SALINA, LA NUOVA STAGIONE DELL’HOTEL SIGNUM
L’Hotel Signum, a Salina, riapre i battenti per la stagione 2024 e la luce torna a splendere sul Mediterraneo. Un luogo simbolo. Dell’ isola che lo abbraccia e della sua natura vulcanica e selvaggia, delle persone che la abitano. Appartiene in maniera naturale e inscindibile al luogo che lo ospita, ne assorbe i colori e i tratti, i profumi e la forza. Di proprietà della famiglia Caruso, la struttura offre ai suoi ospiti trenta camere, in tipico stile eoliano, dolcemente adagiate tra le sgargianti bouganville e gli orizzonti infiniti sul mare. Una suggestiva piscina e una Spa, per un relax senza compromessi. Fiore all’occhiello, l’omonimo ristorante stellato, capitanato dalla giovane e brillante chef Martina Caruso. Una cucina d’istinto, che porta in tavola il territorio nella forza della sua materia prima, interpretata con piglio creativo e guizzo contemporaneo. Le terrazze, con affacci di spettacolare bellezza, ospitano anche il mixology bar e il bistrot. Luca Caruso è il general manager dell’azienda, si occupa della direzione di tutte le anime del Signum, in un efficacissimo “passo a due” con la sorella, nell’ottica di una gestione vivace e contemporanea che non dimentica le origini e lascia che il Signum rimanga un luogo sospeso tra terra e mare, dove fermare il respiro e sentirsi a casa, immersi nella bellezza.
Il Signum rappresenta una parte integrante di Salina, come fosse un suo scoglio, una roccia o una verde distesa. E lo fa attraverso la famiglia Caruso, interprete orgogliosa di un senso di appartenenza forte e radicato. Aperto nel 1988 da Clara Rametta e Michele Caruso, in località Malfa, è nato dalla ristrutturazione di un gruppo di tipiche case padronali eoliane e magazzini agricoli collegati da terrazze e giardini a formare un borgo. Un hotel diffuso, di charme, che ha mantenuto l’equilibrio tra il fascino delle dimore originarie e il comfort di interni contemporanei. I complementi d’arredo sono stati scelti con attenzione e dovizia, in un rimando dei dettagli al paesaggio circostante, dai toni naturali della pietra, al candore dei tendaggi, dal ferro battuto alle maioliche. Una realtà familiare, che oggi vede al timone i figli, Luca e Martina Caruso. Lui nel ruolo di general manager dell’azienda, lei chef e patron del ristorante stellato Signum, all’interno della struttura. Un boutique hotel con 30 camere, terrazze affacciate sul Mediterraneo, piscina, Spa, un mixology bar e un bistrot, a modulare un’offerta immersiva e completa, di gusto e benessere. Un luogo dal sapore sincero e spontaneo, quel lusso che risiede nella cadenza lenta del tempo, nelle chiacchiere con i pescatori e gli agricoltori, in un calice di vino sorseggiato perdendosi nella linea infinita del mare. Il sapore di “casa” attraversa ogni ambiente, ogni persona, ogni sorriso che si apre in una natura che prende il sopravento e che diventa protagonista. Una casa che lascia il segno, il “sigillo” di un’esperienza che non si dimentica.
La storicità della struttura coesiste brillantemente con il desiderio di evoluzione e di contemporaneità che anima Luca e Martina, nella volontà di rendere la loro dimora moderna e funzionale nella concezione di accoglienza, pur mantenendo la propria originaria anima. Nelle ultime due stagioni è stato messo in atto un importante ripensamento degli spazi. Un restyling in stile tutto italiano, che ha riguardato la sala interna e le terrazze, con il cambio di tavoli, sedute, illuminazione, sistemi di climatizzazione, oltre alla riduzione dei coperti, nell’ottica di offrire al cliente un’esperienza ancora più memorabile. Oggi elementi di design contemporaneo abitano comodamente accanto a lampade vintage e mobili d’epoca, in un dialogo estetico di incredibile fascino. Anche il bistrot e il cocktail bar sono stati ridefiniti nello spazio vista mare ed è stata realizzata una terza terrazza, ideale per l’aperitivo e per il dopo cena. Nella stagione 2024 la novità rilevante riguarda la ristrutturazione della cucina, anima della struttura, attraverso investimenti importanti, che hanno tenuto conto di fattori tecnici, etici e sostenibili. Il locale storico, dove cucinava un tempo papà Michele, è ora la cucina del ristorante fine dining. Un rinnovamento completo (pavimenti, pareti, impianti, infissi, attrezzature) il cui fulcro è l’isola centrale, una “macchina da corsa ad alte prestazioni”, di colore rosso cardinale, realizzata su misura e attrezzata con fuochi a induzione. Il senso estetico si esprime in questo gioiello al centro di un ambiente netto, pulito e sobrio, nell’acciaio che predomina e definisce i clismi della modernità e della funzionalità. Presenti anche un forno Josper, che lavora con il fuoco vivo e una griglia giapponese a carbonella, per incontrare l’approccio materico di Martina su alcune sue preparazioni, attraverso l’uso del fuoco, della brace, del carbone. Grande lavoro sulle cappe, sui sistemi di ventilazione e aereazione nell’ottica di rendere l’ambiente più confortevole per le persone che ci lavorano, in un ambito di sostenibilità umana imprescindibile per la famiglia Caruso. All’interno invece di un immobile adiacente la struttura, acquistato e ristrutturato nella sua totalità, sono stati realizzati gli spazi tecnici. Un lungo corridoio, dove oggi si trovano la cucina dedicata al bistrot, alle colazioni e agli snack, un locale per il lavaggio, un laboratorio per la preparazione dei lievitati, la panificazione, le paste fresche. Una sala mensa per il team, uno spazio relax, le cantinette, i frigoriferi, gli abbattitori. Un’esplosione di organizzazione e operatività!
