PIANETA PLANETA

In quella corsa senza tempo fatta di desiderio di conoscere, di nutrimento dell’anima e della mente, è decisamente importante guardare le cose con una nuova visione. A volte si torna in posti già visitati, in ambienti già conosciuti e d’incanto si ha la sensazione che tutto sia cambiato. Certo, tutto cambia con lo scorrere del tempo e il lavoro delle persone, ma c’è anche altro visto che cambia la nostra percezione e l’approccio alla conoscenza e al sapere. È un fenomeno decisamente sorprendente per certi versi, ma anche di assoluta importanza, per chi vuole cogliere la parte più intima di un luogo, di una terra.

Ulmo, Lago Arancio

Ecco perché la visita alle aziende della famiglia Planeta, in un maggio particolarmente dinamico, tra nuvole, sole e un vento da nasce a nord, è un’esperienza davvero indimenticabile. Il distretto è quello di Menfi, nel sud del Belice, tra Selinunte e Sciacca, un territorio ampio e variegato racchiuso tra il mare, le prime colline a ridosso di Lago Arancio e il Monte Andranone che ci osserva dall’alto dei suoi 900 metri.

Così, quasi a suggellare l’intesa tra il verde della terra e il blu del mare, d’incanto appaiono tante file, perfettamente allineate, ora di viti, ora di ulivi. Sono queste le splendide Terre della famiglia Planeta.

Tutto ebbe inizio addirittura cinque secoli fa quando la famiglia giunse dalla Spagna. Da sempre impegnata nella gestione della proprietà terriera si batte per una nuova visione del mondo agricolo, nonostante resistenze legate a vecchi schemi e a consuetudini radicate. Le prime idee di una vera rivoluzione imprenditoriale partono nel primo dopoguerra con Vito, con una diversa, dinamica ed evoluta visione della gestione produttiva in agricoltura. Partendo dalla piccola cantina di famiglia, Vito fonda nel 1958 la Cantina Settesoli che diverrà, in seguito, la cantina sociale più grande d’Italia.

Ma è con Diego che si attua la vera svolta nella vita imprenditoriale della famiglia. Nel 1960 prende in mano l’azienda e la porta a risultati sorprendenti. Da quel momento Diego, nel frattempo impegnato anche in numerose attività istituzionali nel campo della produzione vitivinicola, prepara un cambiamento epocale per la famiglia e per le tante proprietà differentemente utilizzate. È il 1985 quando decide di provvedere alla messa a dimora dei primi nuovi vigneti. Nasce la tenuta di Ulmo, nei pressi del Lago Arancio. È la tenuta da cui, ancora oggi, viene prodotto lo storico Chardonnay. A Menfi sorgeranno anche le vigne di Dispensa e Gurra, dove viene prodotta la maggior parte dei vini aziendali, e di Maroccoli, con impianti di Syrah, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Chardonnay.

Alessio Planeta

Un pochino più in alto, con soli 5 ettari in località Piano del Sommacco, ha luogo la sfida che oggi Alessio e agli altri successori di Diego si preparano ad affrontare. È quella più ambiziosa: dare un compagno, dal cuore rosso, al grandioso Chardonnay, il che significa produrre un vino capace di portare la Sicilia tra i grandi, parliamo del Didacus Cabernet Franc.

Ma si è sempre alla ricerca di territori particolarmente vocati, così a Vittoria, sulle rosse terre sabbiose, vengono individuate le vigne di Dorilli con ceppi di Nero d’Avola e di Frappato, per la produzione del Cerasuolo. La tappa successiva di questo straordinario viaggio dei Planeta attraverso l’isola, spostandosi sempre più verso est, è quella delle colline di terre bianche e calcaree di Noto. Qui nascono, tra mandorli, carrubbi e olivi, gli impianti di Nero d’Avola e di Moscato Bianco di Noto. Siamo a Buonivini con la sua cantina “invisibile”, un audace e attento progetto tutto finalizzato alla riduzione dell’impatto ambientale.

