ALL ABOUT WHISKY: GIAPPONE

L’argomento del whisky giapponese è piuttosto controverso. La maggior parte di loro sono dei blended, belli morbidi e piacevoli però, considerando che le distillerie sono sostanzialmente tre, c’è da chiedersi: dove comprano i malti per fare i blended? La risposta è abbastanza semplice: in Scozia.

Ultimamente stanno però nascendo anche degli ottimi single malt, e qui invece la denominazione di origine è decisamente certa. I whisky giapponesi stanno avendo un notevole successo e non solo in Asia, ma anche in Europa e in America. La loro caratteristica è la morbidezza e la presenza di aromi floreali e di bosco. Se vogliamo possono essere paragonati ai distillati delle Highlands. Forse sono un po’ troppo cari rispetto a quello che offrono. Anzi, diciamo che sono decisamente cari. Però hanno la fortuna di andare molto di moda. E la bravura di fare del packaging un vero punto di forza. Onestamente parlando, le etichette sono magnifiche.

Però, c’è un però. Quando i giapponesi decidono di fare qualcosa, la studiano, la analizzano e la fanno perfettamente. A livello maniacale. Ed è qui il problema a nostro avvisno. Il whisky è un distillato antico, burbero, artigianale, sporco. Per condensare il tutto in una parola, è imperfetto. È proprio questa sua imperfezione che lo fa essere speciale e unico. Il whisky giapponese, dall’alto della sua perfezione, ti conquista, ti strega e ti ammalia. Ma poi manca quella parte di indecisione che te ne fa volere immediatamente un altro.

Interessante è la storia di Masataka Taketsuru, che era sicuramente un visionario. Pensate che esattamente un secolo fa, con tutte le difficoltà di spostamento che potevano esserci all’inizio del 1900, partì dal Giappone per la Scozia al fine di studiare chimica organica all’università di Glasgow. Lì si fece poi assumere alla Longmorn Distillery, situata nella regione dello Speyside. Addirittura, si sposò una donna scozzese e nel 1934, tornato in Giappone, fondò la prima distilleria Nikka nella parte nord della nazione nipponica. Più precisamente a Yoichi nell’isola di Hokkaido.

Una zona geografica che era decisamente simile alla Scozia, sia come temperature durante tutto l’anno, sia come qualità dell’acqua. Adesso la distilleria Nikka vanta due stabilimenti produttivi. L’altro è a Miyagikyo. Come abbiamo visto, il single malt può essere così chiamato solo se prodotto nella stessa distilleria. Con la Nikka, grazie ai due stabilimenti, nasce il Pure Malt.