ABBAZIA DI NOVACELLA, DAL 1142 ECCLESIALE ECCELLENZA
Il capolavoro della natura, nella sua meravigliosa e armonica combinazione, è rappresentato dall’Abbazia di Novacella, testimonianza di ricchezza umana e cristiana. Il mondo monastico ed ecclesiale nella quotidianità della regola di Sant’Agostino incontra, oltre all’arte e alla cultura, il mondo enologico, annoverandosi così tra le cantine operative più antiche del mondo. Luoghi sacri ancora fortemente vivi e operosi che dal 1142 hanno potuto contare su vigneti, masi e terreni, grazie a generose donazioni che, nel caso dell’Abbazia, furono elargite da Reginbert di Säben e sua moglie nei confronti del Beato Hartmann, vescovo di Bressanone.
“Nutre la mente solo ciò che la rallegra” affermava Sant’Agostino, ed una cosa è certa: chi arriva a Novacella se ne innamora. L’Abbazia è proprio questo, il luogo dove gli occhi sorridono e l’anima si rigenera. Accedere al complesso significa entrare in una dimensione dove Romanico, Gotico, Barocco e Rococò si mescolano in un viaggio del tempo alla scoperta delle varie epoche della storia dell’arte. Il romanico Castel Sant’Angelo e la torre campanaria; il medievale chiostro gotico con gli archi a sesto acuto – cuore pulsante dell’Abbazia – lo stile barocco del pozzo delle meraviglie nel cortile. Museo e biblioteca insieme alla basilica sono la summa del valore culturale di tanta bellezza. Il primo custodisce oltre ad altari tardo gotici di Friedrich Pacher, manoscritti e oggetti scientifici. La biblioteca in stile rococò, proprio come la basilica, raffinata e finemente decorata è considerata tra le più belle sale del Tirolo. Il giardino è, insieme all’orto, spazio d’incontro, di meditazione e preghiera. Entrambi oggetto di un fine restauro compiuto nel 2004 che, mantenendone intatta la suddivisione lo ha valorizzato ancora di più, è cinto da terrazzamenti vitati, custodendo al suo interno oltre a un imponente sequoia, alberi secolari di Ginko biloba, alberi da frutto, erbe officinali e un pergolato di uva da tavola, fiori selvatici e il meleto. Considerato tra gli esempi più importanti di garden design del sud Tirolo, è visitabile sebbene incluso nella parte di clausura, l’area privata dei confratelli.
Dal 1142 la viticoltura ha contrassegnato il lavoro di quest’ordine che oggi è rappresentato da 20 confratelli, canonici regolari attivi come sacerdoti nelle 25 parrocchie nel Sud Tirolo e in quello orientale. Sei ettari di vigneto sono situati intorno all’edificio di Novacella, mentre altri 22 ettari sono nella tenuta di Cornaiano, Maso Maklhof. Ulteriori 60 ettari invece, di proprietà di sessanta conferitori, permettono di raggiungere una produzione annua di 750.000 bottiglie, 70% vini bianchi e 30% rossi.
Se Novacella è con le sue caratteristiche pedoclimatiche luogo ideale per i grandi bianchi altoatesini, Maso Maklhof nel comune di Cornaiano, a dieci minuti da Bolzano, è il vigneto vocato per gli importanti rossi dell’Abbazia. Su un colle a 420 metri di altezza dove lo sguardo si perde in un abbraccio della Valle dell’Adige, della Valle Isarco e nella confluenza dei due fiumi che da lì in poi diventeranno solo Adige, l’Ora del Garda, il vento del sud, genera un moto lieve e perpetuo, accarezzando le uve di Schiava, Pinot Nero e Moscato Rosa, che beneficeranno del clima mite di uno dei luoghi più vocati, piaciuto già nel ventesimo secolo dal prevosto Markus Hauser che lo acquistò. Nella calda conca di Bolzano nasce invece il Lagrein. L’assaggio in Magnum dell’annata 1999 stordisce letteralmente per la magnificenza del sorso, che dopo ventidue anni si mostra integro, fresco, attuale.
