CANTINE AMATO: PROGETTO NOCERA ROSATO PÉT NAT
Una storia in divenire in cui le generazioni passate sono state dal 1927 selezionatori di uve e produttori di vino in Sicilia, abbracciando tre diversi territori. La storia di Cantine Amato prende il via con un’osteria: nel 1958 l’apertura della cantina con il nonno Saro, fino agli anni ’80 quando Salvatore ne prende la guida fino ad oggi, un nuovo tempo fatto di tante idee e novità affiancato dal figlio Rosario. Per Cantine Amato finalmente il sogno della vigna ha preso forma. Dopo anni in cui le uve lavorate provenivano da vigneti in gestione, ora con il progetto Nocera si apre a una stagione nuova e stimolante per questa realtà siciliana. Nel vigneto di Nocera, varietà del messinese, situato a Patti, sulle terre che furono dei nonni, la nuova generazione diviene anche viticoltore completando la filiera produttiva che include la Valle dello Jato, Marsala e Grotte, in provincia di Agrigento.

Rosario Amato
Quattro luoghi diversi per vini con suggestioni di Sicilia nel calice. “Il nostro primo Nocera Pet Nat è figlio della vendemmia 2023 – racconta Rosario Amato -, la seconda produttiva nella vigna di Patti, in contrada Luogogrande, a meno di un chilometro dal mare, circondata da ulivi secolari e alberi di agrumi”. Vino rosa brillante frizzante non filtrato, certificato bio, ha una beve giocosa, fresca, spontaneamente briosa caratterizzata da un bouquet di lamponi, piccoli frutti rossi, rosa canina, pompelmo, lievito madre e brioche. Con 11,5 volumi in alcol e quella piacevolissima frizzantezza accompagnata da una sapidità che ti riporta al mare e i suoi luoghi, è il primo vino ottenuto dalle uve del vigneto di proprietà, un vero e proprio cru situato in provincia di Messina, dove la varietà reliquia, è stata valorizzata in una nuova e attuale veste: il Nocera petillant naturel.
Un vino che conserva i propri lieviti grazie al metodo di rifermentazione e per il quale si presenta volutamente un po’ torbido e opaco. Una piccolissima produzione come le altre della famiglia Amato, dove anche l’etichetta racconta una Sicilia contemporanea e rimanda alla leggenda siciliana di Colapesce, coraggioso pescatore messinese che, nuotando negli abissi, si accorse che una delle tre colonne che sorreggevano l’Isola era pericolante; scelse così di restare in fondo al mare per sostenerla e salvare la sua terra. Di puro piacere e godimento gustato nella sua versione fresca e leggera nella quale è preferibile non capovolgere la bottiglia prima di stapparla.