Un legame indissolubile lega Martina Caruso alla sua isola, Salina, perla rara e selvaggia nell’arcipelago delle Eolie. Un senso di appartenenza che la definisce come donna e come chef, nella tempra e nella naturalezza. La passione per la sua terra, l’amore per la sua famiglia e per la cucina l’hanno condotta con convinzione a prendere le redini, giovanissima, del ristorante Signum, dopo gli studi e importanti esperienze in Italia e nel mondo. I prestigiosi riconoscimenti, tra cui brillano la stella rossa (a soli 26 anni) e la stella verde Michelin, il premio “Miglior chef donna Michelin 2019” by Veuve Clicquot, i tre cappelli Espresso e le tre forchette Gambero Rosso, coronano un sogno diventato realtà attraverso dedizione e duro lavoro. Istinto è il fuoco che anima la cucina di Martina, un impulso naturale, che le deriva dalla terra e dall’impianto valoriale che ha da sempre assorbito, una pulsione a raccontare il territorio nella forza della sua materia prima e nei sapori audaci che ne derivano, svelando e salvaguardando il prezioso patrimonio che Salina offre. Una spontaneità supportata da tecnica, ricerca e costante confronto. Senza dimenticare la componente giocosa, in cui prevale la vivacità del suo intuito. Un approccio legato ai dogmi del fine dining, ma che trova linfa in quella componente istintiva che definisce la sua identità e ogni piatto attraverso saliscendi sensoriali che la rappresentano con sincerità. Firma una cucina permeata delle sue origini, in cui l’estrazione del sapore diventa un “sigillo” in piatti che spingono, narrando la potenza del gusto isolano. Martina Caruso racconta la sua terra attraverso i prodotti che ne derivano, tutelandone la straordinaria biodiversità, i pescatori e gli agricoltori, gli orti e frutteti, le erbe spontanee, i capperi, i polposi agrumi. Ma non si limita ai confini. La Sicilia è da sempre terra di incontri culturali, ispirazione che conduce la giovane chef a contaminare le sue ricette con elementi dal mondo, in un’apertura che la distingue. La tradizione è una radice, che arriva in tavola attraverso ingredienti, gesti, sapori, profumi, ricordi che sa interpretare in forme differenti, con un guizzo creativo capace di rileggerne i contorni lasciando intatta l’essenza. Una donna e chef in continua evoluzione, un percorso verso un’identità più definita e consapevole, nel gusto, creativa e accattivante nell’estetica. Senza mai perdere di vista le radici della sua cultura culinaria. L’evoluzione nasce dalla sua natura vulcanica, dal desiderio di nuovi stimoli, che alimentino il suo entusiasmo creativo. E dalla voglia di andare oltre, verso nuovi traguardi di gusto. Come per la frollatura del pesce, a cui Martina si è da poco avvicinata cominciando a sperimentare questa pratica, con la produzione di qualche insaccato di mare e pesci frollati, per la creazione di nuove ricette, verso note gustative più profonde, consistenze inaspettate. Con al centro il valore della sostenibilità, da sempre nelle corde del Signum, con un impegno costante alla valorizzazione e tutela del territorio, salvaguardando la filiera e le persone che ne sono cuore pulsante. La sua cucina segue con maniacale attenzione la stagionalità della terra e del mare, supportata anche dalla volontà di evitare ogni spreco della materia, utilizzando l’elemento in ogni sua parte. Tre i menu degustazione della stagione 2024. I nomi sono evocativi, tratti di isola, promesse di gusto. Sono proposte intriganti e coinvolgenti, ben bilanciate nell’accompagnare per mano in un viaggio, all’interno del suo pensiero culinario, nella storia e nei nuovi progetti che animano la sua cucina. Rimane poi la carta, ideale per chi desidera costruire una propria esperienza gustativa. SIGILLO è il menu di mare e terra, di pesce e di carne, nove portate (con la possibilità di aggiunte per un totale di 12) che raccontano la chef attraverso i piatti storici che hanno accompagnato il suo percorso nella cucina del Signum. OLTREMARE è un menu di solo pesce, otto portate che accolgono le novità 2024, tra cui alcuni dei piatti realizzati utilizzando il pesce frollato, nuovo progetto di cui Martina va particolarmente fiera. RADICI è la proposta vegetale, in sette portate, un’esplosione di ortaggi, erbe e agrumi, emblema di Salina e della sua ricchezza verde.