La produzione dell’Abbazia è costituita da tre linee: Classica, Praepositus e Insolitus, quest’ultima nata solo di recente è stata fortemente voluta come spazio di sperimentazione. Dopo i successi dell’annata 2020, riconferma con un numero esiguo di bottiglie destinare al mondo Ho.Re.Ca., il Pinot Bianco Quota2 e Ton, una nuova versione di Sylvaner vinificato in anfora: “Dopo l’ottimo riscontro che abbiamo ricevuto lo scorso anno sia da parte degli appassionati che dalla critica di settore, non ci siamo fermati e abbiamo proseguito con grande slancio e curiosità il lavoro che stiamo portando avanti all’interno di questo nuovo spazio” spiega Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella. “I motivi che ci avevano spinto a creare la linea Insolitus continuano a essere molto attuali: desideriamo sperimentare in modo coerente con la filosofia dell’Abbazia di Novacella nuove vie che ci consentano di perseguire la strada della sostenibilità, adattandoci ai cambiamenti climatici in atto, non dimenticando mai il desiderio di creare vini che siano complessi e fortemente radicati al nostro territorio”.

Werner Waldboth, direttore vendite di Abbazia di Novacella
La linea Classica, che comprende 10 vini bianchi e 4 vini rossi provenienti dai vigneti posizionati nelle due tenute di Novacella e Cornaiano, leggendo con autenticità le caratteristiche del luogo trasferito fedelmente nel calice con i tratti tipici di vini di alta montagna, si contraddistingue per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Ma è la linea Praepositus a rappresentare l’eccellenza. Nata per esaltare i migliori cru dell’Abbazia e le uve perfette provenienti dalle migliori esposizioni, esprime l’armonia di varietà come Müller Thurgau, Sylvaner, Grüner Veltliner, Kerner, Pinot Grigio, Sauvignon, Gewürztraminer, Riesling, Moscato Rosa, Pinot Nero, Lagrein, restituendo pienezza, complessità, equilibrio, verticalità. La linea Insolitus è la linea della crescita e dell’esperienza, del conoscere sempre di più la materia prima nel tentativo di innovare, con uno sguardo attento ai cambiamenti climatici e ad un’agricoltura sempre più sostenibile. Quest’anno i risultati più soddisfacenti sono per Quota2 2019 Pinot Bianco fermentato e maturato in barrique per un terzo nuove, e per Ton nuova espressione di Sylvaner da vigne di 49 anni, fermentato in anfora senza macerazione sulle bucce e maturato 24 mesi di cui 12 in anfora. “Abbiamo preferito non svolgere la macerazione sulle bucce delle uve” racconta Celestino Lucin, Enologo dell’Abbazia di Novacella “perché volevamo che emergesse un timbro olfattivo più delicato, dove le fresche note fruttate si potessero unire a quelle minerali, ulteriormente intensificate dal riposo all’interno delle anfore: il risultato finale è molto complesso e ricco di personalità”.
Abbazia di Novacella è pacatezza e silenzio dove, grazie ai punti cardine come storia, cultura, metodi, idee, porta avanti il futuro di un ordine antico, fonte di forza per vocazione. Una volontà che contempla anche il vino, l’opportunità per guardare al domani: “Il desiderio di guardare al futuro attraverso questo vero e proprio cantiere aperto continua” afferma Werner Waldboth. “È un percorso che siamo sempre più contenti e convinti di aver intrapreso e che ci riserverà ulteriori sorprese”.
DEGUSTAZIONE
Quota2 Pinot Bianco 2019 Alto Adige DOC
91/100
È un Pinot Bianco (solo 1500 bottiglie) che esprime l’essenza del luogo di Novacella, specchio gustativo di un’annata particolarmente equilibrata. Nel vigneto più a settentrione della regione – le vigne di Quota2 sono poste a 650 metri s.l.m. su suoli morenici permeabili e su una fittezza d’impianto di 6000 piante per ettaro con rese di 50 ettolitri – il Pinot Bianco acquista un volume alcolico contenuto, un’acidità vivace ma ben composta, eleganti profumi floreali. La bocca sapida, tesa, dalla trama finemente intessuta, trasmette struttura e ricchezza.
