Ci si guarda indietro: l’arco temporale è un periodo lungo trent’anni. Si è lavorato sodo, si è raccolto il testimone di chi ha avuto la lungimiranza di scelte mai scontate, la profondità di capire il proprio territorio e tornare a investire su vitigni e appezzamenti meno blasonati. A raccontarsi, Nadia Cogno e Valter Fissore, titolari dell’azienda agricola Cogno, in occasione dei trent’anni del Barolo Docg Ravera, lo storico cru che per l’occasione diventa un cofanetto da collezione in edizione limitata.
Nadia Cogno e Valter Fissore
Fu proprio Elvio Cogno, classe 1936, che per primo, all’inizio degli anni Novanta, investì nel terroir di Novello e in particolare di questo cru. L’azienda oggi condotta dalla figlia Nadia e dal marito Valter, che ha raccolto il testimone del suocero, incarna da sempre la filosofia della cura e della passione. Attorno a un tavolo intimo, gli aneddoti di Nadia Cogno riempiono di cura e amore questi straordinari tre decenni: “Per me è una grandissima emozione, perché parliamo di una lunga storia. Io dico sempre di essere nata ubriaca. Già all’età di tre anni avevo bevuto e assaggiato Baroli Cogno Marcarini che mio padre produceva a La Morra. Sin da bambina aiutavo papà in cantina a fare rimontaggi e piccoli altri lavoretti. Ho conosciuto personalmente Luigi Veronelli, Mario Soldati, i pochissimi giornalisti che ai tempi parlavano di vino e di cibo e che venivano in visita a La Morra. Con il mio triciclo rosso e nero sono cresciuta in cantina con papà”.
Specialisti indiscussi del Cru Ravera, dove possiedono undici dei loro diciassette ettari vitati, hanno mappato meticolosamente ogni parcella per valorizzarne l’identità. “Se il Barolo Brunate è un ricordo affettivo di annate difficilissime” continua Nadia Cogno, “Ravera è il cru che arriva con l’acquisto del cascinale di Novello di cui papà era nativo. Dal 1991 prende il via la nuova avventura, partendo quasi da zero, senza soldi, ma con vigneti meravigliosi tutti intorno all’azienda”. Una dedizione al lavoro e alla vigna che prosegue la visione del fondatore, grazie alla quale, insieme a una gestione attenta del clima, i loro Barolo hanno mantenuto eleganza e freschezza, godibili e vibranti fin da giovani. La filosofia produttiva oggi più che mai rimette il vigneto al centro. “Il Barolo si fa in vigneto e l’enologia diviene uno strumento delicato e rispettoso,” sottolinea Valter Fissore. “Ravera, per me, non è solo una vigna. È il luogo dove ogni giorno metto le mani nella terra, dove sento di appartenere a qualcosa di più grande”.
Un tema centrale è l’evoluzione del vino in rapporto ai cambiamenti climatici. “È stato Elvio a insegnarmi tutto: guardare la terra con rispetto, capire che il vino nasce da un legame profondo con il luogo. Ravera ha un carattere forte, chiede pazienza. Non si domina, si interpreta, accompagnandolo con rispetto. E ogni bottiglia racconta la memoria delle stagioni”. Se l’innalzamento delle temperature sta rappresentando una minaccia per molte aree vitivinicole, per il Cru Ravera, spiega Valter Fissore, si è dimostrato un fattore positivo, se gestito con competenza. “Ravera è un Cru di 134 ettari situato nella parte più meridionale del comune di Novello, un cru piuttosto grande incluso nei comuni di Novello e di Barolo, in una delle zone più fresche del Barolo, vicina alle montagne su terreni di Marne di Sant’Agata, fossili e laminate. I nostri vigneti sono nel cuore del cru con undici ettari a corpo unico tutti intorno all’azienda per una produzione totale di questo vino di circa 60 mila bottiglie”. Il Nebbiolo, vitigno nobile quanto esigente, beneficia di queste nuove condizioni climatiche presentando tannini più maturi, eleganti e setosi. La vera sfida qualitativa del Barolo si gioca proprio sulla maturità fenolica: se imperfetta, rende il vino duro e astringente; se ottimale, dona profondità e finezza. In questa nuova fase, il Barolo di Ravera ha acquisito una maggiore accessibilità ed eleganza, con una trama tannica e una succosità che ne hanno aumentato la piacevolezza, rendendolo leggibile anche a un pubblico meno esperto.
