REGALEALI, LE NUOVE ETICHETTE CHE OMAGGIANO LA TERRA

La Tenuta di Regaleali è come un libro da leggere, in tutta quella sua varietà di suoli, altitudini e microclimi” afferma Corrado. Le parole sembrano seguire i pensieri in una sorta di danza sincrona, fin addirittura armonica, capace di trasferire l’emozione di un’appartenenza. Corrado Maurigi è sempre stato così: un appassionato incallito, fin da quando si occupava personalmente di seguire il vigneto di Malvasia delle Lipari, nella Tenuta Capofaro di Salina. Un uomo dalla passione così intensa che a fatica gli occhi riescono a contenerla, dissolvendola nell’aria circostante come energia emanata dalla sua fonte, in modo intangibile ma assolutamente inequivocabile. Non poteva trovare posto migliore di questo, Corrado, che oggi è Responsabile della Tenuta Regaleali, la principale delle 5 tenute di Tasca d’Almerita. Con la nota azienda vitivinicola siciliana Corrado condivide un particolare attaccamento alla terra e a quel sole che la fa brillare tutti i giorni, portandola alla vita con una tenerezza estrema.

Corrado Maurigi, Responsabile della Tenuta Regaleali (Photo credits Benedetto Tarantino)

Precisamente la terra, nelle tenute della famiglia Tasca, è l’anima del lavoro, degli investimenti e di tutti i sogni, a cominciare da quello che risiedeva nella lungimiranza del Conte Giuseppe Tasca. Lui, insieme al fratello Carmelo, nel 1830 acquistò 1200 ettari nel cuore della Sicilia, ove oggi sorge Regaleali. A seguito della riforma agraria, quell’inimmaginabile estensione si contrasse in una superficie di 550 ettari, condensando il desiderio di rinnovamento in uno spazio destinato tuttavia a sconfinare, andando a toccare il mare e ad abbracciare il vulcano. Fu così che le tenute divennero 5, sparse tra la brulla campagna palermitana, lo splendore cristallino di Mozia, la vivacità rigogliosa di Salina, l’imponenza etnea e, infine, la penetrante e indimenticabile intimità siciliana dell’entroterra più nascosto, più magico e, assolutamente, il più spiazzante.

La Tenuta Regaleali (Photo credits Wecrosstheline)

Si rimane senza parole, a Regaleali. Il luogo dove tutto iniziò vive ancora di un fascino respirabile e riconoscibile, dovuto in parte a quello che fu e in altrettanta parte a ciò che è oggi. Così speciale è l’attaccamento alla terra da parte della famiglia Tasca, che il rinnovamento delle etichette ha voluto omaggiarlo. Su ogni bottiglia comparirà in modo più visibile il nome della tenuta di provenienza, unitamente a una frase che identifica l’azienda al pari del suo stemma: “vigne custodite dalla famiglia Tasca d’Almerita”. Una frase che racchiude la consapevolezza dei Tasca che essere proprietari non significa essere padroni. Difronte alla terra, difronte alla vigna, loro sono “solo” dei custodi. La profondità di legame con essa li ha portati ad averne un rispetto grandissimo, tanto da desiderarne il benessere come strumento di vitalità per la vigna, per il vino e per loro stessi. Da qui, l’iniziativa che ha portato alla fondazione di SOStain, organo che si pone l’obiettivo di concretizzare e divulgare l’approccio sostenibile alla viticoltura.

Le colline di Regaleali (Photo credits Benedetto Tarantino)

Tasca d’Almerita è una realtà che non si stanca di affondare il dito nella terra smossa, perché potrebbe fare a meno di tutto, forse, tranne che di quel contatto autentico. Poiché il legame con la propria terra è uno dei più intimi che esistano.

 

DEGUSTAZIONE

 

 

SICILIA DOC CATARRATTO BUONSENSO 2020

94/100

Gli acini rotondi del Catarratto regalano un nettare dal profilo di frutta gialla ed erbe aromatiche. Il sorso introduce lo stile Tasca, che si basa sull’eleganza e sulla profondità. Sapidissimo, ancora più che fresco, sintomo della complessità del territorio che lo ospita e preludio alla finezza delle altre etichette.

