IL MODELLO GIULIANOVA
Si parla sovente di “territorio” per definire un luogo dalle caratteristiche distintive, originali e uniche. Una sorta di “spazio fisico”, delimitato da peculiarità naturali e omogenee attività umane. Ma questa è una definizione statica, sterile di suggestioni. Un “territorio” è tale nel momento in cui nasce un “sistema” virtuoso atto a valorizzare sia le caratteristiche fisiche, ma soprattutto le iniziative e le interconnessioni di molte singolarità, quelle create dall’uomo e che se lasciate a se stesse non troverebbero mai un senso compiuto e definitivo.
Una premessa obbligata, perché il “modello Giulianova” che titola questo articolo è proprio l’esempio lampante di come si possa costruire un territorio partendo dalle specificità e dalle eccellenze, un’architettura fatta di pilastri e mattoni, tutti fondamentali altrimenti l’edificio crollerebbe sotto il peso di una dissonante e asimmetrica progettazione.

Il molo del Porto di Giulianova
Bisogna avere le idee chiare, analizzare, fare rete, unirsi e ostentare la propria anima: così hanno fatto qui a Giulianova, partendo dal nucleo pulsante di un progetto di promozione vincente, l’Ente Porto, faro luminoso di efficienza, marketing e gestione imprenditoriale che ha saputo illuminare ogni anfratto di questa terra meravigliosa.

Porto di Giulianova
Partiamo da qui, da un gioiello gestito da una persona lungimirante e infaticabile come Marco Verticelli, Presidente dell’Ente Porto dal 2017 fino a poco tempo fa, uomo di lunga carriera amministrativa e straordinaria esperienza professionale, pieno di entusiasmo e di idee. È grazie a lui e alle tante figure che l’hanno affiancato e supportato, se oggi questo “territorio” è un modello di successo, privo di lacune e punti deboli.
In un paese che è un coacervo inverosimile di cultura e tesori di ogni genere, emergere non è certo facile. Sei costretto a scontrarti con città d’arte, patrimoni enogastronomici, leggende che sono conosciute in tutto il mondo. Quando però un piccolo territorio si desta dall’oblio, si rende conto della propria bellezza e della propria assoluta rarità. Ed ecco che riesce a trovare il suo meritato spazio nel “catalogo aureo” di quella magnificenza che si chiama Italia.

L’aria dell’Abruzzo
L’Abruzzo e Giulianova, il suo mare e le sue colline sinuose e procaci, guardando le vette innevate là in fondo mentre un sole caldo e affettuoso ti riscalda il volto. Passeggiare per il Porto, incominciare a respirare un’aria tersa e terapeutica, ascoltare il suono di attività operose e condotte in silenzio sui pescherecci da uomini sorridenti e da donne dalla fierezza emblematica.
Poi ci parli con quelle persone d’Abruzzo e capisci subito quanta volontà, quanta nobiltà alberga nei loro cuori. Osservi i frutti del loro lavoro, pesci profumati e turgidi, sacchi di vongole straordinarie, ordinatamente catalogati quasi fossero delle gemme preziose. La vongola di Giulianova è unica, un capitale da esportare ovunque, nodo gordiano dell’economia del Porto, che coinvolge tutti i soggetti di questa filiera straordinaria, a partire da coloro che vanno in mare per raccoglierla come Walter Squeo.

Walter Squeo
Il suo lavoro è il primo passaggio, ma senza un sistema d’inverosimile efficienza i suoi sforzi sarebbero vani. Ed ecco la Cimar, proprio di fronte al mare e al porto, azienda leader internazionale nella depurazione dei molluschi che raccoglie, purifica e preserva i pregiati bivalvi e li esporta in tutto il mondo.

Cimar

Cimar, vasche di depurazione dei molluschi
Nelle sue vasche di decantazione, in verità, troviamo non solo vongole locali, ma anche quelle veraci, le ostriche, i fasolari e ogni bendidìo immaginabile. Un’eccellenza quindi, una delle tante di questo fortunato territorio che non potrebbe essere compreso fino in fondo senza viverlo attraverso i suoi molti volti, tutti legati tra di loro, uno ad uno.

Terra di Ea

Terra di Ea 3
Come Terra di Ea a Tortoreto, dove abbiamo soggiornato durante il nostro viaggio, che è molto più di un semplice agriturismo, perché appare come un luogo incantato in cui la natura e la qualità dominano in ogni aspetto. Uomini e donne uniti da un sogno, quello di vivere della terra e dei suoi frutti, in armonia con la natura: qui si possono trovare verdure d’incredibile qualità, un pane appena sfornato celestiale, atmosfere fiabesche con animali da cortile liberi e felici, una cucina generosa e vera, come sono vere tutte le persone che vi accoglieranno e vi regaleranno giornate indimenticabili.

Aprudia, il raffinato stile della sala

Enzo Di Pasquale, Aprudia

Il magnifico Cicale di mare, tapioca e bergamotto di Enzo Di Pasquale
È proprio questo aspetto, quello di una sincerità assoluta e convincente di ogni esperienza avuta, che ha caratterizzato il mio viaggio in Abruzzo: ogni singola persona, ogni degustazione, ogni emozione provata ha parlato di verità, di genuinità, di franchezza. È tutta qui la loro forza, una fervida energia che scorre ovunque, che si declina attraverso la classe e la raffinatezza culinaria di uno Chef come Enzo Di Pasquale di Aprudia nel cuore di Giulianova, mano e mente in continua connessione con il territorio, interpretato con piatti iconici, creativi e di grande stile. La cultura gastronomica locale passa anche attraverso visioni più classiche come al Palmizio ad Alba Adriatica o da Zunica a Civitella del Tronto, ma sempre nel profondo rispetto dell’anima più sincera che il territorio sa offrire.

L’eccellente Tartare di Zunica, con sullo sfondo una delle bollicine più affascianti assaggiate quest’anno, il Brut di Faraone
E per capirlo basta passeggiare proprio a Civitella, borgo dal fascino inimitabile, inerpicarsi fino alla Fortezza, in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, una delle più grandi e importanti opere d’ingegneria militare d’Europa. Riscendendo scopriamo il Museo Tessile di Civitella che raccoglie una delle più grandi collezioni italiane di storia tessile e della moda, dalla fine del Settecento al secondo dopo guerra.

Forezza di Civitella
La storia qui alberga in maniera imponente e testimoni sono famosi torrioni, come quello di Carlo V a Martinsicuro, il primo di una serie di torri poste a difesa della costa adriatica del Regno di Napoli contro le incursioni dei saraceni o quello della Torre del Cerrano a Pineto, risalente al 1568, rimasto perfettamente integro fino ai giorni nostri.
L’ideale conclusione del viaggio è naturalmente Giulianova, con il suo incantevole centro storico, colmo di arte e di storia, di edifici, di musei, di testimonianze di un glorioso passato che si rispecchiano nello splendore del presente: il modo migliore per ammirarlo è mentre si sorseggia un calice di vino, la vitalità inarrestabile di questa terra generosa e altruista, il suo respiro che si fa fluente. I rossi vermigli di Barone Cornacchia, la strepitosa bollicina di Faraone, l’aromaticità delle creazioni di Scuppoz sono i colori accesi di un quadro vitale, fatto di armonia, dove mille protagonisti hanno contribuito a dipingere l’immagine unica delle loro passioni.