Ton Sylvaner Mitterberg IGT
92/100
L’etimologia del nome riporta all’anfora e al suo materiale, l’argilla, Ton in tedesco. Solo 1000 bottiglie per questo blend di due annate, la 2018 e la 2019, da vigne incantevoli a 630 metri di quota con esposizione sud. L’anfora concede grande personalità corroborata da una vinificazione senza macerazione sulle bucce che apporta estrema eleganza e una precisa personalità. Timbro olfattivo ampio e raffinato, racconta di una freschezza balsamica punteggiata di anice e menta. I profumi di frutta estiva matura e polposa si amplificano in un palato minerale e intenso aggomitolato su note di sale e pietra focaia.
Adige Valle Isarco Sylvaner DOC Praepositus 2019
93/100
Varietà neutra, di connotazione piuttosto acida (6,30 g/l), produce vini eleganti e territoriali. Un calice prezioso che offre un punto di vista diverso sul territorio altoatesino raccontando di un vitigno tipicamente alsaziano che ben si è adattato al contesto del Sud Tirolo e della conca di Bressanone in cui viene allevato. Naso di albicocca, fiori bianchi, agrumi, salvia; bocca tesa, seducente, fine. Sorso che vede il 60% del mosto fermentato e maturato in acciaio, il 30% in botti di acacia da 30 ettolitri, il resto in barrique.
Alto Adige Valle Isarco Grüner Veltliner DOC Praepositus 2012
95/100
Un mondo a sé, una varietà molto interessante e ancor poco conosciuta esplicata grazie a numerosi assaggi. Dalla 2019 in anteprima assoluta – uscirà il prossimo ottobre – passando per la vendemmia 2018, intensa e opulenta, per poi conoscere la difficile annata 2017, fino alla grassezza dei profumi di meringa e pasticceria della 2014. Lo spessore della 2010, con i ricordi netti di idrocarburo e la vivacità e una beva presente e pulita, celebra la capacità d’invecchiamento che si mostra ancora in ottima forma come la 2007, sfumature ambrate e note acidule di sidro, karkadè e mela cotogna. Grüner Veltliner DOC Praepositus 2012 lascia tuttavia un segno indelebile nella memoria gustativa con un timbro, un colore, un atteggiamento ineguagliabile. Il vino si plasma nella forma esteriore di una terra che profuma di cedro candito, albicocca matura, menta, idrocarburo, pepe bianco. Straordinaria verticalità di beva che trova brio e mineralità.
Alto Adige Pinot Nero Riserva DOC 1997
96/100
L’importante “escursus” gustativo sul Pinot Nero, Südtiroler Blauburgunder Riserva, prodotto dai vigneti nel cuore di Cornaiano, Maso Maklhof, ha mostrato la magnificenza a cui si eleva grazie a un terroir incrocio di condizione pedoclimatiche di livello superiore. Si parte dall’ultima annata in vendita, la 2017, seguita dall’assaggio della 2015 con la sua avvolgenza e la connotazione calda e ampia, attraversando la 2010 con la sua finezza, potenza e raffinatezza, fino alla bellezza contemplativa della 2006 con la sua freschezza e con i giochi di frutto e di sale, per giungere alla 2002 con la presenza fresca e attuale, e consegnare infine l’assaggio conclusivo dell’annata 1997, un livello superiore che raccoglie in sé le molteplici espressioni aromatiche del Pinot Nero. Color chinotto, vivido e brillante, si mostra subito generoso nel frutto e nella sua succosa pienezza. Naso di arancia sanguinella, creme caramel, tabacco e mentolo, poi un accenno di sottobosco e terriccio, le nuance contemplative di legno e incenso. Un boomerang di profondità e morbidezza, archetipo di luoghi di frescura capaci di offrire un’emotività sottile e avvolgente.