Esiste un rosé rappresentativo e iconico della Champagne? Se esiste un tempio dello Champagne Rosé, si trova alla Veuve Clicquot. Gli champagne Rosé fanno parte integrante della grande storia dei vini di Champagne, ed erano realizzati con il metodo della macerazione delle uve a bacca rossa, metodo conosciuto come saignée. Il metodo maggiormente utilizzato oggi, l’assemblaggio di un vino rosso fermo ai vin clair bianchi, è dovuto al pragmatismo di Madame Clicquot, donna dalla visione audace, che nel 1818, innovò completamente lo champagne rosé del tempo, in cui colore, gusto e aroma contribuivano in modo fondamentale a determinare la qualità, così, ruppe con la tradizione e reinventò il processo per produrlo. Pensò di aggiungere del vino rosso, alla base del bianco, che permise un perfetto controllo del colore e del gusto. La sua abilità creativa ci ha regalato il primo champagne rosé per assemblaggio, dal carattere deciso: il Veuve Clicquot Rosé. “Nos vins doivent flatter à la fois le palais e l’oeil”. Creata con l’annata 1988 e lanciata nel 1995, La Grand Dame Rosé è uno Champagne che rappresenta un tributo a Madame Clicquot con il suo stile di freschezza, setosità, eleganza e aromaticità, e con un importante e fondamentale dogma: disporre di un ottimo vino rosso, che in una zona con un clima continentale come la Champagne non è facile da produrre. Così furono scelti i pinot noir provenienti dal “Clos Colin”, 1,39 ettari nel villaggio Grand Cru di Bouzy – nella realtà non è un vero clos -, con esposizione sud per una maturazione perfetta delle uve. Localizzato tra due vallate che formano dei corridoi di corrente d’aria, un suolo drenante che causa stress idrico, uno strato di argilla considerevole e la craie in profondità, ha uve più concentrate. Ma la vera tecnica nel rosé d’assemblage risiede nell’elaborazione del vino rosso, con una macerazione sulle bucce più corta rispetto ad un vino rosso classico, poiché si presta molta attenzione all’estrazione dei tannini che potrebbero apportare delle note amare. Nella Grande Dame rosé, si va oltre con la durata della macerazione per ottenere nel tempo delle note di sottobosco, della vinosità, poiché è uno champagne che ha bisogno di tempo per esprimersi e quindi esige una certa struttura, salvaguardando sempre la finezza.