BORGO EGNAZIA, LUCE E SILENZIO

Nella Puglia della Valle d’Itria, in quella terra tratteggiata anche dalla geografia più antica, nota come congiunzione tra l’Adriatico, l’Egeo e il Mar Nero, un caleidoscopio emozionale approda nella visione di una famiglia di imprenditori nel rispetto di un’importante eredità: la tradizione pugliese.

Borgo Egnazia (photo credits Jacob Sjöman)

Nasce così nel 2010, grazie alla famiglia Melpignano, a Savelletri di Fasano in provincia di Brindisi, Borgo Egnazia, un resort unico al mondo che prende il nome dell’omonimo sito archeologico di Egnazia, attivo centro commerciale del mondo antico, per fare spazio a una storia di ospitalità fatta di incontri con le radici e amore per la Puglia.

Borgo Egnazia (photo credits Leonardo D’Avanzo)

Oggi, Borgo Egnazia rappresenta una pietra miliare di un lavoro che ha a che fare con la cura dei dettagli, capace di fare cultura, che è diventato un modello di successo in tutto il mondo. Successo che si respira anche nell’entusiasmo delle persone del posto che sono molto riconoscenti alla famiglia Melpignano, entrata nel mondo dell’ospitalità con la vicina Masseria San Domenico. Chiunque, infatti, parlando di Borgo Egnazia, oggi parte di The Leading Hotels of the World, sostiene fermamente che “questo progetto non solo promuove la Puglia in tutto il mondo ma rappresenta un importante volano per la sua economia”.

Borgo Egnazia, Villa (photo credits Giorgio Baroni)

Si apre così il sipario su una masseria con un borgo limitrofo con 92 casette, una corte con 63 camere suddivise in diverse tipologie, 28 ville con piscina e giardino privato, tre piscine, una Spa e sei ristoranti: è la Puglia con le sue case imbiancate dai tetti piatti, la piazzetta, i suoi archi e le stradine dai nomi pugliesi.

Borgo Egnazia (photo credits Leonardo D’Avanzo)

L’orologio batte le ore del borgo sulla vecchia torre mentre calce, pietra e luce, riempiono ogni cosa di luce e silenzio. Sul palcoscenico un grande spettacolo intriso di storia, una esperienza che coinvolge l’ospite, diventando protagonista.

Borgo Egnazia, Il Portico (photo credits Giorgio Baroni)

Ne ha dato forma il creativo architetto Pino Brescia, mentre Angelo Mileti, artista del recupero ha vestito gli interni di fiori, piante, frutta, legno, collane di papavero, vetro e ha rimesso in vita gli oggetti della civiltà contadina come i cestini, le lanterne e il ferro. Viene ricostruita la Puglia di vocazione contadina, di cui ancora tuttora rimangono retaggi ai limiti dell’esoterico: ne è maggiore testimone quel fenomeno antropologico del tarantismo, che oggi è un vanto identitario per la Puglia e di cui Borgo Egnazia è portavoce. Infatti, nelle feste del Borgo, in piazzetta prendono vita eventi dove si percuotono tamburelli e si battono i piedi per schiacciare un ragno immaginario. Fanno da sfondo le luminarie, come stelle cadenti nel cielo della notte: la loro storia parte da un culto nato ai piedi di Lecce. Così, si riporta alla coscienza, la straordinaria bellezza di una terra dove gli olivi sfidano il tempo, grazie anche alle esperienze che vengono suggerite da un Local Adviser, un “amico locale” sempre disponibile durante il soggiorno, con l’intento di far conoscere non solo Borgo Egnazia ma anche il territorio e programmare esperienze per scoprire da qui i luoghi Unesco, Patrimonio dell’Umanità come i trulli di Alberobello, Castel del Monte, le “cummerse” della Valle d’Itria a Locorotondo e Ostuni, i paesini di Polignano e Monopoli affacciati sul mare, le meraviglie del Salento.

Masseria Brancati

Tra le esperienze più emozionanti suggerite, da non perdere, quella di sedersi su tremila anni di storia, su uno degli ulivi secolari dell’antica Masseria Brancati e qui fare un oil tasting dopo aver seguito il mito e le parole del suo proprietario, Corrado, apprendere lezioni di vita e di speranza dal “Grande vecchio” che fa ancora olio dopo più di duemila anni, nonché sempre dalla natura, apprendere che ogni cosa è governata da forze sconosciute capaci di condurre all’immortalità, restare ammaliati dinnanzi a tale mistero, dalla magia e dalle storie di chi vive qui. Proprio come la storia di Corrado, custode fedelissimo di questo tesoro dal valore inestimabile: Masseria Brancati racchiude un antico frantoio medioevale e serba ancora tanti segreti, nei quali ha voluto scavare. È stato allora che una forza sconosciuta lo ha scelto, facendo tornare alla luce una storia che ha voluto riportare in un libro, conducendolo in una nuova dimensione. Il risultato è stato un romanzo che è un vero e proprio atto d’amore nei riguardi della tradizione della pizzica e del suo valore.

Borgo Egnazia, Cala Masciola (photo credits Giorgio Baroni)

La cultura a Borgo Egnazia arriva soprattutto in tavola, dove si conoscono i frutti della terra e l’eredità culinaria pugliese. Eredità che si può portare a casa perché attraverso le cooking class sarà possibile conoscere i segreti per fare pasta e focacce pugliesi.

Borgo Egnazia, La Frasca (photo credits Giorgio Baroni)

La produzione delle materie prime segue il ritmo delle stagioni e viene servita in tavola nei sei ristoranti, coordinati dallo Chef stellato Domingo Schingaro, in particolare in una delle ultime novità di Borgo, l’Orto nonché il ristorante vegetariano La Calce. Dagli orti di Arianna, proprio nel Borgo, arrivano fave, piselli, broccoli, cavolfiori, rape, spezie e piante aromatiche, insalate, cavolo, zucchine e cicoria, sedano, prezzemolo, varie tipologie di bietola, peperoni e peperoncini, melanzane, finocchi, cipolle e barbabietola. E poi ancora limoni, cachi, meloni, albicocche, mele cotogne, melograni, gelsi bianchi e neri, fichi e mandorli.

Borgo Egnazia, Due Camini

Tuttavia, non si può vivere appieno Borgo Egnazia senza fare una sosta ai Due Camini, il ristorante che si è aggiudicato la Stella Michelin a novembre 2018 grazie a “una cucina di masseria ma con una visione contemporanea che non stravolge il piatto ma rivede gli ingredienti, sempre fedele alla memoria gustativa pugliese”. Così la descrive l’executive chef Domingo Schingaro, abile attraverso le sue proposte, nel raccontare un rispetto religioso per la terra, l’amore per le persone e valori che potremmo definire d’altri tempi: i piccoli produttori sono la sua grande passione – lui stesso ama scoprirli e ne parla con orgoglio – e con ingredienti a km 0, invita a ripensare l’integrazione sociale a partire dal deposito storico del continente, di cui Egnazia, come antico centro commerciale che abbracciava tutti i popoli di passaggio, è ispirazione. Da qui, il menù Mediterraneo – uno dei tre percorsi proposti, insieme a Crianze e Foglie – cancella ogni distanza di luogo e tempo con tutti i popoli del Mediterraneo, portando in tavola, ingredienti comuni a questa area, per sottolineare che “possiamo essere distanti tanti chilometri ma siamo stati sempre vicini”.

 

 

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