TENUTA DE L’ANNUNZIATA. NATURAL RELAIS
Passavano furtivi anche da questa collina, i leggendari “Spalloni”, che tra metà Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento, battevano i sentieri di confine tra Svizzera e Italia, aggirando accuratamente la dogana.
Sigarette in quantità, celate dentro a capienti gerle di paglia intrecciata chiamate bricolle, da portare in spalla fino oltre il confine attraverso impervie mulattiere, un’attività di sopravvivenza che aiuterà a vincere la povertà diffusa del Dopoguerra.
Siamo nel comasco, a pochissimi chilometri dal confine svizzero su una boscosa collina che domina l’abitato di Uggiate Trevano. Rilievi morenici di origine glaciale, verdissimi e ancora incontaminati, ai margini del turismo a la page del vicino Lago di Como tanto amato dalle stelle del cinema, dove sorge Tenuta de L’Annunziata, una villa con torretta degli inizi del Novecento circondata da un estesa proprietà. Una magione in posizione panoramica acquisita nel 2007 dalla famiglia Guffanti-Pezzoli, lambita da un esteso bosco secolare, oggi mutata in uno stupendo natural relais. Guidato da Elisabetta e Arianna Guffanti insieme al papà Massimo, il resort è dotato di ampi e raffinati spazi comuni, con vetrate panoramiche e un’atmosfera calda e accogliente.
Venti camere e una super suite posta sulla torretta del relais, arredate in un felice connubio di tecnologia e antico impiegando tessuti e materiali dai colori naturali, con un balcone che guarda al castagneto e alle colline circostanti. Non solo una spa destination, ma un agriturismo spa a quattro stelle dall’approccio olistico, dove vivere un’esperienza wellness totalizzante attraverso un percorso naturalistico che coinvolge tutti i sensi e riporta a un rapporto intimo con la natura.
130.000 mq di foresta dove Marco Nieri, bioresearcher di fama internazionale, ha individuato 40 alberi che creano differenti aree bioenergetiche positive per l’organismo, e ha creato un inedito itinerario che si ispira alla “Bioenergetic Landscapes”, una tecnica innovativa messa a punto con il Dott. Walter Kunnen fondatore dell’istituto di ricerca sulla Biosfera “Archibo Biologica” di Anversa. Una filosofia che invita a sostare in determinati spazi del bosco per riceverne un beneficio energetico migliorando la funzionalità dei diversi organi e conseguire un benessere complessivo che combatte lo stress psico-fisico. Si tratta del bosco energetico più esteso d’Europa, un’area green lussureggiante da scoprire attraverso visite guidate o semplicemente consultando una mappa che indica con una facile numerazione gli alberi “benefici”. Mentre si cammina immersi nella natura, si può decidere di sostare accanto al castagno all’inizio dell’itinerario, per dare sollievo ai reni, alle ghiandole surrenali, alla prostata, al sistema linfatico, allo stomaco; oppure scegliere di sedersi tra le due betulle stimolando il sistema linfatico, il pancreas, il metabolismo, contrastando i reumatismi; o ancora optare per una sosta nei pressi dell’albero del sorbo, l’ideale per i malesseri legati al fegato, alle ovaie, al sistema nervoso, alle coronarie, alla tiroide, e così via nelle pause successive, ai piedi del pino silvestre, del faggio, della quercia, del quadrifoglio, del ciliegio, dove fermarsi restituisce positivi effetti bioenergetici che derivano dalla Biosfera e dal bio-elettromagnetismo vegetale, in relazione alla collocazione cardinale.
A complemento del bosco bioenergetico, si apre agli ospiti un’attrezzata spa di 1500 mq dotata di piscina con musica subacquea, idromassaggio, percorso Kneipp, hammam, bagno turco, docce emozionali, fontana del ghiaccio, un percorso rigenerante che prevede sauna finlandese, sauna alle erbe, solarium, tisaneria e un ampio programma di trattamenti e massaggi con una linea di prodotti naturali per il corpo realizzati con erbe del bosco e piccoli frutti che crescono nella Tenuta. Gli spazi sono concepiti per garantire relax e silenzio a cui, su prenotazione, affiancare trattamenti olistici, come il Lomi Lomi hawaiano e il massaggio ayurvedico Abhyanga ma anche esperienze di Yoga Flow con Bettina Pfaff, riconosciuta studiosa di discipline e stili yogici.
