IL COLLIO TINGE DI GIALLO MILANO

Parlare di territorio. È la volontà condivisa dalle aziende socie del Consorzio Collio che grazie a una serie di attività ha scelto di comunicare prima di tutto la straordinaria esperienza enologica del suo territorio, di un areale unico che nasce da suoli peculiari chiamati Ponca. La Denominazione di Origine Controllata risale addirittura al 1968; nel 1964 nacque invece il Consorzio di tutela vini Collio, uno dei primi in Italia. L’allora presidente, Conte Douglas Attems, ebbe la lungimiranza di unire i produttori locali, incentivando l’eccellenza della qualità del vino. Terra di confine, di crocevia e di popoli, il Collio è un microcosmo di storia che vive in un equilibrio armonioso tra natura, biodiversità e aree boschive che s’intersecano a filari ordinati di vigneti, precludendosi a qualsiasi forma di urbanizzazione. Nobili uve allevate in una zona collinare collocata fra le Alpi Giulie e il Mar Adriatico, che trova un microclima unico per vini bianchi di pregio ed eccellenza. E poi la ricchezza del suolo, della Ponca appunto, un complesso sedimentario composto da marne e arenarie stratificate di origine eocenica, depositate in un ambiente marino con numerosi reperti fossili, per vini di carattere e mineralità, unici e inconfondibili per gusto e profumo. Milletrecento ettari di superfice vitata su un areale di seimila ettari, la prevalenza di uve bianche (87%) e il restante a bacca rossa con una buona presenza di vitigni autoctoni (Friulano, Malvasia, Picolit). La vera essenza e anima del territorio è però il Collio Bianco, blend caratteristico dove ogni azienda trova la propria espressione esaltando l’unicità del terroir. Uvaggio ottenuto da uve di una o più varietà, fatta eccezione per i vitigni aromatici Müller Thurgau e Traminer aromatico (non possono superare il 15% del totale) è un’espressione è variegata nella quale confluiscono esperienze e sperimentazioni diverse. Ogni produttore ha definito infatti il proprio stile, spinto dalla pulsione di portare questo bianco sul gradino più alto della propria produzione.

Il Collio tinge dunque Milano di giallo con una serie di assaggi alla ceca e abbinamenti inusuali con vista Piazza Duomo e cattedrale. Si fa il punto sul futuro senza tralasciare un passato importante. La coltivazione della vite nel Collio ha, infatti, origine antichissime, risalenti all’epoca romana. La produzione dei vini continuò anche successivamente, durante il periodo della Serenissima e della dominazione degli Asburgo. A partire dal ‘500, le viti coltivate in questa zona venivano apprezzate in tutta Europa. La viticoltura moderna ha inizio nella seconda metà del 1800: diverse vicende storiche testimoniano come già in questa epoca sia presente quella propensione alla ricerca e all’innovazione in campo viticolo, che sempre caratterizzerà questo territorio. L’attuale presidente del Consorzio, David Buzzinelli, le 187 aziende socie e i circa 270 produttori tra viticoltori e imbottigliatori, puntano a una crescita continua sia in Italia che all’estero grazie anche a una comunicazione poliedrica e multidisciplinare giocata anche sul ruolo della bottiglia Collio, voluta fortemente dai suoi produttori, dal 2009. Con la sua forma unica, che presenta la scritta Collio incisa sulla baga, e la sua capsula gialla, è diventata un nuovo elemento di riconoscimento e unione.

Realizzata rispettando i valori di sostenibilità e attenzione all’ambiente che da sempre caratterizzano il Collio, pesa 500 grammi contro i tradizionali 550 – 600 grammi, facendone un prodotto a basso impatto, per il ridotto consumo di vetro. Anche il tappo di alta qualità a ridotta sezione e una forma che ricorda lo stile di una volta ne completano la linea, rendendola una bottiglia dal design unico. Straordinari gli assaggi, rigorosamente alla cieca di Ribolla Gialla Sturm 2022 e Castello di Spessa 2021 Yellow Hills, Pinot Grigio Fruscalzo 2021 e Russian 2022, Friulano Gall  2022 e Battistutta 2022, Malvasia Pighin 2021 e Malvasia Subida di Monte 2021, Collio Bianco Cantina Produttori 2021 e Terre del Faet, 2020, e di uve autoctone quali Friulano Carlo di Pradis, 2021, Collio Bianco, Ronchi Rò 2021, Ribolla Gialla Colmello di Gritta 2019 e Colle Duga 2021, Malvasia Casa delle Rose 2021 e Collio Bianco Baroni del Mestri 2019. Infine, il Sauvignon Skok 2021, il Pinot Grigio Primosic 2020, Skin e il Friulano Riserva di Renato Keber 2018, Zio Romi, abbinati a una cucina di mare e volutamente non tradizionale.

Non manca l’attenzione del Consorzio verso progetti particolarmente significativi come Wine Net, la rete di cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia con lo scopo di migliorare la filiera di produzione viti-vinicola attraverso soluzioni innovative e sperimentazione di tecniche di potatura e viticoltura che si propone di rafforzare la collaborazione fra le varie realtà e favorire lo scambio di informazioni allo scopo di elevare gli standard qualitativi relativi alle tecniche vitivinicole ed ai loro strumenti di comunicazione. Inoltre, a partire dal 2021 il Consorzio è diventato Operatore Associato per l’ottenimento del marchio SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), che certifica il rispetto del Disciplinare di Produzione Integrata, ovvero quel “sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi e i mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare le tecniche agronomiche, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici.

 

 

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