CHIANTI CLASSICO, L’ORGOGLIO DELLE NUOVE UGA

Trent’anni fa ero in auto verso Vienna. Venti ore, tra andata e ritorno, insieme a un mio collega vignaiolo. Eravamo giovani, ribelli, e già parlavamo di valorizzare il lavoro dei piccoli villaggi“. Alla fine del 2021, Giovanni Manetti, oggi Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico, può dire di avercela fatta: con una votazione quasi unanime, lo scorso anno l’assemblea del Consorzio ha dato il lasciapassare per istituire le UGA, Unità Geografiche Aggiuntive, presentate in anteprima al MUDEC di Milano. Aree più ristrette e omogenee, che in etichetta daranno risalto alla vera anima di ciascun vino: il terroir.

Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico

Settantamila ettari, coperti al 65% di boschi: una forza naturale che si trasforma in automatico impianto di irrigazione, rete perfetta per trattenere le acque piovane, arricchire i suoli (già di per sé incredibilmente vari) e garantire eccellenza al prodotto finale. “Altrove si sta lavorando per impiantare alberi, noi qui ne abbiamo per la maggioranza del territorio“. Tra questi, settemila ettari circa sono iscritti al Consorzio del Chianti Classico, che produce una media di 36-38 milioni di bottiglie l’anno: numeri tutto sommato quasi contenuti, a testimonianza di rese controllate per ottenere il massimo della qualità. La metà degli ettari è in regime biologico certificato, oltre un terzo delle aziende coinvolte utilizza energia rinnovabile, il 70% si rifà a buone pratiche di sostenibilità (inerbimento, zero spreco). Ma è il lato umano, la vera chiave di volta per ogni angolo del territorio: “Sono le tradizioni, le abitudini e i rapporti tra lavoratori, a rendere il Chianti Classico quello che è“.

Ed è per questo che dal 2022 (si spera, data di uscita della Gran Selezione 2019), le etichette del Gallo Nero reciteranno anche il nome del singolo borgo o villaggio di produzione: San Casciano, Greve, Montefioralle, Lamole, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina e San Donato in Poggio, scelte per storicità, longevità, caratteristiche identitarie. È anche una risposta al sempre crescente numero di consumatori che si interessa alla tipicità locale, alle usanze e alle storie di chi fa vino: “Territorio e vino sono legati, l’uno fotografia in negativo dell’altro. Ogni bottiglia deve poter valorizzare la sua origine, per poterla raccontare al meglio“. Dall’inizio del prossimo anno, le UGA saranno ristrette esclusivamente alla Gran Selezione (30 mesi di invecchiamento, almeno 90% di Sangiovese ed eventuale resto di uve autoctone): nel giro di tre anni, la promessa è di riconsiderarle anche per Chianti Classico (12 mesi) e Chianti Classico Riserva (24 mesi).

Il Chianti Classico esporta in centocinquanta paesi del mondo (è il consorzio più antico d’Italia, nato nel 1924), e anche all’estero si sono viste reazioni positive a questo colpo di coda verso il futuro: “È un punto di partenza: la crescita di un movimento passa per le relazioni personali. Lo scambio tra piccoli produttori, fornitori, appassionati, è linfa per una qualità sempre maggiore, e questo traspare fino oltreconfine. È dando visibilità e merito alle dimensioni più piccole, che possiamo consolidare una realtà già enorme come il Chianti Classico”, che ha reagito alle difficoltà degli ultimi anni con un aumento sia in volume (+20%) che valore (+10% sul 2019). E adesso punta al domani con la forza della particolarità.

In occasione della presentazione, sono stati degustati undici vini. Di seguito la top 3:

 

Castello Vicchiomaggio Chianti Classico Gran Selezione Le Bolle 2016

UGA Montefioralle

100% Sangiovese: viscosità suadente, frutto e fiore che si intrecciano alla perfezione. Sorso duraturo e avvolgente.

 

Rocca di Montegrossi Chianti Classico Gran Selezione San Marcellino 2016

UGA Gaiole

92% Sangiovese, 8% Pugnitello: naso e carattere pepati, gran tono, tratti di frutta esotica, finale speziato.

 

Antinori Chianti Classico Gran Selezione Badia a Passignano 2018

UGA San Donato in Poggio

100% Sangiovese: trionfo di contrasti intriganti, spezia e dolce, sentori di forno e pasticceria di classe.

 

chianticlassico.com