GARBERHOF, LUSSO SILENZIOSO
Il silenzio, parrà strano, ha un profumo, in questo caso quello dell’albicocca. Certo, nell’editoria un incipit d’effetto ha da sempre un suo perché, ma in questo caso ha un senso reale dovuto a un’esperienza personale. Le quattro stelle superior (talmente giustificate da riportare alla mente le perplessità in merito alla desueta e barcollante distinzione tra quattro e cinque stelle) sono in Val Venosta, il resort protagonista è Garberhof.
Se l’arrivo potrebbe destare qualche titubanza, l’hotel si affaccia infatti sulla strada del paese di Malles, questa viene fugata una volta varcato l’ingresso; la location, sostenibile e rispettosa dell’ambiente, si sviluppa infatti interamente verso l’interno affacciandosi sulla valle e sulle montagne che la circondano. Il panorama è quindi di splendido verde in qualunque stagione dell’anno e la sua bellezza è coerente con le caratteristiche e i plus di Garberhof. Il silenzio, si accennava: qui tutto è quiete, e gli unici rumori sono in realtà soffici suoni appena accennati, quelli del normale lavoro del personale, dei passi e delle parole degli ospiti e quelli ovattati che provengono dai terreni e dalle poche case che confinano con la proprietà dell’albergo. Ma il silenzio, si scriveva nell’incipit d’effetto, ha il profumo, mai invadente, dell’albicocca prunus armeniaca, antico cultivar dell’Alto Adige. Il suo profumo è un sussurro costante, percepibile con garbo e delicatezza, in ogni momento e ambiente della location; è la cifra stilistica e identitaria.
L’hotel si è recentemente regalato un nuovo vestito, fatto di estremo garbo e personalità, frutto delle idee del proprietario Klaus Pobitzer insieme all’architetto bavarese, e amico di famiglia, Thomas Rampp. Una sinergia tra i due che ha dato luogo a una struttura di importanti canoni estetici, dove l’acciaio nero si sposa perfettamente con diverse tonalità di legno senza per questo apparire mai banale né ostentato. Operazione non semplice in teoria: da queste parti, e non solo da queste, è facile trovare eccellenti hotel con un ventaglio di proposte e servizi di alto livello. Occorre quindi crearsi un’importante identità e dei plus che permettano una differenziazione rispetto ai competitor per non essere branco; a Garberhof ci sono riusciti.
Gli standard qualitativi sono elevati in ogni cosa, le eleganti camere, suite e cottage hanno ampi spazi, terrazze con vista sulla valle e sui monti. La cucina, guidata dal talentuoso chef Christian Lechthaler presenta un concept gastronomico che mescola i prodotti locali di alta qualità e le erbe dell’orto con le ricette tradizionali della zona e l’estro, senza mai sconfinare in facili eccessi; i sapori sono equilibrati, la mise en place è coerente, il servizio è attento, la capacità di stupire con piatti estrosi è di importante sostanza per il palato, e non si limita certo all’aspetto estetico delle proposte.
Ma Garberhof è anche vino, cui sovrintende Klaus Pobitzer in concerto con la cucina: etichette rare e di livello, cui si unisce Senza Peso, vino bianco e naturale, quasi un esperimento riuscito del proprietario, nervoso e difficile ma decisamente interessante al palato; affacciato sulla valle trova casa anche un vigneto di vitigni autoctoni, Souvignier Gris, Solaris e Muscaris.
L’esperienza, di silenzio e albicocca, continua con l’area benessere, immensa e completa, l’hammam, le piscine interne ed esterne panoramiche e riscaldate, il laghetto naturale balneabile, solo per citare quelle che si ritengono le principali. Aperitivo o dopo cena? Il lounge bar è un caleidoscopio di colori, profumi e sapori per, tra l’altro, una settantina di differenti gin, incluso Felix Luis (il nome è un omaggio al primogenito di Klaus) a base di albicocca, ginepro, liquirizia, radice di iris, lime persiano. Prodotto in esclusiva per la proprietà di Garberhof, è da bersi, a giudizio di chi scrive, in purezza. Nulla qui è fuori posto, e neppure è improvvisato: è il concetto, nuovo, del lusso silenzioso.
garberhof.com