LA WINE CUBE DI ROMA SECONDO CHARLIE ARTURAOLA
Lo scorso 20 e 21 marzo alla prima edizione della Wine Cube di Partesa Wine a Roma c’era anche Charlie Arturaola, uno dei dieci migliori palati del mondo secondo l’American Wine Association. Una eloquenza e uno spessore consolidati in centinaia di dibattiti, giurie, conferenze, degustazioni, a tutti gli angoli del globo, che il sommelier uruguaiano di lungo corso, superstar del continente americano, ma anche attore, comunicatore, grande esperto di vini, con un enorme competenza e passione, ha condiviso con i partecipanti alla masterclass sulle “Grandi denominazione italiane”, guidando l’assaggio di nove icone del vino.

Charlie Arturaola
Un grande esperto di vini di fama internazionale, che nella sua carriera ha anche trovato il tempo di fare due film. In “El Camino del Vino” del 2010, Charlie Arturaola impersona un esperto enologico che improvvisamente perde completamente il palato, per riacquistarlo dovrà partire per un viaggio, che lo porterà a riscoprire sè stesso tra i vigneti e le coltivazioni del suo villaggio natale. Il protagonista della pellicola, girata da Nicolás Carreras, si racconta intimamente andando in profondità alle origini della sua storia, insieme a Michel Rolland, uno dei più grandi enologi della nostra epoca. È il primo dei film di Arturaola, poi è venuto “Il duello del vino”, che ne è il seguito, girato tra la Rioja Alavesa, la Francia, Firenze, Barolo, Soave, Umbria, Milano, Sardegna, New York, Londra, in una grande produzione dove finalmente il sommelier ritrova il palato.

Eros Teboni
Un appuntamento enologico, quello della Wine Cube appena conclusa nel maestoso Salone delle Fontane dell’EUR a Roma, in un contesto di notevole impatto architettonico, grazie alle forme razionali e geometriche, che si fondono con il concetto di eternità e grandiosità tipico del Ventennio, dove si sono avvicendate sei masterclass che hanno consentito l’assaggio di 49 vini, guidate da alcune grandi firme del vino, come Charlie Arturaola, Daniele Cernilli, Matteo Zappile, Vania Valentini, Eros Teboni, Costantino Antonio Gabardi. Una location d’effetto, con una superficie di oltre 2.000 metri quadri arricchita da fontane, mosaici, scalinate di granito, colonnato e giardini di architettura monumentalista progettata dall’architetto Gaetano Minnucci agli inizi degli anni ‘40, che per due giornate, mentre si festeggiavano i 25 anni di ‘Partesa per il vino’, ha richiamato oltre 1.500 visitatori e 67 produttori italiani ed europei, che hanno posto in assaggio oltre 400 etichette.
Una quinta straordinaria, fatta di architetture eleganti, ampi viali ed edifici di impronta razionalista, che vennero realizzati nella zona sud-ovest di Roma su progetto dell’architetto Marcello Piacentini, assecondando il pensiero imperialista di Benito Mussolini, che intendeva dare lustro alla capitale in vista dell’Esposizione Universale di Roma in programma per il 1942, ma fu un evento che non ebbe mai luogo, a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Un contesto estremamente affascinante dove ha avuto luogo il grande evento del vino organizzato da Partesa, nella sua prima edizione romana, dopo la tappa di Milano di alcuni mesi fa. Tra gli ospiti di spicco Charlie Arturaola, grande professionista del vino, che abbiamo incontrato per James Magazine.

