ALLA SCOPERTA DEL GARDA DOC
La bellezza è la normalità sul lago più grande d’Italia. I suoi borghi variopinti ben tenuti, quel reticolo simmetrico di viuzze piene di negozietti e di vita, che ti inducono a conoscerne la storia, quella luce riflessa nell’acqua, con i contrasti che si sommano ai colori e alle sfumature del cielo e delle montagne, non si trovano in nessun altro luogo. Non è un caso se il Garda ha lasciato senza parole schiere di scrittori, alcuni giunti qui per caso, come Goethe. Ma fa la sua parte anche la straordinaria produzione vinicola che con i suoi filari ordinati e verdissimi sembra aggiungere armonia a questi luoghi che lo scrittore tedesco, giunto qui nel settembre del 1786 non esitò a definire idilliaci: “Sul far della sera il brav’uomo mi accompagnò in una sua vigna in posizione stupenda, sulla riva del lago. Era con noi un suo figliolo sui quindici anni, che doveva salire sugli alberi e spiccarne per me le frutta migliori, mentre il padre mi andava scegliendo l’uva più matura… Non è possibile esprimere a parole l’incanto di questa lussureggiante riviera”.
Nel 1899 arriverà a Gardone Riviera lo scrittore tedesco Paul von Heyse, vi resterà per dieci anni fino al 1909, un anno prima di essere insignito del Nobel per la letteratura. Le Novelle gardesane saranno il tributo dello scrittore al Garda, dove racconterà le suggestioni di questi luoghi in cinque racconti, quattro dei quali non saranno mai tradotti in italiano fino al 1997. E poi naturalmente Gabriele D’Annunzio, che rimarrà soggiogato da queste rive e da questa natura rigogliosa, facendone il suo buen ritiro. Il 4 Settembre 1917 scriverà alcuni versi che non lasciano dubbi sul suo stato d’animo: “Tutto è azzurro, come un’ebbrezza improvvisa, come un capo che si rovescia per ricevere un bacio profondo. Il lago è di una bellezza indicibile”. D’Annunzio sceglierà di trascorrere gli ultimi sedici anni della sua vita a Villa Cargnacco a Gardone Riviera, il Vittoriale degli Italiani, divenuta la sua residenza dal 1922 al 1938, anno della morte.
Tante le suggestioni storiche, paesaggistiche, letterarie, in questa area ampia del Lago di Garda, tra Lombardia, Veneto e le province di Brescia, Mantova e Verona, dove si origina la Doc Garda, in un territorio collinare che si specchia sul lago, da molti considerato un unicum. L’areale vitivinicolo del Garda Doc con le sue peculiarità climatiche, ha forgiato nei secoli una viticoltura che esprime differenti specie di uva, con caratteristiche diverse una dall’altra, si tratta di una denominazione animata da un forte spirito di innovazione, riconosciuta per la prima volta nel 1996 con l’intento riuscito di dare valore ai vini varietali che si producono nelle 10 storiche zone di produzione dell’area gardesana: Valtenesi, San Martino della Battaglia, Lugana, Colli Mantovani, Custoza, Bardolino, Valpolicella, Valdadige, Durello, Soave e riportano a una tradizione vitivinicola antichissima, con produzioni di vite domestica che risalgono all’età del ferro.
Il riconoscimento ministeriale arriva nel 2015 e operante erga omnes dal 2016, affiancato dall’intensa attività di promozione del Consorzio Garda Doc che rappresenta i 250 utilizzatori della denominazione, tra produttori verticali e cantine cooperative, che coltivano 31.000 ettari di terreno vitato. Un’attività che in questi sette anni ha portato il Consorzio vicino ai produttori e ai consumatori, consolidando l’immagine dei vini del Garda, valorizzandone le eccellenze vitivinicole, ampliando il rapporto con la stampa, attraverso eventi mirati sulla storia, la cultura, l’enogastronomia, del Garda, organizzando educational, incontri con i produttori, degustazioni sui vini della denominazione, dai varietali alle bollicine, anche in contesti non usuali, come il grande evento con trenta giornalisti organizzato lo scorso giugno, insieme all’associazione culturale Hostaria, sulla Motonave Zanardelli, storico battello dei primi del Novecento, ripetendosi settimanalmente anche per gli enoappassionati, ma anche il convegno sulla nuova Carta dei suoli del Garda Doc, curata dal Dottor Giuseppe Benciolini, che si è tenuto al Vittoriale. Iniziative di successo che avvicinano i wine lovers a questo territorio straordinario, e stimolano il desiderio di sapere, visitando le coste e l’interno da un’ottica non convenzionale.
È un viaggio alla scoperta del Garda Doc, con gli otto vitigni principali che da disciplinare rientrano nella produzione delle tipologie di vino della denominazione, quattro a bacca bianca Garganega, Trebbiano (Trebbiano di Soave e/o Trebbiano di Lugana), Chardonnay, Pinot Grigio e quattro a bacca nera Corvina, Marzemino, Merlot, Cabernet Sauvignon. Completano la variabilità ampelografica tutti i vitigni “locali” dell’areale. Nel 2022 sono stati prodotti 153.000 ettolitri di vino (che nel 2016 erano circa 34.000) e 20 milioni di bottiglie di Doc Garda, mentre i 42.000 ettolitri di Chardonnay prodotti nel 2022, ne fanno la tipologia più imbottigliata (erano circa 6.800 nel 2016), con un incremento nella produzione, grazie all’introduzione della spumantistica e delle tipologie bianco e rosso. Numeri importanti che raccontano di un comparto operoso, che non si accontenta, ma non scende a compromessi e vuole fare le cose per bene. Quello del Garda Doc è un territorio denso di attrattive, che accontenta l’enoturista, attraverso la possibilità di visitare le cantine e i produttori, per conoscere la loro storia e assaggiare i loro vini, esplorando i possibili abbinamenti con il food locale, ma dove anche l’appassionato di storia locale, letteratura, sport, wellness, escursionismo, trovano soddisfazione, grazie a una proposta ampia e stimolante.
gardadocexperience.com
Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28/10/2022 (cfr. par. 3.3 allegato D al d.d 302355 del 7 luglio 2022)