CANVAS BAR BY BOMBAY SAPPHIRE® E CARNOVSKY
Dopo aver fatto tappa nelle capitali europee che meglio di tutte rappresentano una frontiera di creatività e sperimentazione, un esempio fra tutte Londra e Berlino, Bombay Sapphire, il gin premium leader al mondo, ha provato a scuotere anche gli animi della più “indolente” Roma con il suo Canvas Bar: una sorta di tempio temporaneo ed itinerante, in cui l’arte della mixology si fonde alle diverse espressioni artistiche, nel nome della libera sperimentazione creativa.
Canvas Bar Stir Creativity: un nome che racchiude il senso del progetto. A partire dal “canvas”, lo spazio assimilato ad una tela bianca tutta da colorare in cui, artisti internazionali ispirati dal mondo di Bombay e dalla sua iconica bottiglia, danno sfogo alla propria creatività. E poi “stir”, che nel gergo dei bartender significa miscelare. Cosa? Ingredienti sì, alla ricerca del perfetto connubio di aromi e sapori, ma anche “creatività”, un valore forte su cui si poggia tutto l’operato del brand Bombay.
Ecco allora il concetto di “mescolanza” associato a quello di diversità e moltiplicazione delle prospettive. Alla ricerca di artisti che potessero interpretare in maniera contemporanea e adatta al contesto questo concetto, Bombay Sapphire si è rivolta al duo Carnovsky, creativi di fama internazionale, che lavorano da anni su una tecnologia basata sulla fisica della luce creando effetti spettacolari. Uno stesso disegno, a seconda del punto di luce e di quello di osservazione, può dare luogo a scenografie completamente diverse, lasciando allo spettatore la scelta di cosa guardare, ricevendo, quindi, un’emozione diversa e più ampia.
Ecco allora che a Palazzo Velli di Trastevere un affascinante gioco di luci e filtri, ottenuto attraverso la tecnica RGB (Red, Green, Blue), ha intersecato tre paesaggi sovrapposti diversi, ricollegati all’immaginario Bombay, enfatizzando alcuni elementi topici di questo brand: le suggestioni indiane, i botanical, il colore blu… il tutto alla fine rimescolato nella immagine centrale proiettata sulla parete.
E come perfetto complemento a tutto, il brand ambassador Marco Gheza, ha presentato il cocktail Stir the Fizz. Alla base una struttura molto semplice, condita dall’ispirazione al concetto del mecenatismo rinascimentale. Quindi un drink iconico come il Gin Fizz destrutturato e steso su una tela virtuale, dove il committente siamo noi e l’artista è il bartender: si sceglie il proprio agrume, la propria tipologia di soda, il proprio sciroppo… e alla fine ognuno può comporre infinite variante del proprio personal drink.
Con una bella base di Bombay Sapphire, of course…