Alessandro Rossi e Charlie Arturaola
Quale è la tua storia e come è avvenuto l’incontro con il vino? “Da quasi quarant’anni frequento il mondo del vino e ho collezionato tutte le esperienze possibili connesse ad esso, il comin, il bartender, l’uomo del ristorante, il maître d’hotel, il giornalista, ma a un certo punto ho voluto conoscere anche l’altra faccia della ristorazione, lavorando accanto a un grande cuoco di Santo Domingo, per imparare quella parte che normalmente è preclusa a chi sta in sala. Tuttavia, senza la dimensione del viaggio non sarei diventato ciò che sono, ad essa è legata intimamente l’esperienza che ho accumulato nel mondo del vino, grazie anche alle radici della mia famiglia, che da parte di madre sono francesi e da parte di padre sono basche, tutto è iniziato con mio nonno che era marinaio e sbarcò in Uruguay per restarvi. Senza accorgermene mi sono trovato a seguire le tracce dei miei avi, scoprendo in quei paesi così lontani dal mio, spunti straordinari e interessanti risvolti professionali legati al mio lavoro. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza conoscere le lingue, lo devo a mia madre, quando a dodici anni a Montevideo in Uruguay dove vivevo con i miei genitori, ha voluto che iniziassi a prendere lezioni di inglese. La nostra era una famiglia umile, ricordo lo zio polacco, il grande tavolone, il vino di casa nelle damigiane, che mio padre ricavava dalla pergola di vite Tannat di origini francesi davanti a casa, vendemmiando in febbraio. E tra le prime esperienze con l’uva, non posso dimenticare i profumi e gli aromi del Nebbiolo spumantizzato che produceva in modo artigianale un vicino di casa di Montevideo, quando avevo sette/otto anni, un aneddoto che racconto nel mio primo film nel 2010 Il cammino del vino fatto sul Malbec insieme a mia moglie, da bambino percepivo di avere un senso dell’olfatto molto sviluppato, ma ancora non avevo capito quanto. Avrei voluto andare all’Università di Navarra, ma poi la vita mi ha portato verso il mondo del vino e ho avuto la fortuna di viaggiare tanto, dal Brasile a Bordeaux, da Montefalco alla Patagonia, fino a Venezia nel 1987, dove dopo aver fatto tutti i mestieri della ristorazione, su consiglio di un collega di Padova che era con me sulle navi e aveva visto la mia naturalezza nell’abbinare con successo il vino ai cibi, decido di entrare in profondità nel vino, per imparare a presentarlo, raccontarlo, servirlo, iniziato a questa arte da due colleghi esperti. Poi tanto studio, ricerca, confronto e incontri importanti, tra cui quello con Robert Mondavi, a cui univo la piacevole consuetudine di assaggiare il vino locale, ovunque mi trovassi per lavoro o per piacere, mentre ero ad Alessandria d’Egitto, a Caifa in Israele, a Cipro o nelle isole greche, coinvolgendo i ragazzi dello staff che lavoravano con noi, rafforzando in qualunque luogo andassi, la mia conoscenza delle lingue, che oggi sono diventate cinque, quasi a voler onorare quel patto stretto con mia madre quando ero bambino”. Con un profilo professionale così ampio e di livello, è inevitabile chiedere ad Arturaola qual è il riconoscimento che lo ha reso maggiormente orgoglioso. “Quando mi chiedono quale è stata la cosa più grande che ho fatto, non posso non pensare a quando nel 2012 mi recai a Londra, nel salone delle feste di una delle residenze della regina D’Inghilterra, per ritirare il premio ‘International Wine & Spirit Competition Comunicator Award’, riconoscimento attribuito ogni anno al miglior comunicatore al mondo. Vengo da un piccolo paese e porto con me la cultura e il rispetto verso il vino, una tradizione importantissima per la nostra storia e fu un momento importante per me, ero l’unico hispano americano ad aver ricevuto questo premio”. Come è stata l’esperienza alla Wine Cube Roma e quanto sono importanti eventi del genere per il comparto? “Sono momenti fondamentali che consentono di conoscere l’altra Italia del vino. In spazi straordinari dal punto di vista architettonico si sono potuti assaggiare e conoscere dai grandi classici ai vini dei piccoli vignaioli, in un momento di cultura del vino che mancava al comparto, grazie al lavoro di Alessandro Rossi e di Partesa, il portfolio fruibile dagli appassionati e dagli addetti ai lavori è davvero di alto livello e abbraccia indifferentemente l’Italia, l’Europa e il mondo. Sono gioielli enoici che arrivano dalle zone più vocate di Italia, Francia ed Europa a cui presto si aggiungeranno prossime acquisizioni da Spagna e Stati Uniti e io che sono un romantico delle regioni italiane del vino, non posso che apprezzare questa visione ampia e lungimirante, dove si guarda al futuro offrendo momenti di spessore per conoscere, apprendere, fare propri tutti i territori del vino, senza preclusioni dettate dal prezzo. Vini per tutti quindi, piccole e grandi aziende che si raccontano, da conoscere incontrando i produttori, lasciandosi guidare dalle loro storie di vita, dalla loro energia ed entusiasmo. Chi c’era a Roma era curioso, voleva conoscere e capire, c’erano neofiti e buoni conoscitori e tutti portavano rispetto al vino e ai produttori che mettono il cuore oltre l’ostacolo nel fare i loro vini. Si è bevuto a Roma, si è bevuto bene, ma nessuno era li per eccedere, ricorderò con piacere quei giorni, le vibrazioni che si provano in queste manifestazioni sono uniche e ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Nella masterclass che ho tenuto alla Wine Cube Roma, sulle denominazioni dal sud dell’Italia al nord, non ho voluto essere troppo tecnico, tuttavia ho cercato di pennellare in un affresco ampio alcune grandi realtà vitivinicole, cercando di raccontare i produttori e le storie che mi hanno emozionato maggiormente, questo è un bellissimo Paese ed è stato un onore poterlo raccontare attraverso alcune grandi famiglie storiche del vino e alcune realtà più giovani, espressione di grandi vini che tutti noi vorremmo avere in cantina”. Charlie Arturaola è giudice dell’American Fine Wine Competition, dei Golden Glass Awards e dell’International Wine and Spirit Challenge, è stato nominato Chevalier dall’Ordre des Coteaux des Champagnes a Palm Beach, è membro delle Associazioni Sommelier Americana, Mondiale e Italiana, ed è sommelier certificato con laurea avanzata presso L’Ecole du Vin di Bordeaux.