Il viaggio continua e sul quadrante delle zone di produzione maggiormente attrattive ora l’ago magnetico punta verso nord. Siamo sul versante settentrionale dell’Etna dove lingue di lava fredda si insinuano tra boschi millenari. L’idea è quella di coltivare, in un terreno ricco di sostanze organiche e residui di combustione, i vitigni Carricante, Pinot Nero, Riesling, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Catarratto. Siamo nel 2008 quando nasce il progetto Feudo di Mezzo che nel 2012 vedrà il completamento con la costruzione dell’omonima cantina costruita all’interno di una vecchia colata lavica, tutta in pietra nera.

Non ci si ferma più, il cammino ci porta ancora più a nord, così dopo esser partiti dal Mare di Sicilia ed esserci affacciati sullo Ionio, osserviamo le vigne guardare il Tirreno. Siamo a Capo Milazzo. Si tratta di un altopiano pianeggiante composto da terreni alluvionali dove la vite è sempre esistita e allevata con sistemi antichi come l’alberello appoggiato. Sono vigne destinate alla produzione del Nero d’Avola e del Nocera e per una parte alla sperimentazione dei vitigni Vitraruolo, Lucignola e Catanese Nera. In soli quattro anni il progetto La Baronia è stato arricchito con la costruzione della sua cantina “smontabile”. Il progetto è stato pensato e creato nel rispetto del territorio e della sostenibilità più integrale, in perfetta armonia con tutte le scelte aziendali e con l’adesione al “Sostein”, il primo grande programma italiano di certificazione viticola ambientale.

Spiaggia Insula

L’attenzione, l’amore e il riguardo profondo per ogni aspetto del lavoro della famiglia è il segno tangibile di questo legame forte, indissolubile, con questa terra millenaria, con l’obiettivo di valorizzare sempre più e sempre meglio tutto ciò che è eccellenza e che ha portato Francesca, Alessio e Santi al perfezionamento di un ultimo piano di strategia capace di promuovere l’immagine della Sicilia nel mondo, Ab Insula. L’idea consiste nella comunanza con altre famiglie della gestione di realtà indiscutibilmente straordinarie per storia, valore e rilevanza. Così con la famiglia Spitalieri di Muglio si firma un accordo per la gestione dell’intera produzione dei vini di Castello Solicchiata. Questa antichissima famiglia portò per prima la coltivazione dell’uva sull’Etna scoprendone le straordinarie caratteristiche pedoclimatiche, arrivando a produrre grandissimi vini che alla fine del 1800 raccolsero successi assoluti in tutta Europa. Ma quello di Castello Solicchiata è una storia a sé.

Ritorniamo a Menfi per un’altra grandissima sfida del progetto Ab Insula. Si chiama Serra Ferdinandea. Si tratta di un “sogno fatto in Sicilia” dove una famiglia siciliana, i Planeta, e una francese, gli Oddo, decidono di acquistare cento ettari, nelle vicinanze di Sambuca di Sicilia, 40 da destinare alla produzione di vino e 60 da lasciare dedicati a boschi e macchia mediterranea. Il territorio, di rara bellezza, è sito ai margini dei Monti Sicani a circa 400 metri di altitudine. Composti da rocce calcaree disgregate dagli elementi naturali nel tempo, questi terreni praticamente vergini si prestano perfettamente alla coltivazione della vite. Due i vitigni siciliani, Nero d’Avola e Grillo, e due francesi, Syrah e Sauvignon Blanc. Non solo una sfida ma anche una vera nuova filosofia di vita vitivinicola.

Capparrina

Accanto alla viticoltura con altrettanto orgoglio e altrettanto amore, l’azienda segue la produzione di tre oli (un blend e due monocultivar denocciolati) in regime biologico attraverso una raccolta e una molitura scrupolose. Per garantire un processo di produzione sempre più moderno e ispirato all’eccellenza, la molitura avviene nel nuovo frantoio di Oasi Capparrina. Tutto questo a pochi passi dal mare, su di una collina che guarda le spiagge bianche di Porto Palo, in un contesto di grande biodiversità. Le cultivar di Biancolilla, Cerasuola e Nocellara del Belice si inseguono in 150 ettari e coabitano in perfetta armonia con una flora arcaica e una fauna stanziale e migratoria di assoluta rilevanza. Le nuove generazioni dei Planeta, nipoti e pronipoti del leggendario Vito, infatti, stanno trasferendo tutte queste esperienze nei progetti legati all’Ospitalità.