Da non lasciarsi sfuggire la cucina gourmet del Ristorante Quercus, ispirata dallo chef Alfio Nicolosi, una meta gastronomica non solo riservata ai residenti dell’hotel, che appaga e diverte, dove creatività e tecnica sono dosate con perizia e le materie impiegate arrivano direttamente dalla tenuta e dalle farm di proprietà dislocate nei dintorni. Un solido percorso quello dello chef classe 1990, lombardo di origini campane, che prima di approdare al Quercus, ha collezionato importanti collaborazioni con gli chef Giovanni Traversone, Andrea Berton, Andrea Provenzani e Giuseppe Iannotti (cui si deve un’importante consulenza al Quercus), facendo proprie visione prospettica, tecnica e capacità di confrontarsi con il territorio. Tanto lavoro, ricerca e sperimentazione, fino a delineare una propria idea di cucina, ispirata alla memoria, alla tradizione regionale e alla cucina internazionale.
Realizzazioni che giocano efficacemente con contrappunti e consistenze, in un crossover di sapori dove armonia ed estetica esprimono grande equilibrio e piacevolezza. Lasciarsi guidare dallo chef è la migliore delle opzioni. Si inizia con un assaggio dei panificati home made, i grissini stirati a mano con farina integrale e olio evo Vannini di Lenno; i piccoli krapfen salati lievitati 7 ore (semplicemente straordinari); il pane e burro d’alpeggio aromatizzato al ginepro. Le entrèe, con gli Sciat della Valtellina, il “Gubet” di Fabio Attilio Bulgheroni di Casale Roccolo, un formaggio caprino bio che nasce nel comasco e che durante il recente World Cheese Award, si è classificato tra i migliori 16 formaggi al mondo (concentrazione e verticalità notevolissime); l’Insalatina fermentata di daikon e topinambur; il Taco di asado argentino cotto ai carboni per cinque ore, con salsa yogurt e maionese al rafano, sontuoso nell’equilibrio dei sapori e di grande succulenza; i Raviolini di zucca con formaggio e salvia; i Ravioli genovesi, rivisitati dallo chef con il tartufo bianco d’alba; il Risotto ai funghi shitake e porcini, con formaggio lodigiano, burro d’alpeggio e burro acido, in un piacevolissimo connubio di note lattiche e ferrose; l’Agnello marinato cotto a bassa temperatura e alla brace, con la sua pelle; il Carciofo alla brace con cuore di formaggio caprino, lodigiano 42 mesi e polvere di liquirizia, dai gusti potenti e dall’incredibile accelerazione e intensità (abbinato a un cocktail Americano); e ancora il maialino cotto 16 ore a bassa temperatura con crema di carote al cumino, sesamo tostato e daikon fermentato; per finire con il Cannolo siciliano rivisitato.
Oltre alla carta, due menu degustazione: Volpe e Tasso, con sette e nove piatti, nei quali mettersi nelle mani dello chef per coglierne l’essenza, in un’esperienza che non delude ed esprime estro e padronanza delle tecniche, valorizzando le materie freschissime disponibili quel giorno.
La mise en place sobria e i tavoli (ottenuti con il legno del bosco) ben distanziati fra loro, insieme al camino acceso, favoriscono lo scorrere di una piacevolissima serata, resa ancor più interessante dalla narrazione del maitre che guida uno staff professionale e attento. Di grande livello la proposta enologica, con un’ampia selezione di etichette provenienti dalle principali regioni vitivinicole dell’Italia e del mondo, convenzionali, biologiche e biodinamiche, con un occhio al territorio, insieme a una selezione di vini della tenuta di proprietà dei Guffanti-Pezzoli sui Colli Piacentini.