Uno spazio raccolto nel cuore di Brera, in pieno centro di Milano; un luogo dove tutto ruota intorno a un bancone, e lascia all’esterno i passi, le chiacchere, i suoni e rumori propri di una zona della città ancora così vibrante. Non sono molti, ed è un gran bene, i tavoli di ByIT, il nuovo locale del brand IT che unisce in armonia la miscelazione d’autore con un’esperienza gastronomica da assaporare in un bite, ecco spiegato il nome.
La convivialità si unisce a un’idea di eleganza non volgare né gridata fatta di toni profondi e materici, di sabbia, mattone e ottone satinato in dialogo con materiali naturali e vivi come rovere, lino e rafia, ma oltre l’outfit di ByIT ci sono originalità e qualità; tanta roba, come si dice ora. La sinergia tra la miscelazione e le proposte food è evidente all’assaggio, giustificata dalla stessa vision di Dario Schiavoni, mustache a manubrio dall’aspetto così ancien, talentuoso bar manager con idee ed esperienza internazionale, e il creativo e istrionico executive chef Romualdo Palladino, dall’altrettanto importante curriculum per un look più sobrio.
Il centro della scena è per entrambi i protagonisti, food & mixology, per proposte volte a un’idea di affinità nel dogma della condivisione: la gastronomia, i già citati bite, sono piccoli assaggi, di goloso ingegno, di gusto, tecnica, immediatezza che giocano con forme, cotture, contrasti.
Ma, sempre, pensati per sposarsi con armonia con la drink list, passando dai fritti croccanti alla pizza sottile, dai mini bun con pollo in agrodolce e salsa alla senape, al finto catsu sando di ossobuco fino, ma sono solo alcuni esempi, ad alcune audaci incursioni asiatiche, come l’astice shitake e il cod melanzana. Da provare, anche per capire di che si tratta…
Altrettanto è d’uopo fare per la drink list, che ruota intorno a quattro icone della miscelazione, Negroni, Margarita, Daiquiri e Highball: ciascuno viene declinato in tre versioni, leggera, fedele all’originale e, l’ultima, pensata per il food pairing. È un approccio fuori dagli schemi e contemporaneo, e per tutti i palati, da quello più classico al più curioso. Sono creatività e personalità secondo lo stile del bar manager: drink nei quali l’amaro si fonde con le note speziate del pepe di Sichuan, oppure è la vodka che si sposa con lo sciroppo di lavanda e il butterfly pea, altrimenti noto come clitoria di Ternate o, ancora, l’incontro tra la tequila e il Campari, completati da un biscotto al cioccolato per terminare, ma anche qui sono solo alcuni esempi, con la rivisitazione gastronomica del Daiquiri con rum, cordiale al peperone rosso e succo di lime.