ALPENPALACE, BENESSERE IN VALLE AURINA

La piana di Tures è un biliardo verdissimo e rigoglioso, circondato dalle cime della Valle Aurina, dalle Alpi della Zillertal e dalle Dolomiti. Un vero paradiso di pace e tranquillità immerso nella natura di una delle più affascinanti valli dell’Alto Adige, dove in località Gisse (San Giovanni), sorge l’Alpenpalace.

Un luxury resort cinque stelle, aperto dalla famiglia Mairhofer nel 2007, non distante dal corso del torrente Aurino, dove oltre settanta collaboratori sono pronti a soddisfare ogni esigenza dell’ospite. Qualche giorno all’insegna del benessere e della buona cucina, con i 3.000 mq della Spa “The art of beauty by Alpenpalace”, dove dedicarsi al più totale relax per ritrovare i propri ritmi. Tra il giardino del resort e l’area wellness, ci si abbandona in un dolce ozio, dove le terapeutiche tradizioni alpine dei bagni contadini incontrano l’ayurveda, mentre il caldo e il freddo stimolano il nostro corpo a rafforzare le difese immunitarie, grazie alle premure di addetti altamente qualificati e a pratiche millenarie.

La piscina esterna, quella interna, la vasca per i bambini, la vasca idro, la stuben sauna tirolese con vista, il bagno turco così prezioso per le vie respiratorie, il rigenerante e depurativo bagno turco salino, la sauna alle erbe, la stanza del fuoco, la spa salina, con le isole di relax e i percorsi del piacere, che prevedono rituali di coppia e trattamenti esclusivi, viso, corpo, anti-aging, bagni benessere e massaggi che danno tonicità e compattezza.

L’ecosostenibilità è un valore tenuto in gran conto all’Alpenpalace, nella costruzione del resort ci si è dotati di artigiani locali, che sono i medesimi che curano la manutenzione, recuperando il calore dagli impianti di refrigerazione per produrre acqua calda, utilizzando lampadine a LED e a risparmio energetico, attingendo al teleriscaldamento da biomassa locale, attenendosi a una scrupolosa raccolta differenziata e al riciclo. La tavola è al primo posto, nelle preparazioni di cucina si utilizzano prodotti regionali, già a partire dalle ricche colazioni con prodotti tipici, uova fresche, formaggi e salumi locali, brioches appena sfornate, torte e biscotti della tradizione.

Per conoscere intimamente la gastronomia locale della Valle Aurina, ci si accomoda nel ristorante Aurea Vallis o nelle stube tirolesi, per godere attraverso menu alla carta, di una cucina che si giova di affidabili artigiani del gusto, come malga Brunnek, che fornisce le specialità casearie e il tipico formaggio grigio, o l’azienda Forellenhof per il pesce fresco, o l’allevatore Hollechnerhof per l’agnello e la selvaggina locale, mentre per gli ortaggi e le erbe officinali c’è l’orto di proprietà e l’azienda biologica Getzlechenhof, con tisane, sali aromatici, spezie, erbe spontanee. Tuttavia, un soggiorno qui rappresenta anche un’immersione nella tradizione tirolese più antica, la vicina San Giovanni è raggiungibile con un anello ciclabile e pedonale che tra prati verdissimi e fattorie si percorre in un’oretta, costeggiando i due versanti dell’impetuoso torrente Aurino.

Raggiunto il centro più popoloso della valle, a circa mille metri di altezza, si sosta per il paesaggio che spazia sulla vallata e per la chiesa parrocchiale tra le più belle della regione, con il maestoso campanile a cupola e l’altare dell’artista Franz Schöpf, ma anche per quel riconoscersi nelle tradizioni dei suoi abitanti, che ogni domenica e nei giorni festivi indossano con orgoglio il costume tradizionale della Valle Aurina. Rituali che affondano nella storia più antica della valle e si intrecciano con la gastronomia tipica, come la tradizione del giorno di Ognissanti, che impone ai padrini e alle madrine di donare ai bambini i dolci, fatti a forma di cavallo e di gallina, mentre nelle sere tra il 1° e il 9 novembre c’è l’originale usanza del Pitschelesingen, dove persone vestite di scuro, con il viso coperto da una maschera di legno, girano di casa in casa per il paese, intonando una canzone e chiedendo aiuto per i poveri. Dalla fine di settembre alla fine di ottobre è nuovamente protagonista la cucina, con i tradizionali Krapfen e i Topfnudeln, palline di farina e latte fritte nel burro, preparati per festeggiare i contadini che riportano a valle il bestiame che ha pascolato in alta montagna per tutta l’estate. Le attività all’aria aperta non mancano da queste parti, d’inverno le aree sciistiche ed escursionistiche di Klausberg e Speikboden/Monte Spico, le vette della Skiworld Valle Aurina o il Plan de Corones, mentre d’estate le escursioni, con una fitta rete di sentieri tra boschi, torrenti e prati verdissimi, per raggiungere malghe tipiche e cime, dove l’aria è frizzante e lo sguardo può spaziare per chilometri.

La natura è un invito irrinunciabile per scoprire la valle con passeggiate, trekking, nordic walking, attraverso il piacere di progettare itinerari in mountain bike, oppure cimentandosi nel golf scegliendo il green più adatto a noi, o ancora se ne abbiamo le competenze cimentandoci in vie ferrate, in scalate, nel parapendio, nel rafting o in una gita a cavallo nella natura magnifica. Proprio ad Acereto tra Campo Tures e Riva di Tures, inizia una impervia via ferrata, classificata ED (estremamente difficile), dedicata ad Hans Kammerlander e inaugurata nel 2022. Un percorso in stile moderno, fatto di strapiombi, passaggi espostissimi, ponti, scalette, staffe, che inizia nel paese dove è nato il famoso rocciatore classe 1956. Uno dei più forti alpinisti al mondo, che ha compiuto 50 prime ascensioni e scalato 13 ottomila, capace di imprese che hanno dell’incredibile, come la salita al Monte Everest (8.848 m s.l.m.) per poi discenderlo con gli sci; la salita sul Monte Cervino, per quattro volte in sole 24 ore; la traversata di due 8000 dal Gasherbrum I a 8.068 mt al Gasherbrum II a 8.035 mt, senza bombole di ossigeno, insieme a Reinhold Messner. In meno di mezzora di auto si può arrivare a Brunico, località di grande fascino, dove visse il poeta Norbert Conrad Kaser, ricordato con frammenti dei suoi scritti in una stele davanti al Municipio, una località elogiata anche dagli scrittori Erri de Luca e Luciano De Crescenzo, il primo ne rimase colpito per l’autenticità e il freddo che sapeva di legna bruciata, cuoio e caffè, mentre il secondo per la pulizia e l’ordine. Un luogo con una storia antica che deve il suo nome al principe vescovo di Bressanone Bruno von Kirchbergc, a cui dedicare una sosta prolungata per il bel centro storico e il magnifico e imponente castello vescovile, collocato in posizione dominante e sede del Museo Ripa, uno dei Messner Mountain Museen del re degli Ottomila. Ma non è l’unico comparto museale da visitare in questa parte dell’Alto Adige che ha conservato con tanta cura il suo illustre passato, nei dintorni meritano una sosta: il Castello di Tures, la Miniera di rame di Predoi, il Granaio di Cadipietra, il Museo mineralogico di Gisse e il Museo degli usi e costumi di Teodone.

 

 

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