Salendo la scalinata che mi portava all’interno di Palazzo Lana, qualche mese fa, ho sentito riecheggiare nella mia mente le note di “Georgia on my mind”, le stesse che aveva ascoltato Franco Ziliani nel lontano 1955, dopo aver varcato la soglia della sontuosa Sala del Caminadù col grande camino in marmo del Botticino. Il Conte Guido Berlucchi non era al pianoforte, ma il suo spirito aleggiava nel salone.
Palazzo Lana Berlucchi
Palazzo Lana Berlucchi oggi è custodito e curato dalla famiglia Ziliani, un luogo dal potente fascino ispiratore, edificato nel Cinquecento sulle preesistenti strutture medievali dalla famiglia Lana de’ Terzi, nobile casata di origini bergamasche da cui discendeva Guido Berlucchi, che vi visse fino alla sua scomparsa. Il palazzo raggiunse la fisionomia attuale nel Seicento e mostra una sovrapposizione di stili architettonici ben amalgamate. Franco Ziliani ha condotto l’azienda nel nuovo Millennio, oggi è nelle mani dei figli, Cristina, Arturo e Paolo, con i quali ci siamo incontrati per conoscere e indagare la linea ‘61 che commemora la nascita del Franciacorta Metodo Classico.
Famiglia Ziliani
Arturo, persona elegante e brillante, è Amministratore Delegato ed enologo, cui spetta la responsabilità di immaginare e valutare il delicato processo della nascita dei vini Berlucchi. Paolo, dal carattere dinamico è il Vicepresidente ed Export Director, sempre alla ricerca delle nuove tendenze e nuovi mercati: è l’avanguardia esplorativa della Guido Berlucchi. Cristina, dal carattere deciso e volitivo, è la responsabile per la Comunicazione e le Relazioni Esterne, e grazie alla conoscenza del settore, sviluppa le azioni e i programmi per consolidare il Family Brand Berlucchi nel mercato.
L’azienda dispone di 115 ettari di vigneti di proprietà, concentrati nella zona di Borgonato nel cuore della Franciacorta oltre ad altri circa 400 ettari di vigneti in conferimento. L’azienda si basa su un’attenta cura e rispetto della terra e persegue obiettivi improntati alla qualità e alla sostenibilità ambientale, con studi sulla zonazione e la gestione dei suoli per la salvaguardia e l’incremento della biodiversità in viticoltura. Quest’agricoltura di precisione permette di stabilire il miglior momento per iniziare la vendemmia manuale, raccogliendo grappoli con livelli zucchero/acidità ottimali sia dal punto di vista fenologico che tecnologico.
Le uve vengono trasportate nella cantina di vinificazione dalle avanzate tecnologie, come la copertura di pannelli solari in grado di fornire il 35% del fabbisogno energetico alla struttura e ad accorgimenti per il risparmio idrico in grado di garantire alti livelli qualitativi ad ogni passaggio delle lavorazioni dell’uva mantenendo basso l’impatto ambientale. Al centro di pressatura le uve vengono divise per lotti omogenei in base a varietà, vigneto e caratteristiche analitiche, e poi collocate in presse Coquard di ultima generazione a piatto inclinato dove avviene una spremitura soffice e progressiva. La fermentazione alcolica dei mosti si svolge in tini di acciaio inox o in barrique di rovere senza svolgimento della malolattica, costantemente analizzati e degustati prima dell’assemblaggio. Alcuni vini base, dopo la fermentazione alcolica sono sottoposti a bâtonnage, il che aggiunge struttura e ricchezza aromatica. Dopo l’assemblaggio, le bottiglie affinano sui lieviti da 18 mesi fino a oltre 8 anni nelle cantine storiche, affascinanti e silenziose, a 10 metri sotto il livello del suolo, nelle fondamenta di Palazzo Lana, a una temperatura naturale di 10 gradi centigradi.
Un complesso di gallerie di spesse mura vetuste e grandi volte impreziosite dalle muffe e dal passaggio dei secoli, realizzate attorno al suggestivo cuore centrale della fine del 1600, con le pupitre in legno lungo i corridoi. Sul fondo della galleria di ingresso, quasi sacrale, la nicchia privata con la prima bottiglia dell’annata 1961, testimone della primogenitura e ispiratrice del metodo classico, e l’Archivio Storico Berlucchi, con le bottiglie “in punta” delle annate più significative, gelosamente conservate per permettere di valutarne l’evoluzione dello stile enologico nel tempo. Un luogo dove il temp, assume dimensioni impensabili.
La linea nasce da uve provenienti dai vigneti di proprietà situati nei comuni di Corte Franca e Provaglio d’Iseo: le vigne Arzelle, Rovere, San Carlo, coltivate a Chardonnay e Ragnoli coltivata a Pinot Nero con un’età media di 20 anni, ad alta densità d’impianto (10.000 ceppi/ettaro), allevati a cordone speronato e condotti secondo regole agronomiche rispettose dell’ambiente. Arzelle ha un terreno morenico profondo, che conferisce uve di ottima struttura, il suolo di San Carlo e di Rovere composto da depositi fini garantisce ottima acidità e freschezza e l’equilibrio d’insieme è assicurato dalle uve di vigna Ragnoli da terreni di origine fluvioglaciale. La vinificazione avviene utilizzando solo il cosiddetto mosto fiore, la fermentazione alcolica viene svolta in serbatoi d’acciaio senza l’utilizzo della malolattica e le uve delle migliori parcelle maturano a contatto con i lieviti fino al tiraggio in barrique di rovere francese. La seconda fermentazione in bottiglia con l’affinamento sui lieviti è di circa 5 anni, seguito da altri 6 mesi dopo il dégorgement senza aggiunta di dosaggio. La prima annata di produzione è stata la 2009, con la scelta di proporla Nature si vuole restituire l’espressione del territorio.
Franciacorta Docg
Chardonnay (70%) e Pinot Nero (30%)
Franciacorta Docg
Chardonnay (70%) e Pinot Nero (30%)
Franciacorta Docg
Chardonnay (70%) e Pinot Nero (30%)
Franciacorta Docg
Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%)
Franciacorta Docg
Chardonnay (80%) e Pinot Nero (20%)