MONTEPULCIANO, LE “PIEVI” PRENDONO FORMA

Luglio 1966: viene istituita la Doc Vino Nobile di Montepulciano. Luglio 1980: il Vino Nobile di Montepulciano, primo in Italia, ottiene la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Ancora agli albori della normativa sulle Denominazioni del vino, fu proprio il Consorzio del Nobile a mettere a punto, in collaborazione con il Ministero, il sistema dei controlli previsti dalla normativa delle Denominazioni, controlli che, per quell’anno, riguardavano 450.000 bottiglie. Dal 2022 il Vino Nobile ha ottenuto la certificazione Equalitas a conferma delle attività compiute in termini di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente. Nel 2023 è stata approvata la possibilità di indicare in etichetta la menzione “Pievi” seguita dal nome della UGA (Unità Geografica Aggiuntiva) di riferimento. La Denominazione si estende su tutto il territorio del comune di Montepulciano (ad eccezione della parte di pianura) per oltre 16.500 ettari di superficie complessiva di cui circa 2.000 ettari vitati; di questi oltre 1100 iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg e oltre 200 a Rosso di Montepulciano Doc per una produzione di circa sette milioni di bottiglie di Nobile e tre milioni di Rosso. Sono coinvolte nell’attività circa 250 viticoltori e un migliaio di persone direttamente e continuativamente impiegate e altrettante stagionali. Montepulciano e uno dei pochi borghi all’interno del quale, nel centro storico, si trovano ancora delle cantine perfettamente funzionanti e in attività. Il vino rappresenta circa il 70% dell’economia totale.

Il territorio di Montepulciano, dopo un lungo studio di zonazione, è stato suddiviso in 12 UGA. Si è constatato come realmente al cambiare di area corrispondesse una differenza nei profumi e nelle espressioni del vino. Questo è un progetto che profuma di storia oltre che di vino. È stato, infatti, scelto di denominare le singole UGA con lo storico nome delle antiche Pievi che si trovano in ogni unità geografica. Il territorio, storicamente, era già suddiviso, di fatto, in 12 aree ognuna delle quali facevano capo a una Parrocchia o una Pieve di campagna che ne costituivano il punto di riferimento per il territorio e per le popolazioni che lo abitavano. Occorre poi notare che fino al Settecento la produzione del vino era appannaggio esclusivamente dei conventi e degli ordini monacali.

Questo senso di appartenenza alla comunità è ancora presente tra gli abitanti di Montepulciano; è parte di un atteggiamento, in bilico tra sentimento religioso e potere temporale, delle persone che hanno vissuto e che vivono la realtà di questo tessuto agricolo e campestre. E questo atteggiamento fa sì che i produttori, attraverso il Consorzio, lavorino e si rendano presenti sul territorio animando attività, affrontando e collaborando ai bisogni delle Pievi e delle persone che in esse vivono. Il Consorzio, dunque, è presente sul territorio non solo per la promozione dei vini ma anche con progetti su aspetti naturalistici, storici, archeologici, geologici e bioclimatici. Uno di questi, è il progetto “Alberi non parole” ovvero un ettaro e mezzo piantumato con essenze tipiche del territorio: un modo tangibile per aumentare la biodiversità e la tutela del paesaggio.

Il Vino Nobile di Montepulciano affonda le sue radici nella storia. Senza scomodare i tempi remoti, le prime notizie certe sulla viticoltura nell’area risalgono al 1337 quando due degli Statuti della Città sono dedicati proprio al vino e alla campagna. Di pochi anni più tardi, 1350, si trova menzione scritta della vendita una partita di vino. Impossibile non citare Sante Lancerio, il celebra cantiniere di Papa Paolo III, che parlando del vino di Montepulciano annotava “perfettissimo tanto il verno quanto la state odorifero, polputo, non agrestino, né carico di colore, sicché è vino da Signori. Vino da Signori, ovvero destinato alle tavole dei Nobili: un Vino Nobile come veniva già chiamato dal 1700. Il progetto “Pieve” è frutto della visione comune degli oltre ottanta produttori. La nuova stesura del disciplinare autorizza l’utilizzo del termine “Pieve” seguita dall’indicazione dell’Unità Geografica Aggiuntiva qualora il vino sia prodotto partendo da uve di proprietà del viticoltore-imbottigliatore con alcune limitazioni tecniche precise; la menzione potrà essere indicata solo dopo che una commissione ne abbia certificato le qualità e dopo che si sia completato l’affinamento in bottiglia di almeno 12 mesi. Tutto questo a tutela della grande qualità che la denominazione vuole esprimere con questi vini. La prima annata che potrà riportare la menzione “Pieve” è la 2021 e potrà essere immessa in commercio dal 1° gennaio 2025. Le UGA possono essere raggruppate a seconda del versante, rispetto al borgo di Montepulciano, come segue: zona Nord: Ascianello, Badia, Caggiole, Gracciano e Le Grazie; zona Nord Est: Cerliana; zona Ovest: San Biagio; zona Sud: Sant’Albino; zona Sud Est: Cervognano, Sant’Ilario e Valardegna; zona Est: Valiano.

 

 

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