VOLCANO, QUELLO “SPORCO” ULTIMO GIN
Sono stati i primi produttori ad immettere sul mercato un gin siciliano, nel 2018, i primi a studiarne con cura e minuzia il packaging, i primi a creare un gin rosato che coniugasse l’eccellenza vinicola dell’Etna con le preziose botaniche che la vestono e, oggi, aggiungono un altro primato al palmarès della loro azienda: così Alessandro Malfitana, Diego Pollicina e Stefano Lo Giudice, i tre giovani produttori e fondatori della Volcano S.r.l, presentano Volcano Etna Dirty Gin, il primo gin siciliano realizzato con olive Nocellara dell’Etna e olio extra vergine d’oliva Monte Etna Dop.
Una rinnovata celebrazione del territorio di casa, quello etneo, unita al tributo ad un drink leggendario, il Dirty Martini, un unicum assoluto nel settore degli spirits, poiché è la prima volta che il nome di una cultivar di oliva campeggia sul packaging di un gin con la denominazione riconosciuta dal suo ente di competenza.
L’etichetta si fregia, infatti, della dicitura “with Extra Vergin d’Oliva Monte Etna Dop” grazie alla concessione rilasciata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF).
Il gin che celebra la Nocellara dell’Etna Dop, cultivar siciliana di grande pregio, nasce dall’ispirazione indotta dalla straordinaria biodiversità dell’Etna e dalla forte volontà di celebrarne, ancora una volta, uno dei suoi frutti più rinomati.
“Da amanti dei drink abbiamo, poi, voluto rendere omaggio al leggendario Dirty Martini” racconta Alessandro Malfitana, “popolarmente noto come Martini sporco o Martini in salamoia, un Vodka Martini a cui viene aggiunto un po’ di liquido di salamoia delle olive, che intorbidisce il cocktail trasformandolo del tutto”. Nasce così l’idea di reinventarlo con il gin e “con le olive giuste, quelle che ci regala la nostra Mamma Etna, donandogli, quindi, una connotazione specificatamente territoriale”.
E, in effetti, la nuova ginialità di casa Volcano contiene tutta l’essenza della terra che la culla. Le olive Nocellara dell’Etna DOP, condite seguendo la tradizionale ricetta della salamoia, vengono messe a macerare con la massa del Volcano Etna Dry Gin, successivamente avviene un ulteriore passaggio con una piccola percentuale di olio extravergine che ne arricchisce il carattere con nuances speziate e accenni piccanti. Una fusione dai tratti singolari, con profumi di pomodoro verde e ricordi di frutta secca che si legano al pentagramma olfattivo di Volcano Gin: note di ginestra e di ginepro, di finocchietto selvatico e arancia amara. Il gusto è ricco, potente, dotato di una sapidità eccentrica e con un piacevole ritorno vegetale sul finale.
Per arrivare alla ricetta perfetta ci sono volute 38 prove. “Non sono tante, rispetto a quante ne sono servite per il nostro primo prodotto” continua Malfitana, “e anche in questa occasione abbiamo puntato su un packaging esclusivo impreziosito dal nostro ineguagliabile tappo vulcanico artigianale. La pietra pomice portata ad altissima temperatura sviluppa una colorazione bianca, estraendo, poi, la componente solforosa minerale e frantumandola riusciamo ad avere il nostro composto lavico che permette ad un piccolo frammento di Etna di viaggiare attraverso il mondo con ogni singola bottiglia”.
A questi tre ragazzi va il merito di aver cavalcato, forse da precursori, mode e tendenze, ma soprattutto di averlo fatto con studio, passione e scrupolo, raccontando l’Etna e la Sicilia attraverso un gin capace, in tutte le sue tre diverse declinazioni, di racchiudere in modo credibile le essenze e i sapori della terra madre.
volcanogin.com