 

SICILIA DOC NOZZE D’ORO

96/100

Vino storico, sigillo dell’amore fra il Conte Giuseppe Tasca e la moglie Franca. Sapiente blend di Inzolia e Sauvignon “varietà Tasca”. Il naso è seduttivo, suadente, realmente femminile, nella sua accezione di misteriosa commistione fra la carezza delicata e il carattere intrigante. Ricorda la cipria, il rosmarino e un bouquet di profumati fiori bianchi. La bocca ha le movenze della seta, in cui tutto si compone di morbidezza e sapidità in equilibrio. Chiude su un finale leggermente amaricante di grande pulizia.

 

SICILIA DOC PERRICONE GUARNACCIO 2019

94/100

Perricone in purezza. Scontroso, rude, ruvido, dapprima si introduce con un naso dalle sfumature affatto banali, che riportano ora alla bacca rossa acidula ora alla paprika, su uno sfondo che bascula tra il frutto e una leggera affumicatura. Il timbro fruttato ricorre al gusto, incorniciato da una ruvidità tannica importante. Bellissima beva. La sua durezza lo rende intrigante e attraente quanto le deviazioni graffianti di una voce melodica.

 

SICILIA DOC CHARDONNAY VIGNA SAN FRANCESCO 2018

95/100

Nasce dal desiderio di confrontarsi con il mondo, a metà degli anni ’80. Il Conte Lucio Tasca decise che era tempo di approdare agli internazionali, per potare la Sicilia al di fuori dei suoi confini. Nella sua annata 2018, lo Chardonnay Vigna San Francesco porta in sé l’impronta del legno che lo ha accompagnato per 8 mesi nella sua evoluzione, seppur ben integrata al fiore di zagara e alle tinte balsamiche. Un vino di spessore, al naso così come al gusto, rifinito nella finezza sapida.

 

SICILIA DOC CABERNET SAUVIGNON VIGNA SAN FRANCESCO 2017

96/100

Le movenze del vino, nel calice, accennano già alla sua densità e alla sua complessità. Si introduce con un’intensità balsamica giocata sulla resina di pino, sulla menta e sulle erbe officinali, su uno sfondo più scuro di terra e prugna. Il sorso è vellutato, composto, in perfetto equilibrio fra tutte le sue parti e sorretto da un corpo giustamente consistente. Un vino nobiliare, a calco delle sue origini.

 

SICILIA CONTEA DI SCLAFANI DOC ROSSO DEL CONTE 2016

97/100

La vigna San Lucio, da cui si origina il Rosso del Conte, vive di un fascino superiore a quello di tutte le altre. Vuoi per storia, vuoi per suggestione, vuoi per prestigio decantato e tramandato verbalmente fra le generazioni, ma sta di fatto che qui l’aria sembra farsi ancora più leggera in certe sere di agosto, quando il sole cala e lascia il posto al vento prima e alla notte dopo. Qui le viti ad alberello sembrano vegliare sulla Tenuta di Regaleali, nel loro silenzio assorto. Il naso del Rosso del Conte 2016 è complesso, senza alcun dubbio. Si tratta, tuttavia, di una di quelle complessità che si svelano piano, quasi per mettere alla prova la pazienza del proprio interlocutore. La terra, la castagna, il frutto rosso; e poi il curry, la propoli, la parte affumicata e la parte nuovamente speziata, colorato tripudio di un profumo senza orizzonte. Freschissimo, al sorso, con un’espressione tannica ancora giovane. La pienezza del corpo e il tratto coinvolgente del suo profilo gustativo lo rendono quasi confortante. Ammaliante e destinato alla custodia del tempo.

 

tascadalmerita.it

 

Cover: ingresso della Tenuta Regaleali ((Photo credits Benedetto Tarantino)