CYPRIANERHOF, AL COSPETTO DEL ROSENGARTEN
La leggenda si confonde con la realtà, il sogno con la storia, ma una cosa è certa, la saga di Re Laurino, tramandata oralmente da secoli e forse da millenni è fortemente connessa al Rosengarten, alle sue cime, ai suoi territori e continua ad affascinare bimbi e adulti, oggi come ieri. Basti vedere i viaggiatori di stanza qui, a Tires, uno dei tre paesi dell’Alpe di Siusi e dell’area dello Sciliar (Bolzano), con il capo rivolto in alto, intenti a osservare le cime frastagliate del Rosengarten, cercando di scorgere la porta d’ingresso di quel mondo fatato, confidando che sia una di quelle rare giornate dell’anno in cui il colore rosso-arancio ottenuto dal rifrangersi del sole, muta in un rosa ancor più stupefacente.
Il Catinaccio-Rosengarten è tra le mete più significative delle Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco, non solo dal punto di vista geologico-paesaggistico. L’antico nome tedesco ‘Rosengarten’, richiama al meraviglioso giardino di rose della leggenda di Re Laurino, viceversa la parola ‘Catinaccio’ si origina da ‘Ciadinac’, che in ladino significa ‘conca di montagna’ e lascia intuire i contorni di un anfiteatro naturale. Le storie di alpinismo eroico punteggiano le cronache di 800 e ‘900 e si intrecciano una all’altra. La cima del Catinaccio, che venne scalata per la prima volta nel 1974, da Tucker, Carson e Devouassoud, con i suoi 2981 m è la seconda vetta più alta del gruppo che separa la provincia di Trento da quella di Bolzano. Ma è la mitica parete est ad aver attirato maggiormente l’attenzione degli alpinisti, la Direttissima, che si inerpica verticale per 900 metri e fu scoperta nell’agosto del 1929, mentre la temeraria via Winkler, che sale sulla più meridionale delle tre Torri del Vajolet, fu raggiunta per la prima volta nel settembre 1887, dal fortissimo alpinista austriaco George Winkler, una salita epica, vuoi per la cengia esposta, per quell’uscita emozionante dal camino in cresta e per la fessura Winkler, un passaggio di difficoltà estrema, che fa tremare i polsi anche oggi. Il Catinaccio rappresenta una meravigliosa palestra di roccia, con la Ferrata Masarè, che inizia da Passo Costalunga; la Via Ferrata Passo Santner, un classico assoluto e la Via Ferrata Catinaccio d’Antermoia, sulla cima più elevata del Catinaccio.
Ma è dalla terrazza erbosa dell’Hotel Cyprianerhof Dolomit Resort, a San Cipriano (Tires), che si gode una delle viste più suggestive del Catinaccio-Rosengarten. Una meta wellness, guidata da Michael e Monika Damian, insieme ai genitori Margreth e Martin, che è la quintessenza dell’eleganza e del confort, pur conservando ancora quel calore e quell’accoglienza, che solo certe gestioni familiari possiedono. “Tutto ebbe inizio nel 1962, quando i miei nonni rilevarono da una famiglia della valle, quella struttura, che era quasi terminata, accarezzando l’idea di creare un’opportunità per la loro famiglia – racconta il nipote, Michael Damian –, quella scelta avrebbe cambiato il loro futuro, il nonno Luis guidava gli autobus, la nonna Inge era originaria di Klagenfurt in Austria, veniva da una famiglia di ristoratori e aveva le idee molto chiare su cosa li attendeva. Rilevarono un ristorante che era in fase di ristrutturazione e ampliamento, rinomato per la cucina, dotato di 12 stanze, ma ancora con il bagno nel corridoio come si usava allora, finirono i lavori e lo inaugurarono, fu nonna Inge, che era molto religiosa, a volerlo intitolare a San Cipriano. Cyprianerhof quindi, con il suffisso ‘hof’ che in tedesco è un termine aperto e ha più significati, può identificare la casa del contadino, come la casa reale o il cortile. La parte storica dell’edificio è ancora visibile nel muro della sala da pranzo, in corrispondenza del buffet della colazione”.