Luca Caruso è il general manager del Signum. Compito arduo, che richiede grande piglio organizzativo, visione e chiarezza di obiettivi, affinché tutte le anime della struttura corrano all’unisono in un viaggio comune e ben orchestrato. Doti che Luca ha espresso in maniera naturale, dopo gli studi a Lipari e Palermo, i numerosi viaggi all’estero e il placarsi di un animo giovanile giustamente ribelle ed irrequieto. Il richiamo di casa e dell’azienda di famiglia lo ha condotto senza indugi a prendere le redini della struttura, facendo un bellissimo percorso di crescita umana e professionale, insieme a Martina, 10 anni più giovane, con cui condivide il fortissimo legame con la loro storia e una preziosa complicità e condivisione di intenti. Il suo senso di accoglienza è quello che anima lo spirito del Signum, nella volontà di regalare un benessere “di casa” all’ospite, farlo sentire in ogni attimo protagonista di un momento indelebile, attraverso la sincerità e la cura di ogni dettaglio. Senza far mancare gli elevati standard di una struttura ricettiva di altissimo livello, affascinante nelle atmosfere quanto contemporanea nell’ospitalità. Un padrone di casa accorto, un manager competente e organizzato che trasmette ogni giorno la sua “vision” ai team che forma personalmente, per declinare l’impianto valoriale della famiglia a tutti collaboratori. Ma il tratto da “capitano” che lo anima non avrebbe la stessa incisività se ad accompagnarlo non ci fosse quella dedizione mai doma per la sua terra, l’attaccamento alle origini, il senso di famiglia che diventano perno attorno a cui ruota ogni sua pulsione. Così come un’altra passione che lo tiene sveglio la notte, l’amore per il mondo del vino. La sua cantina è un gioiello nel gioiello, una chicca preziosa del Signum che avvalora l’offerta. Un interesse che è cresciuto nel tempo, maturando competenze e conoscenze, e che lo porta ancora oggi a curare personalmente la carta, che lui ama definire “un sassolino nel mare, che crea cerchi concentrici che si allargano”, a parafrasare una proposta che cresce in termini qualitativi insieme al suo curatore. Tanta Salina, tante Eolie, tanta Sicilia, nella voglia sempre di sostenere il territorio. E tante etichette prestigiose da tutta Italia, che con il tempo sono andate a popolare una scelta poderosa. Forte la ricerca di una verticalizzazione del vino, la volontà di elevare il livello per poter offrire esperienze profonde. E poi tanta Francia, tra champagne e rossi di pregio, ed Europa. La cantina si trova in un caveau di grande suggestione, un locale storico dove si produceva vino nei tempi passati e che ora ospita questo immenso patrimonio enologico. A cui si aggiunge EOLIA, progetto vitivinicolo sull’isola di Salina, affascinante e di grande interesse, di cui Luca va molto fiero. Capitolo che merita un approfondimento a parte.
Da qualunque prospettiva si voglia guardare, la magia che pervade il Signum in ogni sua espressione rimane quella confortante “sensazione di casa”, identitaria di un angolo di mondo che accoglie con spontaneità, avvolgendo l’ospite in un vortice di rarefatta piacevolezza. Un luogo che sa abbracciare con rispetto, che sa ascoltare con garbo. La casa di ognuno di noi, trasposta in una piccola isola nell’arcipelago Eoliano, tra il verde lussureggiante della natura e il nero del suolo vulcanico, sospesa tra cielo e mare e resa unica da una famiglia, i Caruso, che batte allo stesso ritmo della terra. Nel cuore del Mediterraneo, una perla di semplicità, gusto e “lusso”, nella sua accezione più attuale: poter fermare il tempo ed immergersi nel benessere della bellezza più autentica.
hotelsignum.it
Photo Credits: Giò. Martorana