LA SOMMITÀ, IL RELAIS SEGRETO DI OSTUNI
Si innalza tra cielo e mare sulla pianura della costa adriatica pugliese: è Ostuni, la citta bianca del Salento, chiamata così per la calce che ricopre i muri delle case, utilizzata sin dal Medioevo, periodo di epidemie e carestie, come igienizzante, per limitare il propagarsi della peste, ma anche per dare luce alle stradine ed accecare i nemici provenienti dal mare ed intenzionati ad attaccare la città.
In cima alla collina del borgo c’è un luogo segreto: il Relais La Sommità, boutique hotel cinque stelle, che trova posto in quello che un tempo era il Castello di Ostuni. Negli anni la parte più interna è stata rilevata dalla Cattedrale e dagli edifici vicini. Dall’esterno sembra quasi un anonimo palazzo, ma al suo interno si apre la meraviglia, un’oasi di pace che si sviluppa attraverso dimensioni diverse.
Come le 15 camere e suite, tutte diverse l’una dall’altra, le Deluxe con balcone e vista sulla Piana degli Ulivi fino al mare, mentre le suite, alcune anche duplex, si affacciano sulla città, in quanto in quell’epoca i nobili abitavano nelle zone più interne e più protette dai nemici, mentre i guardiani alloggiavano nelle stanze affacciate sul mare a protezione del palazzo.
Gli ambienti sono caratterizzati da colori tenui, crema e bianco, che richiamano l’architettura del paese, con eleganti arredi semplici e puliti nelle forme, che uniti a materiali di pregio, come marmo, legno chiaro e pietra leccese, contribuiscono a dare un tocco di raffinatezza e a creare un’atmosfera intima e accogliente. Il Relais dispone di uno spazio verde, il Giardino Spagnolo, ora chiamato l’Aranceto, con i suoi frutti vengono ricavate golose marmellate e anche un liquore e d’estate il profumo degli agrumi inebria l’aria, mentre si assapora l’aperitivo al tramonto o si cena sotto il cielo stellato. Qui, tra ulivi e aranci, trova spazio anche una piccola piscina che invita al relax, ai bordi della quale ci si può dedicare alla lettura di un libro, o semplicemente godere del riposo assoluto, che prosegue anche nel centro benessere, con hammam e bagno turco, abbellito da alcune macine originali, retaggio del XVIII secolo quando il palazzo ospitava anche un frantoio.
Al ristorante Cielo, dove si mangia sotto splendide volte in pietra, c’è stato un cambio della guardia, da qualche mese è arrivato l’executive chef Angelo Convertini. Classe ‘87, nativo di Martina Franca, ha preso in mano le redini della cucina de La Sommità, dopo aver maturato un serie di esperienze in diversi locali stellati: dall’Atelier di Joel Robuchon a Villa Feltrinelli, dal Pellicano a Borgo Egnazia. Nella sua brigata è presente il pastry chef Giuseppe Micele di Locorotondo, i due giovani hanno lavorato insieme proprio a Borgo Egnazia. Chef Convertini propone un menu legato al territorio, con tecniche apprese in giro per il mondo. Un viaggio sensoriale tra tradizione e sperimentazione, attraverso piatti che giocano con forme e colori, utilizzando eccellenze locali e non solo.
Il Relais La Sommità è l’unica dimora pugliese presente nella guida Relais & Châteaux, che proprio quest’anno festeggia i 70 anni. L’associazione fu fondata nel 1954, dai fratelli Marcel e Tilly Tilloy, proprietari dell’hotel ristorante La Cardinale, nella regione dell’Ardèche, insieme ad altri otto albergatori e ristoratori indipendenti francesi, per promuovere le proprie strutture. All’inizio degli anni ‘60, l’associazione, che allora comprendeva 50 hostellerie in Francia, varca le frontiere, prima in Europa, con 27 nuove strutture in Belgio, Germania, Spagna, Regno Unito, Olanda, Danimarca, Svizzera e Italia. Rapidamente, l’espansione internazionale prosegue in tutti e cinque i continenti.
Nel 1970, conta 77 dimore in Francia e 69 in 17 Paesi all’estero. Attualmente Relais & Châteaux conta 580 hotel e ristoranti in oltre 65 Paesi e cinque continenti, dando vita alla più prestigiosa associazione alberghiera del mondo. “La Route du Bonheur” sono 146 itinerari immaginati dall’associazione per andare alla scoperta di paesaggi unici e regioni, consentendo di incontrare artigiani, artisti o, più semplicemente, gli abitanti dei luoghi, assaporare, a ogni sosta, l’ospitalità delle strutture Relais & Châteaux.
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Photo credits: Giacomo Bretzel