CACCIA AL PIANO: IL SOGNO DI FRANCO ZILIANI COMPIE 20 ANNI

Caccia a Piano, la tenuta toscana di proprietà della famiglia franciacortina, sorge a Bolgheri, lungo la scenografica Via del Vino, tra eleganti vigneti e splendide ulivete. Qui, nel 2003, Franco Ziliani, folgorato da una visita al vigneto San Biagio, spettacolare cru di altura immerso nella macchia mediterranea con vista sul mar Tirreno e le isole, dà il via al nuovo avvincente capitolo enologico della famiglia. La sfida di Franco Ziliani, portata avanti con la stessa passione e la stessa lungimiranza dai figli Cristina, Arturo e Paolo, spegne quest’anno le sue prime venti candeline e si prepara con rinnovata audacia ad affrontare gli anni a venire, forte della solida esperienza della famiglia alla sua guida e spinta dal desiderio di produrre i grandi vini rossi dal carattere internazionale figli di questa costa, senza però dimenticare  la vocazione per le bollicine che da sempre caratterizzano la storia e il successo di casa Ziliani.

Con i suoi 24,5 ettari di vigneti, suddivisi in quattro aree della Doc Bolgheri, ad altitudini tra 40 e 180 m.s.l.m., una produzione che si attesta intorno alle 140.000 bottiglie annue, Caccia al Piano ha ormai conquistato un posto d’onore nello sfaccettato mosaico bolgherese: “In questi ultimi 10 anni – da quando l’azienda è andata a pieno regime – abbiamo continuato a studiare per capire e comprendere profondamente questo territorio, mantenendo un enorme rispetto per coloro che sono stati gli artefici di questa meravigliosa Denominazione. Adesso ci sentiamo pronti per poterci presentare a testa alta avendo raggiunto la qualità che inseguivamo. D’altronde le tappe della natura non possono essere bruciate…” afferma Paolo Ziliani, Presidente di Caccia al Piano.

La nuova cantina di Caccia Al Piano, la cui costruzione è terminata nel 2014, rappresenta la perfetta commistione tra integrazione col territorio circostante, propensione al modernismo e cura dei dettagli. La sua identità visuale non dimentica le radici del territorio e si ispira alle statue e ai dipinti che rappresentano Diana, Dea della Caccia, ricordando così la storia della Tenuta, nata dalla ristrutturazione di un antico feudo venatorio datato 1868, di proprietà della nobile famiglia Della Gherardesca. Tecnica, sperimentazione e bellezza, Caccia al Piano ospita nella sua moderna cantina infatti anche una Galleria d’Arte temporanea. Ultima in ordine cronologico è la mostra “Satelliti”, una collettiva a cura di Giorgio Galotti che si è posta come obiettivo quello di mettere in relazione la storia e gli spazi dell’azienda, attraverso una serie di interventi di artisti invitati a sottolineare, con opere site specific, il legame che si può instaurare tra i movimenti del cosmo e il processo di vinificazione. Un binomio, quello tra Caccia Al Piano e il mondo dell’Arte, che sarà da ora in poi sempre più presente con nuove mostre e iniziative già in cantiere per il 2024.

Tra le diverse anime che compongono la realtà bolgherese si annoverano anche i rinnovati spazi tecnici e la torre di osservazione sulla natura dell’anfiteatro bolgherese, dove nascono i Bolgheri e Bolgheri Superiore Caccia al Piano Doc e dove si sperimentano anche nuove categorie enologiche. Tra le sperimentazioni certamente riuscite possiamo annoverare la prima bollicina nata in territorio bolgherese firmata dall’esperienza della famiglia Ziliani: CaP Rosè metodo classico a base di Syrah e Merlot. Nella rosa dei vini di Caccia al Piano non mancano i bianchi, rappresentati da Lungocosta Bolgheri Bianco Doc, blend di Vermentino e Sauvignon Blanc che matura per circa 12 mesi in legni selezionati. “Il nostro obiettivo adesso, è quello di espandere il nostro Brand investendo sempre di più sul territorio bolgherese. Abbiamo infatti appena concluso l’acquisizione di 5 ha di terreno nella zona de Le Bozze, contigui ad alcuni vigneti già di nostra proprietà coltivati con uve Vermentino e Sauvignon Blanc. Questa tipologia di terreno, un misto di sabbie, limo, calcare e tufo, può dare eccellenti risultati anche sulle uve a bacca rossa. È per questo che abbiamo deciso di piantare Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon”, conclude Paolo Ziliani.

 

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