Per rappresentare al meglio questa evoluzione, testimoniando i mutamenti della natura e stagioni molto diverse tra loro, il cofanetto include sei annate (dalla 2006 alla 2016) con la relativa “carta d’identità”, selezionate per la qualità e per la loro capacità di raccontare storie diverse. Il visual del cofanetto è stato realizzato da Elena Fissore, figlia di Nadia e Valter. L’invito è quello di compiere il medesimo viaggio nel tempo riflettendo sulla storia di un terroir e sull’adattamento intelligente dell’uomo alla natura. Per Alessandro Sarzi Amadè, titolare della distribuzione di grandi vini e distillati Sarzi Amadè, da sei anni distributore per l’Italia della cantina: “Cogno è un’azienda di qualità superiore con una precisa identità territoriale, a volte non semplice da tradurre sul mercato. Valter e Nadia sono grandi interpreti del cru Ravera, e questo cofanetto è la dimostrazione”.
Ravera è un cru che non concede scorciatoie: va ascoltato, atteso, accompagnato. Questa 2006, così ancora incredibilmente presente, elegante, strutturato, longevo, ne è l’esempio. Nonostante un inverno lungo e freddo, l’annata 2006 è esplosa in un’estate torrida e secca. Questa dualità climatica ha generato un Barolo Ravera 2006 di straordinario potenziale. Custode del tempo, è un vino austero e di grande complessità, con note balsamiche, fiori rossi, frutta matura e tartufo. Un profilo degno delle migliori vendemmie.
Un andamento climatico altalenante ha favorito un’elevata concentrazione aromatica e polifenolica, bilanciata dalle piogge di fine settembre. Il Barolo Ravera 2011 che ne risulta è complesso, largo al palato e ricco nella stratificazione degli aromi. Unisce una grande struttura a una freschezza ancora vibrante. È l’elegante espressione del terroir del cru, la purezza.
È il Barolo della classicità, definito nei profumi, dall’andamento del tannino, da una verticalità degna del terroir del cru Ravera. L’annata 2012 è stata segnata da estremi: siccità iniziale, un febbraio rigidissimo (il più freddo in 15 anni), una primavera piovosa e un’estate di caldo record. Le riserve idriche primaverili hanno però salvato le viti dallo stress. Al palato è corposo, pieno ed elegante, con un magnifico potenziale di evoluzione nel tempo.
La potenza è la parola che racchiude il senso di questo sorso. Valter Fissore la definisce “blu”. Il Barolo Ravera 2013 è potente, intenso e balsamico, officinale e ricco, con tannini presenti e decisi che ne esaltano la forza. Un inverno rigido protratto fino ad aprile ha causato un ritardo nello sviluppo vegetativo e nella vendemmia. Le cruciali piogge di maggio hanno creato riserve idriche, permettendo alle viti di superare la siccità estiva. La maturazione è stata ottimale grazie al clima caldo e secco.
Bistratta e poi riconsiderata, amata e ripensata, la vendemmia 2014 è la sfida. Quella di una annata difficile che ha riservato belle sorprese per chi ha lavorato con coraggio, coscienza della vigna e abnegazione nel costante presidio dei vigneti. Barolo Ravera 2014 esprime appieno il terroir: un vino dalla struttura vibrante, di grande freschezza, che nel tempo ha acquisito crescente peso e struttura.
Un’annata molto acclamata ha riservato un Barolo Ravera 2016, il re che verrà. Straordinario, esempio rigoroso di questa MGA: un vino di equilibrio e profondità. Ha ricchi aromi di frutta, fumo, catrame e liquirizia. Strutturato e complesso, unisce finezza, eleganza e una freschezza vibrante.