CAPPADOCIA, I CAMINI DELLE FATE
Lunghe dita tufacee si protendono verso il cielo. Si innalzano dalla rigogliosa Love Valley, creando uno spettacolare ed originale panorama naturale unico al mondo: una sequenza infinita di pinnacoli alti oltre 40 metri. Un universo rupestre di un altro mondo. Un mondo di magia e contemplazione dove la realtà si fonde con l’immaginazione, dove le dita rupestri si trasformano nei “camini delle fate”, cuore pulsante dei 4900 km della Cappadocia biblica, nell’Anatolia Centrale turca. La mongolfiera sfiora le dita protette verso il cielo, si insinua in un mondo parallelo, dove il silenzio è amplificato dal respiro possente della natura. Un luogo unico e spettacolare che Pier Paolo Pasolini aveva utilizzato come set del film Medea.
Non siamo soli in questo cielo magico. Attorno a noi volano centinaia di altre coloratissime mongolfiere. Un caleidoscopio di colori che i raggi infuocati di un’alba spettacolare rendono ancora più vividi e suggestivi. Voliamo in un silenzio ovattato, rotto soltanto di getti infuocati di gas propano. Con lo sguardo estasiato, ammiriamo la grande vallata del Göreme National Park, fluttuiamo tra infinite pianure, falesie rocciose, monoliti e altissimi camini di tufo della Red Valley, resa ancora più spettacolare dalla luce radente del sole. Scenografie primordiali di bellezza infinita modellate dallo scorrere incessante del tempo e degli agenti atmosferici.
Qui si è fatta la storia sin dai tempi del Neolitico, leggende e tradizioni si sono evolute a seconda del popolo dominante: Ittiti, Assiri, Frigi, Lidi, Persiani prima che i romani la trasformassero in provincia nel 17 d.C. Successivamente, in epoca bizantina, la regione divenne rifugio di anacoreti e monaci eremiti, le cui dimore, monasteri e chiese rupestri erano scavate nella friabile roccia tufacea. Un’opera d’arte naturale scolpita dall’uomo, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1985 definita dallo scrittore Antonio Tabucchi “un incrocio tra il Gran Canyon e la Cappella Sistina”. Fu il grande poeta sufi Mewlana (1207-1273), anatolico di nascita, a fissare in versi immortali la magnificenza di queste lande ricche di pathos: “da ogni parte c’è la luce di Dio….. Dov’è quella luce? Di fronte a voi, né a destra né a sinistra”.
Voliamo in un cielo terso, dinnanzi l’immenso sperone tufaceo di Uçhisar, che gli antichi abitanti avevano trasformato in rifugio sicuro. Ai piedi del castello di roccia il grazioso villaggio con gli inconfondibili minareti di forma cilindrica.
Anche da terra l’esplorazione cattura il visitatore. Pasabag, cuore della Red Valley, è un susseguirsi di camini, guglie e canyon. Poco lontano c’è il villaggio di Göreme (Patrimonio Unesco) a suscitare entusiasmo. Fuori dal paesino, racchiuso in tre vallate, la star indiscussa è il Göreme Open Air Museum che si estende nella stretta e lunga valle. Oltre 300 chiese, cappelle e monasteri rupestri di epoca bizantina, riccamente decorati di affreschi policromi. Il percorso, ben segnalato, porta anche a una grande parete rocciosa in cui sono state scavate centinaia di piccionaie per raccogliere il guano ed usarlo come fertilizzante.
Anche sottoterra la Cappadocia era abitata. Derinkuyu e Kaymakli erano due città sotterranee che si estendevano su una dozzina di piani tra cunicoli, gallerie e labirinti inaccessibili ai nemici, con una popolazione di oltre 20.000 abitanti. La verdissima Valle di Ihlara si estende per una quindicina di chilometri, lungo il canyon scavato dal fiume Melendiz, con ripide pareti che sprofondano per 110 metri in cui, sono ancora visibili tracce di insediamenti rupestri.
La Cappadocia è un universo parallelo, fluttuando in un cielo alla Magritte mi sento libero. Libero di sognare, di guardare e di vivere, la stessa gioia espressa nel film Into the Wild: “la gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze… non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento…”
Con i voli della Turkish Airlines (THY) è facile raggiungere la Cappadocia. Fra l’altro la compagnia di bandiera è quella che collega il maggior numero di aeroporti nel mondo, con la sua flotta di 371 aeromobili (passeggeri e cargo), raggiunge 334 destinazioni, in 128 Paesi. Il principale hub è il nuovo aeroporto di Istanbul, inaugurato il 29 ottobre 2018: è il più grande aeroporto del mondo, con numeri davvero impressionanti, ha una capacità di 200 milioni di passeggeri annui, un duty free enorme, ben 500 check-in e 143 ponti d’imbarco.
turkishairlines.com
Photo credits Mauro Parmesani