi; I grandi bianchi del mondo a cura del giornalista Gianni Fabrizio; Le grandi denominazioni italiane condotta dal sommelier Best of the world Eros Teboni. A cui è seguita la cena di gala con i piatti di Gregorio Grippo e gli abbinamenti vini di Mauro Donatiello e a conclusione il momento più atteso, l’asta benefica.
Erano 50 i lotti di pregiate etichette generosamente messe a disposizione da cantine italiane ed europee per essere aggiudicate al migliore offerente, con Alessandro Rossi e Eros Teboni come battitori, interponendo un interessante dibattito sulla preoccupante situazione climatica e la ricaduta sull’agroalimentare, a cui hanno partecipato Federico Gordini della Milano Wine Week, Federico Bricolo, nuovo presidente della Fiera di Verona e come mediatore Giulio Somma, Direttore Responsabile de Il Corriere Vinicolo, insieme a Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, in video conferenza. Un momento di condivisione e solidarietà importante per il mondo del vino, frutto della sensibilità dell’azienda di distribuzione del Gruppo Heineken, che con la grande raccolta fondi di Cesena, per la Romagna alluvionata, ha dimostrato quanto insieme si possa fare tantissimo. “Un risultato inaspettato, quello emerso da questo evento organizzato senza troppo anticipo, con l’intento di dare un segno alle famiglie alluvionate, che ci ha resi orgogliosi”, ha dichiarato Alessandro Rossi, Marketing Manager di Partesa. “Non posso elencarli tutti, ma sono state tante le persone capaci di dare il loro contributo, tanti amici e tante aziende, a partire da Andrea Bartolini della Buca di Cesenatico che ha curato con la consueta competenza la parte ristorativa, insieme a cantine e a produttori che hanno messo a disposizione tempo, vini e materie prime, senza volere nulla, tutti si sono prodigati ognuno nel suo ambito per la riuscita dell’evento e li ringrazio. Il mondo del vino ha bisogno di questi momenti”.
Solo un’ora è bastata per raccogliere 15.741 euro, destinati a favore della Protezione civile impegnata ad aiutare le famiglie colpite dall’alluvione.