Margreth e Martin, genitori di Michael e Monika entreranno nella gestione nel 1985, interrogandosi su quale impronta dare all’hotel, girando a lungo negli anni ’90 in Europa, per poi decidere di ristrutturarlo seguendo la loro inclinazione alla natura e al camminare, ispirandosi al concetto di hotel per escursionisti e aderendo a Warderhotels, un’associazione internazionale di albergatori che si rivolge in particolare agli appassionati di escursionismo, un’idea di resort che connota ancora oggi l’hotel e identifica la filosofia della famiglia Damian. Nel ’97 vengono costruite due parti nuove nella struttura, ampliando gli spazi, mentre arrivano le quattro stelle, nel 2000 in ogni stanza viene messo uno zaino, per favorire le passeggiate e la conoscenza del territorio, Martin diventa ‘guida’ e si cominciano a proporre camminate e attività legate al territorio, che oggi sono decisamente apprezzate, tanto che ogni giorno partono comitive dall’hotel, per intraprendere insieme a guide esperte, camminate, vie ferrate e vie di roccia.
L’esperienza della montagna permea l’educazione di Michael e Monika, che fin da bambini sono stati iniziati a camminare dai genitori, favoriti anche dalla favorevole posizione del Cyprianerhof, da qui si può partire direttamente con gli scarponi ai piedi alla volta delle cime circostanti, senza dover fare avvicinamento usando l’auto, mentre per chi ha poco tempo a disposizione c’è la nuova funivia cabrio inaugurata a Tires nel Natale 2022, che è l’unica del suo genere in Italia. Nel 2009 viene costruita la piscina e la parte wellness, in una logica che vive sempre in simbiosi con le attività esterne all’aria aperta, sintetizzate nel mood ‘Tensione e Distensione’ che è l’idea di fondo. In seguito arriveranno le ‘quattro stelle S’ e infine le agognate ‘cinque stelle’, che saranno un plus per i clienti e un incoraggiamento per la famiglia Damian.
L’area wellness, prevede 2400 m² ed è concepita su due livelli, la prima parte è sotterranea, con piscina interna ed esterna, idromassaggi, sauna al pino cembro, al sale, all’argilla, massaggi e trattamenti rivitalizzanti nella Similde Spa, ma una volta superato il percorso Kneip, si sale attraverso il prato, fino a un laghetto naturale e alla sauna nel fienile, costruita nel 2020, un’area defilata immersa nel verde, con jacuzzi, saune, lettini al fieno, aree relax, gettate di vapore. Per agevolare chi viene in montagna per praticare sport e tenersi in forma, c’è l’attrezzata sala fitness e la gym, dove scaldare i muscoli e praticare yoga, ma anche la palestra di arrampicata e bouldering, per poter allenarsi in caso di maltempo. “La sostenibilità è centrale per noi, – prosegue Michael – mio padre ha cominciato già negli anni ’80 ad approfondire questo tema basato sul rispetto dell’ambiente, per tutelare ciò che abbiamo intorno, proteggendo la natura dove viviamo. Fin dall’inizio i miei genitori hanno destinato energie e risorse in questa direzione, dal ’97 abbiamo un impianto di riscaldamento che utilizza i trucioli, abbiamo il fotovoltaico, la facciata è in larice non trattato, non usiamo bottiglie di plastica, prediligendo saponi solidi nei lavabi e nelle docce, insieme a un’attenzione verso la sostenibilità sociale, che persegue un approccio utile e giusto verso le persone e i collaboratori, cercando di individuare percorsi professionali e formativi che lascino emergere le individualità”.
La cucina è un altro degli elementi attrattivi del Cyprianerhof Dolomit Resort, la filosofia, indicata da Monika Damian, propone piatti mediterranei e altoatesini riletti alla luce della creatività e della leggerezza, seguendo le stagioni e utilizzando ortaggi, frutta, salumi, formaggi e prodotti, di artigiani locali, ponendo una particolare attenzione a proposte vegetariane e vegane, sempre ben presenti nel menu di ogni giorno, mentre una cantina ampia, consente di esplorare insieme a sommelier professionisti, le più celebrate regioni del vino d’Italia e d’Europa.“A questo punto non vogliamo crescere più – conclude Michael – i prossimi passi saranno investire nella qualità, migliorando ancora il confort ove possibile. La country lounge, sta acquistando sempre più importanza nella nostra casa e sta diventando il luogo che volevamo, spazio conviviale, bar, biblioteca, luogo dove si organizzano concerti due volte alla settimana, corsi di danza, eventi, reading, aperto anche all’esterno, ai non residenti e a chi vive in paese”. Il piccolo palco, il pianoforte a coda, i divani, gli interni in legno, il camino acceso. Nella suggestiva kulturlounge del Cyprianerhof, grazie alle abilità del cultural manager Diego Villegas, si rivivono le atmosfere del caffè letterario della Mitteleuropa, ma a 1200 metri di altezza.