COCCO WINE, I VOLTI DELLA BARBERA D’ASTI DELLA RIVIERA DEL MONFERRATO

Giunto alle sua ventiduesima edizione, Cocco Wine si conferma essere l’evento piemontese che ufficializza l’inizio della ripresa delle attività di promozione a cura dell’Associazione Go Wine di Alba, gestita con passione da Massimo Corrado.

In quella definita come la Riviera del Monferrato, con i suoi 500 metri di altitudine il paese di Cocconato, arroccato sulla collina, offre una vista ad ampio spettro sui vigneti, che da decenni ospitano l’uva Barbera. Regina del Monferrato, in questo perimetro di 20 ettari circa ha trovato un habitat particolare a tal punto da azzardare a dire che meriterebbe una propria sottozona: terreni e microclima caratterizzano i vini in maniera eloquente, spiccata acidità, tensione e materia contenuta ma non per questo priva di profondità e avvolgenza. Un impatto gustativo che si accompagna a una filigrana salace sottile ed invitante. Umberto FasogIio, il giovane sindaco di Cocconato nonché figlio di contadini, coadiuva il lavoro di valorizzazione di vino, carne, formaggi, miele, nocciole e salumi tutti racchiusi all’interno di uno stesso Consorzio. “Lo spirito di sacrificio che anima i produttori si esprime nella scelta di investire in prima persona nella realizzazione di un secondo punto vendita, recentemente inaugurato nel paese di Chivasso” tiene a sottolineare il Presidente Adriano Cavallito a capo dell’azienda Marové, che ha inaugurato la manifestazione Cocco Wine presentando il ricco programma della due giorni che ha visto protagonista ovviamente il vino. A condurre la prima masterlcass di approfondimento sulla Barbera di Cocconato è stata chiamata la scrittrice e divulgatrice Adua Villa, sorpresa per quelli che ha definito come “markers” dei vini di questa zona, chiari e facili da memorizzare, anche per i meno esperti. Chiamate alla prova del bicchiere le Barbera 2021, tre versioni in solo acciaio, e le Barbera d’Asti Superiore di varie annate.

Ci concentriamo sulle prime, volutamente, perché meglio esprimono da un lato la stilistica produttiva delle aziende e dall’altra l’identità del territorio, da intendere come relazione tra elementi naturali e culturali. Interessanti, infatti, i nomi delle frazioni che ospitano le vigne (come Gesso, Tuffo, Valle, Stazione, Vignaretto), efficaci descrittori del paesaggio.

 

Barbera d’Asti 2021 Marové

Con uno sbocco commerciale prettamente locale, all’interno dell’agriturismo annesso all’azienda, la Barbera è tra le ultime cultivar piantate da Marové che, nata nel 1994, prende il nome da una antica frazione risalente all’epoca dei Savoia. I suoli calcarei della collina vitata attorno alla cantina, a 400 metri di altitudine, restituiscono un vino violaceo nel colore, profumatissimo al naso con note di ciliegia e violetta. Sorso ampio e voluttuoso, dinamico, iodato nel finale.

 

Barbera d’Asti 2021 Maciot

Azienda di 23 ettari, tra le prime in zona ad aver abbracciato il bio e la biodinamica (certificata Demeter dal 2013).  Con la 2021 l’azienda ha abbandonato vecchie impostazioni per proporre una barbera più snella e immediata, con una gradazione alcolica più bassa, sotto i 14 gradi. Raccolta leggermente anticipata, nessuna chiarifica e nessuna stabilizzazione per questo vino che si presenta fragrante, su note di melograno e cerise, sorso dinamico, leggermente tannico, si sviluppa con verticalità e freschezza.

 

Barbera d’Asti 2021 Cantina Nicola

Piccolissima realtà, di appena cinque ettari, poco distante dal centro del paese. Oltre a un’offerta gourmet di alto livello, con materie prime direttamente raccolte nel proprio orto, l’azienda è impegnata nella conversione al bio. Ventimila le bottiglie prodotte di cui quasi la metà dedicate alla Barbera, che in questa versione prodotta su suoli bianchi di matrice argillosa-calcarea si esprime con densità, pienezza e note mature di frutti rossi dolci, cenni di spezia, chiude con un ritorno salmastro e una rotondità calda ed avvolgente.

 

 

consorziococconato.com