FATTORIA LE PUPILLE, SORSI DI MAREMMA

Potrebbe volerci poco più di un attimo a capire, con esattezza, cosa mai può essere una “Pink Challenge” ma, superato un brevissimo smarrimento, si comprende e scopre che è l’incipit di una due giorni dedicata alla stampa specializzata che, appunto, inizia con una degustazione alla cieca di vini rosati che, finalmente, iniziano sempre più a uscire da un limbo, una zona grigia nella quale erano stati a torto relegati. Un pretesto ad effetto, quello della challenge, quasi fosse specchietto per allodole? Non proprio: tra i rosati degustati alla cieca, davvero diversi tra loro ma comunque di alto tenore, era presente anche RosaMati di Fattoria Le Pupille, virtuosa cantina nel cuore della Maremma toscana, che ha detto la sua, con voce importante e tutt’altro che banale, dal timbro personale ed equilibrato.

L’equilibrio è la parola chiave dei successivi assaggi che hanno coinvolto tutte e dieci le etichette, tra rossi, rosati, bianchi e passiti di Fattoria Le Pupille: di certo ogni referenza ha caratteristiche proprie, ma è altrettanto comune l’armonia all’olfatto e, ancor di più, al palato. Nulla sovrasta, copre né esagera in ognuno dei sentori che bocca e cervello percepiscono; è quasi un gioco di incastri, come fosse un puzzle complesso ma, al tempo stesso, elegante senza strafare. Sono armonia ed equilibrio, fosse musica sarebbe una sinfonia senza (o di soli) solisti, sia al primo impatto al palato sia nella lunga persistenza. Non stupisce affatto che tutto questo si debba a Elisabetta Geppetti, la proprietaria di Fattoria Le Pupille, non a caso conosciuta come la Signora del Morellino, prima donna presidente di un Consorzio quando, nel 1992, prese in mano le redini dell’appena costituito Consorzio del Morellino di Scansano, ruolo ricoperto nuovamente tra il 2011 e il 2013; nel 2006 Elisabetta è stata anche la prima donna eletta “Produttore dell’Anno” dalla testata enogastronomica tedesca Der Feinschmecker.

Gli 85 ettari dei vigneti di Fattoria Le Pupille, posti su terreni distanti tra loro, di differenti altimetrie e composizione del suolo, ospitano dal lontano 1985 prevalentemente vitigni a bacca rossa, con uve autoctone come Sangiovese, Alicante e Ciliegiolo e varietà internazionali di origine ma, di fatto, ormai di casa in Maremma: Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot e Syrah. Per quanto riguarda invece i vitigni a bacca bianca gli ettari sono 7 in tutto e includono Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Traminer e Semillon. Dieci, si diceva, i vini, per un mercato che prevede anche la loro esportazione in più di trenta paesi, dall’Europa agli Stati Uniti, dalla Cina all’Australia: nella linea dei grandi classici Saffredi, da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot, è l’icona della cantina, mente Poggio Valente, particolarmente emozionante per chi scrive, è un cru di Sangiovese, il primo dell’azienda.

Il vigneto che dà origine al Saffredi

I monovarietali presentano Le Pupille, 100% Syrah in edizione limitata e Piemme, Petit Manseng in purezza prodotto solo in annate particolari. Sono due però i biglietti da visita della cantina, che giustificano l’appellativo con il quale Elisabetta Geppetti è conosciuta: il Morellino di Scansano (da uve di Sangiovese e, in piccola percentuale, Alicante e Ciliegiolo) e il Morellino di Scansano Riserva che, al carattere aristocratico del Sangiovese unisce in piccola percentuale l’energia del Cabernet Sauvignon. I mesi tiepidi e, successivamente, caldi suggeriscono invece Pelofino, dall’esuberante sapore di Sangiovese, Sauvignon e Merlot in parti pressochè eguali, il già citato RosaMati, Syrah in purezza e Poggio Argentato, cuvée di Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Traminer e Semillon, bianco della cantina. Infine il dolce, la meditazione, con Solalto, passito prodotto in piccola quantità solo nelle annate migliori.

 

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