Oltre allo storico segmento del turismo del vino fatto di un’ospitalità legata alla visita delle cantine, alle escursioni e alle degustazioni per appassionati di vino si affianca il nuovissimo progetto Versoterra Earthwards. Si tratta di un nuovo spazio per l’arte radicato nel contesto agricolo siciliano, nella Casina dell’Ulmo a Sambuca di Sicilia, nato per stimolare, attraverso lo sguardo creativo degli artisti, una riflessione sugli effetti del cambiamento climatico nei luoghi dove esso si manifesta  influenzando il rapporto tra l’uomo e la natura e un dibattito serio sulle urgenti tematiche ambientali nel contesto rurale e produttivo del Mediterraneo attraverso l’utilizzo dell’arte contemporanea, linguaggio capace di creare collegamenti tra discipline, nuove figure e metafore per immaginare il nostro futuro.

Vigne, La Foresteria

Oggi le proposte per una accoglienza a tutto tondo sono tre. Casa Panitteri a Sambuca di Sicilia, piccolo appartamento curatissimo, dove stile-arte e design trasformano il luogo in una Casa d’Artista. A Palermo, invece, c’è Palazzo Planeta. In esso storia familiare e cultura siciliana, fondendosi, trovano una forma di eleganza, confort e ospitalità che ha pochi eguali. Infine, come sintesi assoluta di tutto questo, c’è La Foresteria a Menfi. Questo wine resort è decisamente il cuore del mondo Planeta. La vicinanza alle vigne storiche, una posizione panoramica capace di donare alla vista un mare dai tanti colori, un paesaggio incredibilmente bello, un giardino di erbe aromatiche e una la distesa di viti e olivi, ne fanno un posto incantevole. Alla piscina, al solarium, alle quattordici camere e alle varie terrazze mozzafiato si aggiunge il Ristorante. Qui si può vivere appieno lo stile autentico siciliano. Mise en place curatissima, prodotti esclusivamente locali, selezionati con la massima attenzione, erbe e ortaggi del giardino e, ovviamente, una squadra di altissima professionalità, sia in sala sia in cucina. I menù, di altissimo livello, tutti studiati in base alla stagionalità e ai prodotti più autentici del territorio, sono firmati dallo Chef Angelo Pumilia che seguirà anche Insula, il Beach Club appena nato tra dune e canneti, gigli marini e splendidi pini. Come è ovvio, saranno presenti in carta tutte le referenze aziendali. Siamo a Menfi e chi ha avuto modo di visitare con la famiglia Planeta le loro tante vigne, i nuovi e i vecchi impianti e i piccoli bagli recuperati avrà notato che c’è un vero viaggio nella straordinaria bellezza del Sud della Sicilia. Tante sfumature di verde si alternano a macchie con colori ora sgargianti ora tenui quasi pastello. Anche i profumi sono incredibilmente vari. Tra rovi e ginestre appena fiorite la macchia sprigiona essenze odorose che vanno dal timo al cardo, dall’aglio al finocchietto selvatico passando per il sambuco e l’origano. Una ricchezza unica fatta di natura e di cultura tutta siciliana.

Didacus Cabernet Franc 2018

La stessa ricchezza che si può cogliere nei loro vini. Uno su tutti, il Didacus Cabernet Franc 2018. Vino che si presenta rosso rubino brillante dai riflessi granato. All’’olfatto arrivano dapprima sentori tipicamente varietali che evolvono rapidamente in profumi di frutti scuri maturi, mirtillo prima e prugna dopo, per trasformarsi ancora in note terziarie di spezie, cacao, tabacco ed erbe di sottobosco. All’assaggio è autentico ed elegante, bella struttura che si palesa con tannini eleganti, concentrati e lunghi, buona anche l’acidità in perfetta armonia con lo schema gustativo. Finale piacevole e lunghissimo.

Poche bottiglie di un progetto di ulteriore evoluzione qualitativa dedicato proprio a Diego che usava dire che le grandi sfide si vincono “guardando sempre avanti con coraggio e vigorosa tensione morale”.

 

 

planeta.it

 

Cover: Cantina Maroccoli, Monte Cirami