Wine Cube
Partesa, che ha curato l’evento è una società del Gruppo Heineken, specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Ho.Re.Ca. Opera in 13 regioni italiane con 40 depositi, 1.000 collaboratori, 42.000 clienti, 8.000 referenze nell’ambito birra, vino, spirits, bevande analcoliche e food.

Alessandro Rossi
Un grande brand che fornisce efficienza logistica, servizi personalizzati, formazione, consulenza mirata e innovativi strumenti digitali per supportare i professionisti del fuoricasa a rafforzare e sviluppare il proprio business. “Il progetto Partesa per il Vino ha saputo affermarsi come punto di riferimento in Italia, crescendo anno dopo anno. Consegniamo oltre 10 milioni di bottiglie l’anno e la qualità dei vini che compongono il nostro vasto portfolio è sempre più elevata, misurandosi con un servizio sempre più accurato, offerto a produttori e gestori di locali, che seguiamo con passione e competenza” racconta Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa. “Negli ultimi anni, in particolare, abbiamo accelerato sulla formazione, inaugurando la Cantera del Vino e i format Wine Lab e Tasting Lab, perché le nostre persone siano veri consulenti capaci di guidare la crescita. E sulla comunicazione, con l’obiettivo di creare un nuovo approccio culturale al mondo vino, che, tra digitalizzazione e nuove tecnologie, evolve sempre più velocemente, insieme con i gusti, le richieste e le abitudini dei nuovi wine lovers. Degustazione, Formazione, Comunicazione, sono le tre dimensioni che abbiamo esplorato durante Wine Cube – Roma, orgogliosi di dare il via ai festeggiamenti per il nostro 25° compleanno insieme con produttori, professionisti e alcuni tra più grandi esperti del settore”.