Tra le caratteristiche più evidenti dei vini prodotti da Alberto Tasca c’è senza dubbio c’è la precisione. Del frutto ma soprattutto del tannino. Con l’attesa nel bicchiere, e in vetro, arriva un effluvio di aromi più complessi, sfumature che rispecchiano i suoli in cui nascono i vini nel versante nord dell’Etna. In quelle che qui vengono chiamate contrade, le radici del Nerello Mascalese ascoltano il suolo e lo proiettano nel bicchiere. Assieme a lui c’è anche in Nerello Cappuccio, ma in percentuali più residuali. La maggior parte delle 134 contrade presenti nel disciplinare dell’Etna Doc si trovano proprio a nord e quelle di Tasca d’Almerita si sviluppano da ovest a est tra Randazzo e Passopisciaro. Quest’ultimo progetto di Alberto nasce nel 2007 ma ha preso corpo solo nel 2016, anno in cui si sono sfornate le prime bottiglie da singola vigna: Pianodario, Rampante, Sciaranuova, e Sciaranuova V.V.
Un progetto, quello di Tenute Tascante, che vede oltre cento terrazzamenti affacciati alla Muntagna che, oltre ad abbellire lo scenario, garantisco un ciclo di maturazione delle uve lento e lungo. Una gamma di prodotti che si aggiungono a quelli realizzati in tutta Sicilia la cui famiglia vanta ben 600 ettari vitati.
Etna Doc
Due vini dalla stessa contrada, Sciaranuova, posta a 730 metri s.l.m tra Montelaguardia e Passopisciaro. In meno di 5 ettari le vigne, esposte a sud-ovest e sud-est, dalle sabbie vulcaniche arricchite da basalti e pomice di età compresa tra i 4.000 e i 40.000 anni, restituiscono magnetismo e un’eleganza. Gusti ricchi per un consumere totale. Punte più ferrose e salaci si ritrovano amplificate nella versione V.V ovvero vecchie vigne. Che si allunga con richiami più speziati, raggiunge un equilibrio già sentito nella potenza del frutto, carnoso al centro bocca; cronotopo emblematico della filosofia produttiva di Alberto Tasca che con le piante del 1961 raggiunge un punto di non ritorno per qualità tra agrumi, balsamicità e umami.