266 La Barraca è un indirizzo sorprendente già di suo, e lo è ancora di più, considerando che si trova a Torvajanica, una località sul litorale romano a metà strada tra Ostia e Anzio. Secondo le narrazioni mitologiche, descritte da Virgilio nell’Eneide, su questi lidi, sulla foce dei fiume Numicus, sarebbe sbarcato Enea. Tuttavia i primi abitanti – le famiglie dei pescatori – arrivarono solo all’inizio del 1900. Lo sviluppo della località ebbe l’apice negli anni 60, ma a causa dell’eccessiva urbanizzazione e la mancanza del piano regolatore e di criteri di valorizzazione della spiaggia con le dune, ha portato alla successiva decadenza del litorale. La località diventò una meta del turismo popolare, e gli alloggi, andati in decadenza, furono assegnati agli stranieri provenienti dall’Europa dell’est. Solo negli ultimi anni Torvajanica ha iniziato la sua rinascita, dovuta al fenomeno di trasferimento di molte famiglie da Roma, dove i prezzi delle abitazioni sono sempre più proibitivi.
Famiglia Morlè
Con queste premesse nessuno aspetterebbe di trovare a Torvajanica un gioiello di accoglienza e di bontà come 266 La Barraca, aperta nel 2020. A gestire questa impresa è la famiglia Morlè, dopo aver concluso una lunga esperienza (circa 19 anni) ad un chiosco sul mare, La Barraca Playa Café. Mamma (la capa) e papà in cucina, il figlio con la moglie in sala. L’originalità di questo posto è anche nell’offerta, italo-spagnola, dovuta alle origini galiziani della mamma, la signora Rosario Guerrero. Una contaminazione affascinante, interpretata ai fornelli con grazia e gusto assoluto dal signor Claudio Morlè detto Pietro, lo chef e l’ideatore della proposta gastronomica, e sostenuta in sala dal figlio Mario, maître sommelier, grazie alla sua narrativa coinvolgente e una proposta in carta piena di chicche dell’enologia spagnola. Quello che colpisce all’inizio, è l’assenza di alcuna insegna “urlante”, ma solo una piccola targhetta all’entrata sul cancello. Il secondo coup de coeur arriva con la vista: non appena ci si affaccia sulla veranda, si rimane incantati dalla distesa del mare a pochi passi, diviso dal ristorante da un praticello verde contornato dalle agavi e una piccola fila delle dune. Qui, a La Barraca, si può godere di tutti i piaceri della vita sul mare: un buon pranzo o una elegante cena, un lettino dove rilassarsi, sognando ad occhi aperti, e un tuffo nelle acque cristalline di questo tratto della costa. Infatti, per la stagione estiva, il ristorante offre agli ospiti un’area spiaggia attrezzata pensata per chi desidera trascorrere una giornata in completo relax, lontano dal caos dei tratti costieri più affollati.
Il ristorante è raffinato ma senza risultare formale e si compone di una sala principale interna, con oltre 60 coperti, che sfocia nella graziosa veranda esterna con un affaccio sul mare. La sala interna si arricchisce di un nuovo ambiente riservato, una saletta privé che può ospitare fino a 20 persone. La mise en place rimane essenziale e raffinata, con una disposizione di tavoli ampi e confortevoli, pensati per offrire il massimo relax ai commensali. Ma a fare “la padrona di casa” è sempre la cucina, quell’elegante contaminazione tra i sapori del nord della Spagna e le tradizioni marinare del litorale romano. Il menù racconta una storia familiare: le origini palermitane e ponzesi di lui e galiziane di lei. E’ un’idea di mare totale, dove ogni elemento della materia prima viene valorizzato con rispetto e creatività. I nuovi piatti si sviluppano attorno a tre concetti fondamentali: memoria e racconto personale, con creazioni ispirate alle radici familiari dello chef; recupero e sostenibilità, attraverso l’utilizzo completo del pescato; territorio e stagionalità, con ingredienti che esprimono la vera essenza del litorale laziale.
Nel menù non potevano mancare né i crudi gourmet, né i classici come un sauté di cozze o crocchette di baccalà, né una selezione di tapas. Tra i nuovi piatti spicca la Lisca di pesce alla piastra, che nasce dai ricordi d’infanzia a Ponza, dove il padre dello chef, pescatore, vendeva i filetti e riservava alla famiglia le lische, trasformandole in un pasto saporito e nutriente. Oggi questa tradizione diventa un’interpretazione gastronomica raffinata e sostenibile: la lisca, con la carne che resta attaccata quando viene sfilettato il pesce (di solito spigola, orata, dentice, ombrina), viene cotta sulla piastra e poi servita con un sostegno in legno, che la mantiene in posizione orizzontale, e accompagnata da purè di patate e contorni di stagione.
Anche gli altri piatti raccontano le storie di mare e memoria. Dallo Scampo in acqua di pomodoro, una proposta fresca ed estiva, accompagnata da un olio alle alghe di produzione propria alle Mazzancolle con crema al burro di crostacei e alga codium, un piatto che unisce il Mediterraneo alle influenze spagnole; passando per la Spigola al pil pil, dove il collagene estratto dalle teste del pesce diventa la base per una crema vellutata che esalta il sapore della materia prima, senza dimenticare la Galiziana tradizionale, il polpo bollito servito con le patate e paprica dolce affumicata. Ma la carta mantiene sempre i grandi classici che hanno reso 266 La Barraca un punto di riferimento per la cucina di mare, dallo Spaghettone alle telline alla Frittura croccante e al Filetto di pesce sulla piastra. I dessert sono il regno della signora Rosario: Tiramisù, Pere e cioccolato, Panna cotta, gelati e sorbetti.
Nella carta di vini curata da Mario Morlè, un posto speciale è riservato ai vini laziali, in primo piano accanto alla selezione di etichette della Galizia. La cantina conta oltre 136 etichette, con l’obiettivo di arrivare a 150 referenze selezionate. Tra le novità più interessanti, vini che non rientrano in schemi convenzionali ma esprimono il carattere del terroir con personalità e unicità.